ALTERED BEAST
CASA: SEGA
SVILUPPATORE: SEGA
GENERE: PICCHIADURO A SCORRIMENTO
GIOCATORI: 1-2Sviluppato da SEGA ed uscito originariamente in versione Arcade nel 1988, Altered Beast fu un Picchiaduro a Scorrimento capace di riscuotere un certo successo tra il pubblico, anche grazie alla successiva conversione per MegaDrive(la versione più popolare, sebbene il titolo sia stato rilasciato anche su altre console), del quale si rivelò uno dei suoi primi titoli.
Nonostante comunque la popolarità di cui godeva e l’interessante caratteristica legata alle trasformazioni del protagonista, Altered Beast è tutt’altro che un grande Picchiaduro; al contrario, è invece una produzione mediocre e ben poco incisiva non degna di essere paragonata ad alcuni dei migliori esponenti del genere quali Double Dragon, Streets Of Rage ed il primo Final Fight. Analizziamo il perché di questo insuccesso qualitativo.
IL GIOCOSubito dopo la schermata di gioco iniziale, che non presenta alcun menù e che ci catapulta direttamente in mezzo al campo di battaglia, veniamo a scoprire che il nostro protagonista viene resuscitato da Zeus in persona, che gli ordina di salvare sua figlia Athena dalle grinfie del malvagio Neff. Il poveraccio controllato dal giocatore non ha neanche tempo di poter gioire per la sua nuova vitache subito si ritrova a doversi sporcare le mani contri i primi nemici, degli zombie anch’essi usciti dalle tombe del cimitero, e diverse altre creature mitologiche.
L’azione di gioco è totalmente lineare: non avremo alcuna possibilità di poter muovere il nostro personaggio se non avanti e indietro, con lo schermo che si muoverà per conto suo, non seguendo i nostri passi in avanti. Il protagonista attaccherà con dei semplici calci, pugni ed un attacco volante, quanto basta per poter avere la meglio contro orde di mostri di svariato tipo, accumulando punti su punti. Gli unici oggetti che potremo raccogliere durante i cinque livelli che compongono l’avventura sono delle sfere magiche, dei Power-Up che ingrosseranno ancora di più il fisico del personaggio consentendogli anche di poter effettuare attacchi più potenti ed in grado di coprire distanze lievemente maggiori. Una volta raccolti tre di questi Power-Up, il nostro eroe si trasformerà in una Bestia, aumentando esponenzialmente tutti i suoi poteri e dotandolo di attacchi nuovi di zecca, rendendolo una furia quasi inarrestabile. Le Trasformazioni cambiano di stage in stage, e variano tra un Licantropo, un Drago, un Orso, un Uomo Tigre ed infine un Licantropo Dorato. Questa caratteristica è di fatto l’unica davvero vincente ed interessante del titolo SEGA, che per il resto si rivela invece davvero avaro di soddisfazioni.
Lascia molto interdetti soprattutto il grado di sfida offerto, davvero gravemente sbilanciato: a volte fin troppo semplice e banale, altre volte eccessivamente punitivo. E prosegue cosi per tutti e 5 i livelli. La difficoltà, almeno sulla carta, è alta, dato che i nemici sono numerosi mentre i Boss d fine livello attaccano senza sosta. Tuttavia, i pattern di attacco della maggior parte dei nemici sono estremamente prevedibili, ed una volta compresi i movimenti dei nostri avversari sarà facile elaborare delle contromisure. Ciò funziona soprattutto nel caso delle Boss Fight, che all’apparenza sembrano tanto temibili, ma in realtà sono quanto di più banale si possa immaginare, dato che comprendere come attaccare sarà davvero questione di pochi attimi, il tempo di capire esattamente quali misure precauzionali prendere: i Boss infatti ripeteranno costantemente quel paio di mosse a loro disposizione, assai facili da schivare dato che lasciano ampi spazi vuoti da sfruttare per evitare seri danni. Vergognoso soprattutto lo scontro finale, contro un mostro davvero stupido e che attacca quasi unicamente con colpi alti, cosa che rende dunque sufficiente chinarsi e premere all’impazzata il tasto del pungo per avere la meglio nel giro di davvero pochi attimi.
A creare difficoltà, semmai, ci pensano alcune “particolari” scelte di design. Il nostro personaggio, ad esempio, avrà a disposizione solamente tre vite e tre piccole barre vitali, ed una volta esaurito tutto sarà Game Over definitivo: nessun Continue, si torna alla schermata iniziale e si ricomincia tutto dall’inizio. E tra un livello e l’altro neanche ci viene ricaricata la barra vitale, ma proseguiremo con i danni già subiti nel livello precedente. Non esiste alcun oggetto curativo(in generale, non esiste alcun oggetto da raccogliere a parte i Power-Up che ci trasformano in Bestie), dunque ci sarà da concentrarsi per non subire ingenti danni soprattutto nei primi stage. La cosa, in un certo senso, sarebbe anche positiva per coloro che amano le grandi sfide, se non fosse che molto spesso, soprattutto nelle prime partite quando ancora non si conosce il gioco, molti nemici tendono ad apparire all’improvviso magari anche sopra la nostra posizione, facendoci dunque sprecare inutilmente energia vitale senza la possibilità di poter agire tempestivamente(considerando anche la generale lentezza nei movimenti del protagonista). Nel momento in cui invece si riesce ad ottenere la fatidica mutazione in Bestia, invece, la sfida viene quasi azzerata, dato che diverremo a tratti onnipotenti grazie alle abilità a disposizione di ogni trasformazione, al limite del devastante e capace di eliminare ogni nemici nel giro di una frazione di secondo ed anche da lunghe distanze.
