RYSE Games

Posts written by Il Cancelliere Di Ferro

view post Posted: 30/4/2021, 09:14 Hades - Recensioni
Ottima recensione Warden :B):
Hades lo considero senza ombra di dubbio uno dei migliori giochi degli ultimi anni, completo in ogni suo ambito, variegato e a tratti perfino innovativo con la sua narrazione. Ieri per esempio mi è capitato di giocare con la variante di "Ade" della lancia, e molte divinità avevano commentato questo fatto, ma è solo la punta dell'iceberg, visto che perfino i modificatori della difficoltà influenzano lo svolgersi dei fatti. Più che mettere due difetti, ne avrei messo uno, visto che comunque sono semplicemente dei limiti inevitabili per il genere di appartenenza (ripetitiva e casualità)
view post Posted: 11/4/2021, 16:31 Half Life: Alyx - Recensioni
CITAZIONE (~ChrisMuccio @ 11/4/2021, 17:25) 
Nel mio essere ancora molto distante dalla VR non trovando ancora nessun reale motivo per cui valga la pena buttarsi anche in questo ambito ancora fortemente acerbo, dico che Half Life: Alyx è per davvero il primo titolo che davvero vale la pena giocare e avere. Per cui sì, credo anche io che il termine "Killer Application" utilizzato alla fine sia appropriato. Lo è per davvero, la prima concreta KA per la VR. E si spera ne arrivino altre ancora nel prossimo futuro.

Ottimo lavoro Cancelliere! ;)

Grazie Chris
Bhe oddio :ph34r: , acerba oramai non direi più. I giochi ci sono: tra Alyx, Boneworks, Blade & Sorcery e tanti altri
Anche i visori sono crollati di prezzo, visto che puoi portarti a casa per 350€ un Quest 2 (che è stand-alone, quindi non richiede un pc ma ovviamente non è che può girare Alyx e simili) e con qualche centinaio in più anche un WMR o un HTC, senza contare il PSVR2 (anche se credo che Alyx non arriverà su PS5). Non sarà ancora perfetta, ma nei prossimi anni sarà sicuramente un delirio
view post Posted: 11/4/2021, 15:42 Half Life: Alyx - Recensioni

HALF LIFE - ALYX



CASA: VALVE
SVILUPPATORE: VALVE
GENERE: FPS - Only Vr
GIOCATORI: 1

Immaginate di aver appena finito il videogioco della vostra vita, di aver appena visto un tremendo finale cliffhanger e di dover attendere forse due anni per un seguito. Due anni che poi diventano tre, poi quattro, poi cinque, poi sei, ed infine si smette perfino di contarli. Ma all’improvviso, in una fredda mattina di novembre, aprite Twitter e il primo messaggio che trovate dice: “We’re excited to unveil Half-Life: Alyx, our flagship VR game, this Thursday at 10am Pacific Time.” Non si è trattato del leggendario Half Life 3, ma è il primo titolo della serie dopo dodici anni di nulla. L’annuncio di Half Life Alyx fu inizialmente accolto da alcuni con scetticismo, con numerosi utenti, fan o no del franchise, che definivano Valve una valida azienda intenzionata a capitalizzare sulla popolarità della sua serie più famosa per vendere il suo nuovo costosissimo visore Index, ma la stragrande maggioranza di queste critiche scomparve con il rilascio del trailer durante quel fatidico venerdì, che mostrava un’interazione ambientale e una qualità audio/video senza precedenti. Half Life Alyx non ambiva di essere un gioco VR, ma il gioco VR, che avrebbe settato un prima e un dopo. E si può dire di esserci solo con il suo annuncio, poiché tutti i visori disponibili andarono Sold Out e già al Day One Alyx era diventato il videogioco per la realtà virtuale più venduto di sempre. Un risultato meritato? Come avremo modo di vedere, assolutamente sì.

Nota: La seguente recensione è stata svolta giocando con un Oculus Quest 2

Trama

Half Life Alyx, più che un prequel della serie, potrebbe essere definito un lungo “flashback”, poiché la narrazione comincia esattamente da dove eravamo rimasti con il finale di HL2: EP 2, per ritornare indietro di circa cinque anni.
A seguito dell’incidente di Black Mesa e la successiva tempesta dei Portali, l’impero Combine è riuscito a sconfiggere l’umanità in sole sette ore ed ha costruito su tutto il pianeta un indefinito numero di città-prigione, iniziando ad innalzare a City 17 la Cittadella, un immenso grattacielo tramite il quale poter controllare l’intero globo terrestre e dimostrare il proprio immane potere. La resistenza umana, guidata dall’ex scienziato di Black Mesa Elì Vance, guarda con timore questa nuova costruzione, che viene monitorata da Alyx Vance, la protagonista del gioco e figlia di Elì. In una delle tante giornate di ricognizione, Alyx nota che le truppe Combine stanno svolgendo degli strani spostamenti da e verso la “zona di quarantena”, un quartiere oramai sigillato e sulla carta abbandonato dopo la diffusione di pericolose spore aliene. Durante una ronda della protezione civile, Alyx viene arrestata assieme a suo padre, dal quale viene separata. Riuscita a fuggire dalle grinfie della protezione civile, Alyx si ricongiunge con Russel, uno dei più talentuosi tecnici della resistenza. I due decidono immediatamente di andare a salvare Elì prima che raggiunga la prigione di massima sicurezza di Nova Prospekt, ma l’unico modo per raggiungere in fretta la stazione dei treni è passare per la zona di quarantena. Dopo essere stata donata di due guanti gravitazionali e di una pistola, Alyx si addentra quindi per il sotterfugio territorio, aiutata a distanza di Russel, in una missione all’apparenza di salvataggio, ma che potrebbe portare ad ottenere l’arma finale per sconfiggere i Combine.
A differenza dei precedenti capitoli, dove gli incontri con i personaggi della storia erano numerosi tra uno sconto e l’altro, in questa nuova avventura il focus della narrazione è incentrato sulle lunghe chiacchierate tra Alyx (primo personaggio giocabile ad essere doppiato in tutta la serie), e l’inedito Russel, che accompagneranno il giocatore con battute, descrizioni degli avvenimenti passati e momenti drammatici. Altri personaggi storici della serie come Elì Vance, il G-MAN e lo stesso Gordon Freeman avranno prettamente piccoli camei, ma non si sentirà la loro mancanza più di tanto, visto il grande carisma della protagonista e del suo aiutante principale. La narrazione comunque procede in maniera lineare, con numerosi colpi di scena e momenti frenetici, per culminare però con l’ennesimo finale cliffhanger, che dopo tredici anni dall’ultimo potrebbe lasciare più di qualche disappunto.

