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Metroid Dread, Recensione di ChrisMuccio

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view post Posted on 1/11/2021, 19:57
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METROID DREAD





CASA: NINTENDO
SVILUPPATORE: MERCURYSTEAM
GENERE: ACTION/PLATFORM
GIOCATORI: 1

IL SEGUITO DI FUSION A LUNGO SOGNATO


19 anni.
Sono trascorsi 19 lunghissimi anni da quel Metroid Fusion che tanto furore fece su Game Boy Advance al momento della sua uscita. Il quarto capitolo della serie bidimensionale con protagonista Samus Aran è stato anche ultimo per due decenni, se si escludono i remake dei primi due episodi della serie visti nel corso del tempo. Sia Metroid Zero Mission che Metroid: Samus Returns (e parlando sempre del secondo titolo, senza nemmeno dimenticare lo splendido remake amatoriale AM2R) ci hanno fatto sognare un episodio 2D nuovo di zecca grazie alla loro qualità di tutto rispetto che ci ricorda quanto l’amato franchise di Nintendo abbia sempre avuto le carte in regola per appassionare il pubblico.
Il brand è comunque andato avanti con diverse altre produzioni, seppur legate principalmente alla serie Metroid Prime, per poi rallentare maggiormente negli ultimi anni, in seguito all’uscita di Samus Returns sul 3DS nel 2017. In quell’anno c’è stato l’annuncio di Metroid Prime 4 in sviluppo per Nintendo Switch, ma da allora del nuovo gioco si sono perse completamente le tracce.
I fan sono in trepidante attesa di scoprire qualunque novità su Metroid Prime 4, ancora completamente avvolto nell’ombra e, a quanto pare, con un sviluppo travagliato alle spalle. Ma Nintendo lo sa quanto gli appassionati vogliano nuovamente giocare nei panni di Samus, e proprio per questo in occasione dell’E3 2021 svoltosi in digitale, tira fuori dal cilindro una clamorosa sorpresa: dal nulla annuncia Metroid Dread, il quinto capitolo della serie 2D, mandando in visibilio gli appassionati. E l’attesa tra l’altro non sarebbe nemmeno stata delle più impegnative, con l’uscita del gioco fissata su Switch già per l’8 ottobre 2021.
Il progetto Dread affonda in verità le sue radici molto indietro nel tempo: in origine sarebbe dovuto addirittura uscire su Nintendo DS e si dice che esistessero persino dei prototipi giocabili, ma grosse difficoltà di sviluppo hanno impedito che il gioco potesse effettivamente divenire realtà già all’epoca. Il progetto sembrava essere stato del tutto accantonato, fino a quando Switch non si è rivelata la perfetta console per ospitare un esplosivo revival.
Metroid Dread ci riporta alle origini del franchise, quando era ben saldo sulle sue fondamenta bidimensionale e con le meccaniche che avrebbero poi dato vita al genere dei Metroidvania. E ancora oggi, proprio come 19 anni fa con lo strepitoso Fusion, Samus dimostra di essere perfettamente a suo agio con il 2D. E ancora una volta Metroid ci ricorda tutti i motivi per cui ha fatto storia.