Quel che ne viene fuori è un titolo davvero insoddisfacente e ben poco stimolante, che sulla carta avrebbe pure la possibilità di rivelarsi un degno esponente del genere, ma che vanifica tutto il potenziale con alcune insensate scelte di Game Design.
Non soddisfa neppure la Longevità: se da un lato è anche vero che il genere dei Picchiaduro a Scorrimento non brilla per grande durata dell’avventura, dall’altro lato una partita “perfetta” ad Altered Beast, dunque senza incappare nel Game Over, potrebbe arrivare a durare una mezz’oretta scarsa, senza più uno straccio di motivazione per riprendere in mano il titolo se non giusto per il Multiplayer, che comunque da solo non può risollevare le sorti della produzione e di certo non si rivela divertente come visto in altri titoli analoghi. Un minimo di rigiocabilità in più viene comunque garantita dall’assenza di Continue che potrebbero rendere necessarie ben più di una partita per poter giungere ai titoli di coda, a meno che uno proprio non voglia utilizzare i Cheats, che permetterebbero di poter scegliere liberamente da quale livello partire, oltre a settare le barre vitali a disposizioni ed il numero di vite totale, entrambe fino ad un massimo di 5. Ad ogni modo, la situazione legata alla Longevità è tutt’altro che rosea, dato che difficilmente si vorrà riprendere cosi spesso in mano un titolo cosi pieno di problemi, a meno che non si vogliano testare i due livelli di difficoltà maggiori, attivabili sempre tramite i citati Cheats oppure ricominciando il gioco una volta completato.
Considerato che all’epoca della sua Release Arcade già esisteva Double Dragon, e che solo un anno dopo sarebbe arrivato il cabinato di Final Fight, viene da chiedersi cosa si possa trovare di cosi stimolante in Altered Beast al punto da averlo reso altamente popolare all’epoca della sua release in versione coin-op e della sua successiva uscita su console, quando è in realtà palese di essere davanti ad un titolo mediocre e tranquillamente trascurabile.
ATMOSFERAAnche dal punto di vista Estetico ci sarebbe molto da discutere. Il design è infatti davvero discutibile, all’apparenza ispirato ma in verità davvero povero di particolarità, se si escludono alcuni richiami alla mitologia greca. Le ambientazioni appaiono davvero povere e poco ispirate, cosi come la caratterizzazione estetica dei vari mostri mitologici è a tratti di pessimo gusto; non parliamo poi del look del protagonista, un perfetto ritratto dell’Anonimato, che viene momentaneamente spazzato via dalle trasformazioni, l’unica cosa decente che i nostri occhi vedranno. Aggiungiamo a tutto questo anche animazioni decisamente legnose ed avremo completato il non particolarmente affascinante quadro.
Stesso discorso anche per il sonoro, che presenta musiche davvero anonime(se si esclude giusto il brano del primo livello, piacevole ed orecchiabile), ma peggio ancora gli effetti sonori, graffianti e fastidiosi, una vera tortura che le nostre orecchie dovranno sopportare.
COMMENTO FINALEAltered Beast è un prodotto mediocre, capace di ottenere ugualmente successo grazie principalmente alla spettacolarità delle trasformazioni animalesche, a conti fatti l’unico aspetto veramente interessante della produzione.
Tutto il resto invece difficilmente si lascia ricordare: nonostante il potenziale per fare bene ci fosse, il gameplay appare piatto e banale, privo di qualunque inventiva e con Boss Fight tutt'altro che memorabili
Lasciamo perdere ogni discorso relativo alla discutibile realizzazione estetica, al sonoro quasi agghiacciante ed alla scarsa longevità: non c’è bisogno di infierire ulteriormente su una Bestia ferita sin dalle prime schermate di gioco.
PREGI- Spettacolare l’Idea delle Trasformazioni Bestiali
- Qualche Buon Momento di Gioco si Passerà…
DIFETTI- …ma la Banalità ed Alcune Strambe Scelte di Game Design prendono il Sopravvento
- Esteticamente Molto Discutibile
- Sonoro quasi Agghiacciante
- Longevità Piuttosto Scarsa
- Sfida Davvero Mal Calcolata, Boss Fight Ridicole
VOTO FINALE : 5Edited by ~ChrisMuccio - 6/9/2017, 00:23