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Gameplay

L’avventura di Alyx a livello di gameplay condivide complessivamente la struttura vista nei precedenti episodi, con scontri a fuoco, puzzle e sezioni scriptate che si alternano costantemente, con la particolarità stavolta che ogni sezione è stata creata pensando unicamente alla realtà virtuale, sfruttando capacità di movimento prima impossibili. Questo in realtà non sarebbe nulla di eccezionale, poiché sul mercato già esistono titoli anche più complessi, ma nessuno di questi dotato della longevità (14 ore alla massima difficoltà), della cura per i dettagli ma soprattutto della fluidità, accessibilità e pulizia di Alyx, che si dimostra già dalle primissime fasi del gioco con i guanti gravitazionali. I “Russels” (chiamati così dall’omonimo inventore) sono, come si può intuire, una variante prototipo della più nota e potente gravity gun di Half Life 2, ma non appaiono meno utili: i guanti, infatti, tramite la pressione del grilletto dell’indice e uno scatto del polso verso di noi, permetteranno di attirare con facilità tutti i piccoli oggetti i consumabili (che vedremo fra poco), e non mancheranno minigiochi che prevedono un loro utilizzo, per poter prendere magari un oggetto separato da noi da una recinzione. Il loro funzionamento è magistrale e preciso, e oltre ad evitare di doversi costantemente abbassare per raccogliere qualcosa da terra, serviranno anche come hud, visto che saranno l’unico modo per poter visionare il nostro status vitale e quanti colpi o oggetti portiamo nel nostro zaino.
Gli enigmi del gioco non richiederanno ovviamente di utilizzare solo i Russels, ma anche di interagire con l’ambiente, usando leve, manopole o posizionando oggetti, e sia di utilizzare lo strumento multiuso di Alyx, capace di hackerare gli impianti combine e di disinnescare le mine, e anche di modificare le linee elettriche per aprire o chiudere porte, il tutto in una maniera che, senza visore, sarebbe impossibile. In particolare, i minigiochi per l’hacking sono molto ben fatti e anche abbastanza differenti tra di loro, presenti nel giusto numero e nella giusta difficoltà da non essere né ripetitivi e né stressanti.
Le bocche da fuoco di Alyx sono unicamente tre: la pistola di Russel, un fucile a pompa e una mitragliatrice Combine. Nonostante il loro numero estremamente basso, ognuna di loro avrà una funzione specifica: la pistola servirà per colpire con precisione i punti deboli dei nemici, il fucile a pompa per eliminare con facilità gli ostili a corto raggio (anche se potenziato potrà diventare un ottimo lanciagranate), e la mitragliatrice Combine si può intendere come una mescolanza delle due precedenti. Ogni arma avrà un suo metodo di ricarica, che richiederà fisicamente di prendere il nuovo caricatore/proiettile stipato nello zaino “virtuale” posto dietro le spalle, e inserirlo nell’arma, svolgendo successivamente altri meccanismi come, per esempio, tirare il carrello di una pistola per rimuovere il bossolo dell’ultimo colpo. Le armi andranno impugnate esclusivamente sulla mano selezionata ad inizio gioco, e non se ne potranno usare due contemporaneamente, mentre munizioni e proiettili saranno abbastanza rari da spingere il giocatore ad essere preciso contro i nemici che, per essere buttati giù alla difficoltà più alta potrebbero richiedere anche due-tre paia di colpi ben assestati. Il gunplay di Alyx, superate queste premesse, è eccezionale e riproduce fedelmente quello che si aspetterebbe da un’arma vera, con la necessita questa volta di dover mirare realmente e di stare attenti a quando e come ricaricare, poiché per una disattenzione potremo far cadere un caricatore, dimenticarci di tirare il carrello o scoprire, nostro malgrado, di aver finito tutti in colpi (Alyx ripeterà a mente ogni volta quanti caricatori rimangono nello zaino prima di restare a secco). In questi casi, purtroppo, l’unica cosa da fare è fuggire, poiché il gioco non presenta alcun combattimento corpo a corpo e nessun’arma del caso, come lo storico piede di porco. Si tratta di uno dei più grossi difetti del gioco, se non il più grosso, la cui unica giustificazione risiede nel tentativo di Valve di evitare ad ogni costo qualsiasi problema di motion sickness o di non avere ancora le capacità tecniche per rendere godibile uno scontro melee. Comunque, i nemici presenti all’interno del gioco sono i medesimi dei precedenti capitoli (più qualche aggiunta), ma modificati per la nuova esperienza virtuale. Per esempio, gli Headcrab, gli esseri alieni capaci di succhiare le teste delle loro prede per trasformarle in zombie, sono ritornati, e se per caso uno di loro dovesse effettivamente attaccarsi al nostro cranio, per liberarci dovremo, spararci in testa! Nonostante ciò, appaiono più lenti e più inclini a ribaltarsi in caso di un loro salto fallito, permettendoci di eliminarli con più facilita. I Combine questa volta invece attaccheranno in piccole squadre di tre massimo cinque unità (contro le decine di HL2), ma compenseranno ciò con l’aggiunta di nuove classi tra le loro fila, tutte differenti e create per spingere il giocatore ad utilizzare più strategie: i “Charger”, bestioni alti due metri e armati di un fucile a pompa, tenderanno ad avvicinarsi al giocatore proteggendosi con il loro scudo alzato; i “Grunt”, che saranno più agili e potranno rilasciare lame della morte (droni assassini già presenti in HL2), ma saranno vulnerabili grazie alla loro bobina di gas infiammabile posta sulla schiena. Infine, i Suppressor, seppur lentissimi e di grossa stazza, avranno una potente mitragliatrice che costringerà l’utente a trovare riparo e a sparare dalla distanza. L’I.A. che muove una così variopinta schiera di avversari è altalenante, soprattutto tra i Grunt e i soldati semplici dei Combine. Alle volte questi proveranno ad accerchiarci in maniera molto efficace, altre volte invece caricheranno a capofitto, evitando di andare in copertura e restando scoperti. Si segnala poi che tutti i nemici non proveranno quasi mai ad evitare le granate lanciate da Alyx, ma in generale la sfida, soprattutto quando capiterà (e non poche volte) di combattere contro tante minacce ostili diverse, alla massima difficoltà (tra le quattro disponibili) resta molto alta, chiedendo al giocatore di controllare continuamente le sue (poche) munizioni e i consumabili, ma soprattutto di interagire con l’ambiente di gioco, il quale gioca un ruolo importantissimo come non era mai successo in nessun’altro Half Life: per trovare riparo dovremo fisicamente abbassarci, avvicinarsi a muri, aprire le portiere delle macchina, sparare alla cieca, lanciare granate da una posizione sicura, distruggere a colpi di calcio della pistola, sporgere la pistola mentre apriamo una porta o saliamo una scala e così via. Se non fosse per l’assenza del melee (e quindi la possibilità di poter ferire i nemici lanciando contro di loro oggetti), le possibilità sarebbero quasi infinite, ma Alyx lascia comunque spazio all’immaginazione, permettendoci per esempio di riempire un secchio di granate per “scavalcare” il limite di oggetti trasportabili (unicamente due, da conservare in delle “sacche da braccia”).

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L’interazione ambientale riguarda però non solo i combattimenti: esclusi gli enigmi dei quali abbiamo già parlato, Alyx potrà aprire mobili, cassetti, guardare sotto i letti e così via, e molto spesso, anche nei luoghi più improbabili, saranno nascosti consumabili come le siringhe e le resine. Le prime serviranno come cura istantanea da usare in qualsiasi momento per recuperare la pochissima vita di Alyx, soprattutto nei momenti dove non è possibile utilizzare le stazioni di cura (che richiederanno uno speciale oggetto per essere attivate), mentre le resine andranno usate nelle stazioni di potenziamento per migliorare le nostre armi, non solo con banali mirini, ma anche per esempio con un nuovo rateo di fuoco per la pistola o un caricatore automatico per la mitragliatrice. Va detto che le resine sono ben nascoste, e non è scontato l’arrivare a fine gioco con tutte le armi migliorate proprio per l’attenzione con cui sono state occultate le resine nei livelli. Ed è proprio il level design uno dei piatti forti del gioco, uno dei migliori dell’intero genere, VR o non VR. Oltre a contenere geniali tutorial indiretti, i livelli saranno variegati sia per contenuti che per ambientazioni, includendo perfino una fase “horror” che sfrutta abilmente audio e fisica è che in assoluto la cosa più stupefacente di Alyx. Che sia un arena o il ristretto corridoio di un fatiscente hotel sovietico, ogni livello di Alyx sarà studiato e ben congegnato, oltre ad essere sempre differente rispetto al precedente, aggiungendo ogni volta nuovi nemici, nuove armi e nuove situazioni, senza mai una singola battuta d’arresto, fino alla fine.
A questo punto apparirebbe quasi inutile continuare: Alyx supera (seppur il confronto sia difficile da fare) in certi punti i suoi predecessori e setta nuovi standard per l’intera industria, anche se non mancano altri difetti.
Per prima cosa, la nostra protagonista sarà estremamente lenta nella sua camminata, costringendosi il più delle volte ad abusare del “teletrasporto” come sistema di movimento rapido, soprattutto per fuggire durante gli scontri a fuoco con i Combine. Mancano quindi la possibilità di saltare (sostituita sempre con il teletrasporto) e quella di correre, due assenze che possono essere giustificate con l’obbiettivo di evitare la chinetosi dell’utente. Un altro difetto, come si può intuire, è il ristrettissimo numero di armi utilizzabili, soprattutto se confrontato con quello dei precedenti capitoli. Davvero non poteva essere introdotta un’arma dalla lunga/media distanza (come la balestra di HL2)? L’ultimo, ma non meno importante difetto, è la totale assenza di qualsiasi voglia stimolo per una seconda run se non la modalità “commento degli sviluppatori”, ma sarebbe bastato anche un banalissimo NG+ per incentivare un minimo di rigiocabilità.

Accessibilità

Paragrafo necessario per questa recensione, soprattutto per un’esperienza in realtà virtuale. HL: A presenta tante opzioni per rendere le sessioni di gioco più facili da digerire, soprattutto per chi soffre di Motion Sickness, e queste includono la possibilità di muoversi esclusivamente via teletrasporto, di spostare la visuale in maniera istantanea, di abbassarsi schiacciando la levetta sinistra (anziché farlo fisicamente) o di utilizzare una mano sola per tutto il gioco. Si può giocare stando in piedi, seduti o in un grande spazio aperto senza grossi problemi, utilizzando tutte le periferiche disponibili sul mercato compatibili con Steam VR.

Tecnica

Diciamolo fin da subito: non esiste qualcosa di meglio, a livello tecnico e grafico, di Alyx sul mercato, e questo non vale, per certi versi, solo per la VR. Il Source Engine 2, dopo anni di attesa, finalmente può essere visto in azione ed è fenomenale in ogni suo tratto. Le texture sono ad altissima definizione così come le ombre e le luci, le espressioni facciali sono prossime al fotorealismo, e sono presenti centinaia e centinaia di asset curatissimi: perfino le bottiglie di acqua, i barattoli di cibo e medicine avranno etichette leggibili e appariranno con numerose varianti, ma questa è solo la punta dell’Iceberg. Il Source 2 infatti riproduce anche con estremo realismo le contorsioni dei muscoli del corpo degli headcrab e degli zombi, a tal punto che in giro per la mappa sarà possibile trovare persone in fase di “zombificazione” con il torso aperto e gli organi, tutti dettagliatissimi, tranquillamente visionabili; tramite l’ausilio di alcuni shader viene simulato il liquido contenuto all’interno delle bottiglie e la fisica appare inserita maestosamente, a tal punto che potremo prendere un contenitore, riempirlo di oggetti e poi ribaltarlo, il tutto con un realismo che non ha paragoni. L’ottimizzazione merita delle righe a sé: anche con un hardware da “requisiti minimi” (che sarebbero quelli raccomandati di molti tripla A sul mercato), il colpo d’occhio è presente ed è stupendo, e con un hardware leggermente superiore è possibile vivere quella che forse è la simulazione più prossima alla realtà. L’unico difetto, se può essere definito tale, è che di Alyx potremmo vedere unicamente le mani, senza gambe o braccia.

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Lato sonoro, anche qui il lavoro è di grande fattura, con una colonna sonora ambientale perfetta (seppur priva di tracce memorabili) e un comparto audio di tutto rispetto, che in certi influisce perfino con il gameplay. Ottimo il doppiaggio in inglese, che vede nuove voci aggiungersi a seguito della scomparsa di molti doppiatori storici, senza sfigurare minimamente rispetto al passato.

Conclusione

Il primo Half Life rese per la prima volta preponderante la narrativa negli FPS, e il suo seguito, Half Life 2, dimostrò al mondo non solo come fosse possibile incastrare la fisica in uno sparatutto, ma quanto fosse efficace, sicuro e vantaggioso un sistema di vendita prettamente digitale. Alyx, come il suo mentore Gordon Freeman, non solo dimostra nuovamente che qualsiasi persona può diventare un eroe per la giusta causa, ma che il mondo dei videogiochi è finalmente pronto ad abbracciare la realtà virtuale. Pur non presentando la profondità o la complessità di alcuni titoli già disponibili sul mercato (come BONEWORKS), Half Life Alyx è l’esperienza VR per antonomasia, il primo Tripla A curato, dettagliato, a tratti innovativo, completo, in una parola: Killer Application. E cosa non meno importante, è la degna ricompensa dopo oltre tredici anni di attesa.

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Pro
- Trama e narrazione ottime ed in linea con la serie
- La prima esperienza VR veramente longeva, variegata e completa
- Level design eccezionale ed in linea con la serie
- L’avanguardia tecnica in persona
- Lo svolgimento delle azioni si rileva longevo, vario ed appagante
- Tante opzioni per rendere il gioco estremamente accessibile
- L’I.A. il più delle volte funziona…

Contro
- … ma non è raro incappare in qualche problema
- Solo tre armi utilizzabili (seppur molto differenti e potenziabili)
- Alyx è molto limitata nei movimenti (seppur ciò sia stato necessario in un’ottica di accessibilità)
- Nessun’incentivo alla rigiocabilità
- L’ennesimo finale cliffhanger non potrebbe piacere a qualcuno


Voto: 9

Edited by Il Cancelliere Di Ferro - 12/4/2021, 18:47
view post Posted: 8/4/2021, 21:11 Metal Gear Solid 3: Snake Eater - Recensioni
CITAZIONE
La superiorità di MGS3 rispetto a MGS2 sta nel fatto che, con Snake Eater, Kojima ha raggiunto qull'armonioso equilibrio tra parte narrativa e parte giocata che in Sons Of Liberty manca. Il merito va sicuramente dato anche a una componente ludica molto più ampia, ambiziosa e profonda di quanto abbia mai fatto fino a quel momento

E su questo siamo tutti d'accordo
view post Posted: 7/4/2021, 22:40 Metal Gear Solid 3: Snake Eater - Recensioni
CITAZIONE
Il resto ci sta, lo posso capire, anche se onestamente mai penserei alla storia di MGS3 come "fatta con il freno a mano tirato". Forse meno ambiziosa di quella di MGS2, questo sicuramente sì.

All'epoca mi lamentai con i miei amici di quanto la trama effettivamente ingranasse solo verso la fine, mentre per "fatta con il freno a mano tirato" intendevo dire di come Kojima avesse chiaramente evitato di ripetere la complessità di MGS2
Siamo passati dal discorso tra l'I.A. di Campbell e Raiden con EVA che mostra il reggiseno a Snake, non so se ci siamo capiti
view post Posted: 5/4/2021, 22:18 Metal Gear Solid 4: Guns Of The Patriots - Recensioni
Mi dispiace Chris, ma qua non concordo molto. Metal Gear Solid 4 è troppo, troppo pieno di fan service e vuole fare troppe cose senza riuscirsi, tipo conciliare la trama più "classica" del Terzo capitolo con quella "filosofica" del secondo, ottenendo un intreccio che funziona solo alla fine, visto
che tutto il discorso sui Proxy, l'SOP ecc.
in certi casi raggiunge livelli prossimi al delirio.
Le boss fight, anche qui, non mi hanno lasciato nulla: se nei precedenti capitoli ricordavo nome, vita e miracoli di ogni BOSS, in MGS4 li ho dimenticati tutti subito dopo averli sconfitti in scontri noiosi, ripetitivi, facilissimi e chiaramente ispirati a MGS1.
Il gameplay forse è tra i migliori della serie in termini di fluidità e contenuti, ma anche qui ho notato, e non sono l'unico, che l'anima da Metal Gear e "No place to hide" non riesce a conciliarsi: alcuni strumenti sono rotti (vedi il barile) e il giocatore, se va di stealth, ha troppi "aiuti". Questo infatti è stato il Metal Gear più semplice che giocato, sopratutto rispetto a MGS2 e 3, che richiedevano calma e sangue freddo
Anche a livello tecnico, sì, era ed è allucinante, ma non hai accennato ai problemi con il framerate, che scendeva tranquillamente sotto i 20 in molti casi o ad altri trucchetti che, ad un occhio più attento, potevano dare fastidio.
Salvo quindi solo il gameplay, nelle poche parti dove si gioca, e il finale (che se fosse durato una decina di minuti in meno avrebbe superato quello di MGS3), e gli do personalmente un 7/7,5
Fun Fact: poco prima dell'uscita di MGS4, si scoprì che la colonna sonora della serie era stata plagiata, per errore, da un compositore sovietico semi-sconosciuto e Konami dovette ricorrere ai ripari, eliminando il tema storico e riscrivendola quasi totalmente, ed è stato un bene, perché la parte finale di "Metal Gear Saga", e lo dico da trombettista, è qualcosa di eccezionale
view post Posted: 5/4/2021, 22:01 Metal Gear Solid 3: Snake Eater - Recensioni
Sinceramente
Allora, io lo considero universalmente e oggettivamente un gioco da dieci, soprattutto con quel gameplay, ma due sono le cose che non riescono a farmi considerare soggettivamente MGS3 un capolavoro assoluto
- Le Boss Fight: le ho trovate tutte facilissime (tranne quella con Volgin) e abbastanza passabili, ma questo è per me un difetto che ha l'intera serie
- La trama: la storia di MGS3 l'ho sempre vista "tirata con il freno a mano" rispetto a MGS2, che invece reputo eccezionale. Per carità, narrativamente è eccezionale, ma ha iniziato a lasciarmi qualcosa solo alla fine con il suo stupendo finale per poi finire lì
Per il resto concordo su tutto, gioco ancora oggi incredibile
view post Posted: 5/3/2021, 17:02 Metal Gear - Recensioni
Ottimo lavoro Chris
Metal Gear 1 non lo ricordo molto bene, mi vengono in mente solo alcune boss fight, le maledette carte per aprire le porte e il continuo andare avanti e indietro. Di queste cose, solo l'ultima è rimasta costante per tutta la saga :lol:
Se hai tempo giocati assolutamente il sequel diretto, quello è veramente un giocone e migliora sensibilmente tutto
view post Posted: 22/2/2021, 22:54 Half Life: Alyx - Giochi
Sto giocando in questo momento
Partiamo dal presupposto che non è solo una spanna sopra i giochi vr, ma è sopra proprio a molti giochi in generale
Interazione con l'ambiente straordinaria: aprire cassetti, armadietti, trovare oggetti e sentirsi "appagati" per la propria intuizione era una cosa che avevo visto solo nella serie Metro
Lo shooting è fenomenale, ho scoperto di avere un mano tutta tranne che ferma :P, anche se peccato per le pochissime armi (solo 3) e i nemici, ma va detto che l'unico scontro grande che finora ho fatto, contro una decina di nemici tra soldati e alieni, è stato a dir poco traumatico vista la confusione generale.
Appena posso proverò a buttare giù una recensione
view post Posted: 31/1/2021, 22:57 GOTY 2020 - Gli Oscar 2022 di RYSE Games
10: Watch Dogs: Legion
Chiariamoci subito: Watch Dogs Legion è l’ennesimo, mediocre, Open World Ubisoft, l’ultimo, fortunatamente, della generazione. Ma allora perché si trova in classifica? Semplicemente, Legion introduce un particolare sistema di gioco dove qualsiasi NPC incontrato in-game potrà essere arruolato e reso protagonista delle nostre avventure. Una meccanica carina, che rompe il ritmo ripetitivo dei recenti giochi Ubisoft con un po' di originalità, anche se, purtroppo, non appare sfruttata appieno. Per il resto, un gioco abbastanza dimenticabile, ma assieme a Immortal Fenix e Valhalla (che non pare tanto brutto), Ubisoft pare si stia rimettendo pian piano in carreggiata.
9: Ori and the Will of the Wisp
Come il precedente, non si tratta del Metroidvania della generazione, ma è innegabile che la cura artistica (e tecnica) sia tra le migliori nella storia dei videogiochi, frutto di un lunghissimo periodo di sviluppo e di tantissima dedizione
8: Wasteland 3
In un anno turbolento, InXile rilascia il suo ultimo videogioco da indipendenti, per poi passare sotto l’ala di Microsoft. Wasteland 3 è forse l’unico vero RPG dell’anno dopo il disastro di Cyberpunk, e trova limiti solo nella sua realizzazione tecnica, frutta comunque di un titolo finanziato dall’utenza, ma che comunque regge decentemente un ottimo complesso ruolistico e ludico
7: Deep Rock Galactic
Dopo il lungo Early Access, DRG è finalmente uscito, con un gameplay originale e divertente che porta un bel po' di freschezza nel genere dei Co-op Shooter che in questa gen parevano stampati per quanto simili (e fallimentari) tra di loro. Scavare con gli amici è sempre divertente, le quattro classi sono molto diversificate e il fatto che sia a pagamento leda il rischio di qualsiasi monetizzazione eccessiva. Peccato per il lato tecnico-grafico e quello artistico: abbastanza anonimi e scadenti, probabilmente per non pesare troppo sui requisiti hardware. In conclusione, tra i migliori multiplayer dell’anno
6: Crusader Kings 3
Dopo l’immenso, con tutti i dlc e le espansioni, Crusader Kings 2, Paradox ha deciso finalmente, a distanza di quasi 8 anni, di rilasciare un sequel. La paura nell’aria era tanta: tenendo conto che più di ¾ delle meccaniche migliori di CK2 erano derivate da dlc, il timore che CK3 mancasse di alcune di esse per monetizzare nuovamente era elevato, e così è stato, ma fortunatamente, è andata meglio del previsto. Tolta la difficoltà molto bassa (per la prima voltai in una partita Ironman, senza possibilità di salvare/caricare, sono sopravvissuto a 4 secoli con la mia dinastia), l’assenza delle Repubbliche Marinare e altre meccaniche meno curate rispetto al precedente, CK3 appare ricco e abbastanza completo, ma il motivo per il quale si trova così in alto in classifica sta nel suo HUD: per la prima volta nella storia Paradox, un videogioco della casa svedese offre un’interfaccia pulita, facile da leggere e ricca di consigli. Un ottimo supporto post-lancio e la strada verso l’olimpo di CK3 sarà praticamente in discesa.
5: Microsoft Flight Simulator
Titolo di nicchia rivolto verso una precisa fetta di appassionati di volo o futuri piloti, ma che si ritrova così in alto per la sua maniacale cura grafica, frutto del lavoro di nuovissime ed avanzate tecnologie. Un vero e proprio traguardo tecnico non solo per i videogiochi, ma per l’intera tecnologia: riprodurre in scala reale l’intero pianeta tramite il Cloud è qualcosa di allucinante, e i dev sono già al lavoro per riprodurre a mano interi pezzi della Terra. Tenendo conto di come sia avanzato, Flight Simulator difficilmente invecchierà e sarà ancora giocabile, e apprezzabile, negli anni a venire.
4: Doom Eternal
Può sembrare strano, ma con Doom Eternal è forse il meno “Doom-Like” dell’intera serie. Con la sua particolare gestione delle risorse (uccisioni epiche per la salute e fiamme per la corazza), l’armamentario che richiede un continuo scambio per eliminare più velocemente varie tipologie di nemici, e le fasi platform, Doom Eternal è atipico come pochi fps, soprattutto considerando il nome che porta. Queste novità (che a qualche veterano potrebbero nuocere) s’inseriscono in un contesto di ottimo level design, un bestiario ricco di mostri, una colonna sonora strepitosa e un’ottimizzazione hardware eccezionale, con un motore grafico capace perfino di girare su Nintendo Switch
3: Hades
Supergiant games, zitta zitta, è riuscita nell’arduo compito di offrire una narrativa coesa e di ottima qualità ad un Roguelike, il genere anti-narrativa per eccellenza. Oltre 300.000 linee di dialogo, perfino di più di alcuni tanto blastonati RPG, tutte di ottima fattura. Questo, tra l’altro, è solo la punta dell’Iceberg: decine di nemici, tantissime armi tutte uniche, una colonna sonora (Ed un doppiaggio) da urlo e uno stile artistico fenomenale. In poche parole: Hades trascende il genere d’appartenenza ed è un titolo che ha pochi, se non nulli, difetti.
2: Half Life Alyx
L’emozione di avere disponibile sul mercato, dopo un decennio, lo spin-off di una delle serie più amate e rimaste incompiute, non ha paragoni, soprattutto considerando che la sua uscita, come avvenuto per i precedenti capitoli, è semplicemente l’inizio di una nuova era: quella VR. Valve, a distanza dal loro ultimo FPS, crea il primo Tripla A interamente in realtà virtuale, con un supporto alle mod e il rilascio di Toolkit derivati dal Source 2, motore grafico che promette meraviglie e lascia senza parole. Non si esagera quando si dice che Alyx sia l’esperienza virtuale più vicina alla realtà disponibile al momento nel mercato. Half Life Alyx quindi ha sconvolto l’industria, esattamente come l’avevano fatto Half Life 1 e Half Life 2. E Half Life 3? Meglio non pensarci, visto che si rumoreggia l’ausilio di speciali tecnologie per un interazione digitale con il cervello umano!
1: Factorio
Finanziai Factorio nel lontano 2013, quando gli sviluppatori avevano promesso un rilascio nel 2016, anno nel quale invece uscì l’accesso anticipato per Steam. Finalmente, dopo 8 anni di sviluppo (la prima versione risale al 2012), Factorio è approdato in versione definitiva, e ancor prima di uscire, senza saperlo, aveva dato il via ad un genere, ispirando Satisfactory e Dyson Sphere Program. Nel gioco si dovrà costruire una fabbrica, iniziando prima ad assemblare semplici attrezzi, per poi passare alla costruzione di immense fonderie di acciaio, fabbriche di circuiti, di armi (per difendersi dai nativi alieni) e così via, fino ad arrivare alla costruzione di un astronave che possa portarci via da questo mondo alieno. Lo scopo del gioco però, è raggiungere l’automazione, ovvero realizzare un organismo meccanico capace perfino, se si è abili nella programmazione, di espandersi da solo, con treni e droni. Apprendere a giocare richiedere giorni interi, ma una volta padroneggiato, Factorio può regalare migliaia di ore di puro divertimento.
Per l’impegno degli sviluppatori, la qualità del gioco e la sua originalità, il mio goty assoluto del 2020 ed uno dei miei videogiochi preferiti
view post Posted: 13/1/2021, 19:25 Flop e Delusioni 2020 - Gli Oscar 2022 di RYSE Games
1) Cyberpunk 2077
Parliamoci chiaro, io un po' mi aspettavo che il lancio di 2077 sarebbe andato male, ma non così tanto: versioni console ingiocabili, crollo azionario, feature promesse e poi rimosse, class action, rimozione del titolo dal Playstation Store ecc. Quello che ci siamo trovati davanti è stato alla fine un gioco ridotto, incompleto e, da ciò che mi hanno riferito alcuni amici, carente perfino nelle meccaniche basilari e per altri ancora addirittura un pessimo RPG. Non ero così folle da sperare nell’Immersive Sim del secolo, il sequel di Deus Ex, ma neanche un gioco messo così male. In assoluto, il flop del 2020, a grande, grandissimo rammarico.
2) XIII Remake
Questo sarebbe anche peggio di Cyberpunk 2077, perché se almeno il titolo polacco funziona in maniera sufficiente, XIII Remake ha proprio problemi alla base, ed è capace di offrire una veste grafica peggiore perfino di quella dell’originale uscito decenni prima. Probabilmente sarà stato il COVID, ma era un videogioco che andava rimandato assoluto, ma purtroppo il danno è stato fatto.
3) Godfall
Letteralmente non richiesto da nessuno: Godfall è l’ennesimo prodotto fallimentare in partenza, che trova la sua identità unicamente nell’essere esclusiva al lancio di una nuova console, senza tra l’altro offrire neanche una parvenza tecnica di Next-Gen, anzi. Accompagnato da una campagna marketing che si può riassumere con “Primo gioco annunciato/mostrato” (un tentativo disperato di farsi riconoscere), Godfall ha venduto pochissimo e accolto ancora peggio; probabilmente lo si ritroverà tra qualche mese a prezzo stracciato o, peggio, F2P per poi morire con i server chiusi dopo pochi mesi.
4) Crucible
Primo gioco rilasciato da Amazon Games Studios, dopo poche settimane e stato ritirato dal mercato e dopo pochi mesi cancellato. Non credo servirebbe scrivere altro, ma l’ho provato e devo ammettere che aveva un’idea interessante, solo che rilasciarlo in questo periodo, senza alcuna pubblicità, e soprattutto in mezzo ad una caterva di titoli simili è stato completamente folle e non apre bene le danze all’ingresso di Amazon nel mondo dei videogiochi.
5) Marvel’s Avengers
Simil destino di Godfall, ma se per lo meno con il sopracitato hanno provato a nascondere il fallimento, con Avengers lo hanno apertamente rivelato, annunciando un crollo dei giocatori (perfino meno di Deus Ex, il precedente lavoro dello studio) e quindi del prezzo, già dimezzato. In generale, l’ennesimo Co-Op online con supporto GaaS che, senza una propria identità, è stato ignorato da tutti, pur rappresentante un ip che ogni anno fa incassare miliardi al cinema. Tra l’altro dicono che trascinerà con sé tutta la divisione occidentale di Square! Ottimo lavoro!
6) Empire of Sin
Gestionale di criminalità sviluppato nientemeno che da John Romero (la leggenda dietro Doom) e sua moglie, Empire of Sin è stata una completa delusione, un gioco sprecato che sarà presto dimenticato. Anche in questo caso, si crede sia stata la pandemia, ma un vero peccato.
7) Gears Tactics
Non mi aspettavo un clone anche a livello qualitativo di Xcom, ma Gears Tactics non mi ha minimamente appassionato e l’ho dimenticato dopo pochissimo tempo. Sbalorditiva la realizzazione tecnica, letteralmente quella di Gears 5, ma per il resto non aggiunge nulla di nuovo al genere, anzi, toglie, e basa la sua esistenza unicamente sull’espandere l’Ip di Gears. Si spera per un probabile sequel, anche se la SH è stata acquisita da Tencent.
8) Iron Harvest
Titolo che attendevo moltissimo, sia per la sua ambientazione Steampunk che per le promesse dei Dev di realizzare un tributo a Company of Heroes, per me uno dei migliori RTS di sempre. Bene, Iron Harvest si salva in calcio d’angolo solo per la sua direzione artistica, ma a livello di Gameplay è un prodotto discreto e non condivide nulla di buono del suo maestro. Solo tanta noia, lo metto in questa posizione perché comunque si trattava di un progetto piccolo finanziato via Kickstarter.
9) Demon’s Souls Remake
Bellissimo il Tempest Engine, i riflessi, le luci, i 60 fps, le vibrazioni del controller, ma 80€ per un videogioco del 2020 che fa, letteralmente, CTRL+C e CTRL+V dei difetti dell’originale del 2008? Ragazzi, ci sono perfino gli stessi bug dell’I.A. perché È LA STESSA DI DEMON’S SOULS ORIGINALE! I boss? Gli stessi! Le armi? Le stesse! Ecc. Una fotocopia del capolavoro di From Software, un giocone per chi si avventura per la prima volta a Boletaria, ma per me, che ho giocato da poco l’originale, è un titolo inutile e che sta così in alto solo per la sua qualità tecnica e l’impegno dietro, anche se, a livello artistico, è quasi un insulto. Tu non puoi spacciare questa roba per un remake, è pigrizia e va punita, quindi quella media di voti altissimi è completamente ingiustificata.
10) Ghost Of Tsushima
Questa posizione, più che per il gioco in sé, va per la sua assurda accoglienza: praticamente mezzo mondo, giocatori e stampa, sono stati colpiti da un delirio collettivo di voti altissimi e premi a caso, dati unicamente come sfottò a TLOU2 da ciò che ho potuto capire, tutto per un titolo che a conti fatti è l’ennesimo Open World fatto con lo stampino di questa generazione se non per il “vento”. Probabilmente sarà stata l’ambientazione, ma ho visto più fotografie alle volpi che pareri sensati sulla vicenda.
view post Posted: 25/12/2020, 21:58 Jak X: Combat Racing - Recensioni
Chris cosa hai riportato alla luce O_O
Avevo questo gioco per PS2 con un bug che cancellava ad ogni avvio i salvataggi. Non l'ho mai finito, ma ricordo a memoria il tutorial e buona parte dell'inizio, quanti ricordi
view post Posted: 25/12/2020, 19:45 I Peggiori Giochi della Generazione - Giochi
CITAZIONE (Hero of Sky @ 23/12/2020, 19:07) 
Ammazza, Promethean, che argomentazioni avevi nel 2014...

Non hai visto le mie :D
view post Posted: 18/12/2020, 10:07 Cyberpunk 2077 - Giochi
Il gioco è stato rimosso dal Playstation Store
Come far finire il 2020 col botto
view post Posted: 16/12/2020, 23:27 Favorites 2020 - Gli Oscar 2022 di RYSE Games
Potremo pure rimanere in tre ma io gli Awards di Ryse (gli unici che contano vedendo le alternative della stampa) non li trascuro mai.
Quest’anno con la pandemia è stato un disastro, personalmente ho avuto la fortuna di vivere in una casa grande con giardino e di avere una spiccata curiosità, motivo per il quale non ho sofferto come molti e ho speso il tempo che avevo guadagnato per ascoltare musica, vedere film e serie, ma soprattutto giocare. In particolare, quest’anno ho recuperato veramente tante saghe che mi avevano sempre incuriosito.
Bando alle ciance
1) Ultima IV: Quest of The Avatar
Quest’anno mi è capitato tra le mani Through the Moongate di Andrea Contato, sulla storia di Origin Games e Garriott. Subito dopo averlo letto mi sono buttato su Ultima IV, e posso dire che sia diventato ufficialmente il mio videogioco preferito. Nonostante abbia più di 35 anni (il doppio della mia età) mi ha divertito come poche cose, e a livello di profondità di gameplay sfida tranquillamente molti giochi attuali. Anche la meccanica dell’etica e delle scelte morali, introdotta proprio da questo gioco e ancora acerba, mi ha seriamente sensibilizzato come pochi giochi avevano osato fare.
2) Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty - Substance
All’inizio ho odiato a morte MGS2: il gameplay mi sembrava da crampi alle mani e non capivo dove la storia voleva andare, ma poi ho iniziato a capire, e posso dire che Solid 2 sia uno dei videogiochi più assurdi che abbi mai giocato. I controlli si, sono fatti per rompere le mani, ma le possibilità, le meccaniche “segrete” e gli elementi da proto-sandbox lo rendono godibilissimo ancora oggi. La trama poi, è spaventosa per quanto abbia previsto l’età moderna
3) Demon’s Souls
Allego direttamente la mia recensione
4) Metal Gear Solid 3: Snake’s Eater Subsistence
Nonostante sia meglio in tutto e per tutto a MGS2, lo posizioni due numeri sotto semplicemente per un motivo relativo alla trama, la quale mi è apparsa meno “rivoluzionaria” rispetto al 2 e tirata col freno a mano, quasi per evitare le critiche relative ai troppi filmati. Per il resto gioco sbalorditivo, ancora giocabile e godibile
5) Divinity Original Sin 2
Tosto come poche cose, ma veramente tanto. Il miglior sistema di combattimento a turni che abbia mai visto, neanche Xcom raggiunge un livello del genere. Lato RPG curato, anche se si poteva fare di più (ma per la qualità degli scontri perdono tutto) e trama un po' meh, ma il focus di questo gioco è, e deve essere, solo il gameplay
6) The Witcher 3: GOTY
Recuperato alla fine dopo cinque anni, assieme al restante della serie. Un ottimo gioco, non il capolavoro che tanti decantano perché ha veramente tanti difetti, ma posso dire che un salto come quello da TW2 a TW3 non l’ho mai visto, basta anche solo il prologo per rendersene conto. Peccato per il pessimo CS, per la difficoltà nulla e per le missioni tutte uguali
7) DUSK
Un grandioso Quake-Like. Purtroppo, sono un fifone e alcune scene mi hanno messo veramente paura
8) FreeSpace 2
Questo space-sim già da solo è complesso e molto appagante, ma con le mod diventa ancora meglio, ottenendo un comparto grafico estremamente moderno. Solo una gran figata: puoi gestire la tua squadra di caccia, modificarla, decidere gli armamenti, esistono obiettivi opzionali che cambiano la storia e la trama è ricca di sorprese
9) Metal Gear Solid V: The Phantom Pain
Un ottimo gioco, un grande “ma chissene frega” per quanto riguardo la sua incompletezza. Tramamessa in secondo piano per avere, grazie a Dio, un focus unicamente sul gioco, il quale grande difetto è l’essere ripetitivo e carente di alcune meccaniche base per gli stealth moderni, ma per il resto godibile e divertente. Dispiace per l’Online oramai abbandonato
10) The Witcher 1
Lo metto qui solo perché non so che altro aggiungere a questa classifica. Trama forse migliore perfino dei suoi seguiti, pecca invece il gameplay ripetitivo e il pessimo (come da tradizione) CS.
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