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IL PIANETA ZDR, GLI E.M.M.I., L’ESPLOSIVO METROID DI SEMPRE

Poco tempo dopo i fatti di Metroid Fusion, la Federazione Galattica scopre che il parassita X è sopravvissuto agli eventi della stazione BSL, e che entità ancora in vita sono state rinvenute sul pianeta ZDR. Per questo motivo mandano in ricognizione sette unità E.M.M.I. (Extraplanetary Multiform Mobile Identifiers), potentissimi robot considerati infallibili, nel tentativo di capire che gli X sono davvero ancora in circolazione.
Ma quando si perdono tutti i contatti con gli E.M.M.I., alla Federazione non resta che richiamare in azione Samus Aran, l’unica immune al parassita grazie al DNA Metroid che scorre nelle sue vene. Samus arriva dunque su ZDR, venendo ben presto attaccata da un misterioso guerriero Chozo: il confronto la vede uscire sconfitta, perdendo tutti i poteri della sua tuta e lontana dalla propria navicella. Seguendo le direttive dell’I.A. Adam, Samus si addentra nel cuore di ZDR per capire cosa sta accadendo sul pianeta e qual è l’identità del suo assalitore. Ma la missione prenderà ben presto una piega molto più drammatica di quanto inizialmente immaginato: non solo gli E.M.M.I. sono ancora interi, ma sono stati riprogrammati e pronti a dare la caccia senza pietà alla cacciatrice di taglie. Finire nelle loro grinfie comporta una morte quasi certa, pertanto Samus si ritroverà ancora una volta a lottare per la sua sopravvivenza nella speranza di scoprire la verità sugli X ed impedire che, se ancora esistenti, abbandonino il pianeta.
Ha così inizio il quinto Metroid bidimensionale, che parte subito forte ricordando a tutti gli amanti dei Metroidvania come sia partito tutto da questa serie ormai leggendaria. Dread è semplicemente un Metroid all’ennesima potenza: riprende tutto lo stile e le meccaniche rese celebri dai suoi illustri predecessori e le cala in un contesto moderno, ancora più ampio e pieno di sorprese. Un’avventura verso l’ignoto, dove i combattimenti si alternano alla perfezione con uno scenario claustrofobico da esplorare con attenzione ed intuito per capire cosa fare per andare avanti e quale direzione prendere per proseguire. Il titolo Nintendo non prende mai per mano il giocatore, spingendolo a comprendere autonomamente come muoversi per scoprire la retta via ed i tanti segreti e collezionabili sparsi per le ambientazioni di ZDR, ma fortunatamente la comoda e curatissima mappa ci segnala con precisione tutte le altre esplorate e quelle ancora da scoprire, tra porte aperte ed altre ancora sigillate.
A primo impatto potrebbe risultare dispersivo, potrebbe non essere sempre chiaro dove andare e come utilizzare le nuove abilità, potenziamenti e tute conquistate lungo il cammino, ma la verità è che un veterano di Metroid, e più in generale chi mastica bene i Metroidvania, riuscirà a capire con attenzione ed intuito qual è la strada da prendere per andare sempre avanti, fino al meritato epilogo. La mappa viene in nostro aiuto anche con un tot di segnalini da poter disporre a piacimento sui punti di maggior interesse, e la presenza di un buon numero di fast travel aiuta a spostarsi più facilmente tra le macro-aree di gioco senza per forza dover ripercorrere a ritrovo intere sezioni di gioco, fermo restando che il backtracking resta elemento cardine dell’esperienza ludica dell’opera Nintendo, tra nuove aree e potenziamenti da ottenere proprio sfruttando le nuove abilità da poco ottenute.
Il tutto ovviamente condito con un level design magistrale e studiato alla perfezione in ogni sua componente. Ogni ambientazione, anche quelle apparentemente più piccole e meno significative, sono degli eccellenti manuali su come si disegna una mappa degna di tal nome, e Metroid risulta ancora oggi un maestro anche per tante grandissime produzioni dello stesso genere viste negli ultimi anni. La progressione è costante ed i power-up messi a disposizione al momento più opportuno in modo tale da mantenere sempre bilanciato il livello di difficoltà, che si presenta su livelli medio-alti spingendo i giocatori a mettersi d’impegno nel corso della partita.
Di sicuro ZDR non è un pianeta ospitale, non solo per le numerose trappole ed ostacoli (naturali e non) sparse lungo tutto il mondo, ma anche per le diverse creature ostili che lo popolano, ciascuna con proprie debolezze e resistenze, capaci di rappresentare una seria minaccia se sottovalutate. Ma le abilità da guerriera di Samus ed i vari gadget a sua disposizione (da ottenere un poco alla volta proseguendo nel gioco) saranno sufficienti per poter contrastare qualunque minaccia. A tal proposito, in termini di gameplay Dread riprende molte delle meccaniche più interessanti introdotte di Metroid Samus Returns, come la mira libera e l’attacco corpo a corpo prezioso soprattutto per contrattaccare l’offensiva nemica e massimizzare così i danni: ne risulta un’azione dinamica e dotata di gran ritmo, spettacolare come da tradizione nella serie.

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Il tutto senza dimenticare i diversi, coriacei Boss (e Mini-Boss) da combattere. Le Boss Fight di Metroid Dread sono tra le migliori mai offerte dalla serie 2D non solo per la difficoltà generale, ma anche per l’ottima caratterizzazione di questi nemici in termini di pattern d’attacco e soluzioni per sconfiggerli. I Boss, dal primo all’ultimo, non sono mai una passeggiata di salute e richiedono sempre un attento studio delle loro mosse e dell’ambiente circostante per comprendere al meglio quale tattica utilizzare, se è meglio affrontarli a suon di raggi laser o di missili, oltre a capire con quali tempistiche utilizzare la counter a nostra disposizione per metterli in crisi. Le energie di Samus vengono prosciugate velocemente, motivo per cui ogni singolo movimento necessita di essere calcolato con attenzione in modo da avere la meglio.
E per quanto impegnative possono risultare alcune di essere, sanno anche rivelarsi estremamente gratificanti: la sfida è infatti genuina e ben calibrata (non solo dei Boss, ma proprio di tutto il gioco), che in caso di sconfitta spinge a fare sempre meglio imparando i pattern e tutte le debolezze dei nostri avversari. L’apice di questa impostazione la si nota in particolare nelle fasi finali della storia, grazie soprattutto a confronti dai toni epici e coinvolgenti dove bisogna seriamente mettere a frutto tutta l’esperienza accumulata nelle ore trascorse con l’opera firmata MercurySteam.
E poi ci sono loro, i maledetti E.M.M.I.: la loro presenza è stata sin da subito spinta come l’elemento più rilevante e coinvolgente di Metroid Dread, capace di portare una ventata di novità all’interno del brand. In un certo senso la loro presenza e caratterizzazione si può considerare una sorta di evoluzione di quel SA-X visto in Metroid Fusion: come la copia di Samus, infatti, gli E.M.M.I. sono inseguitori apparentemente invincibili, se non ancora più brutali essendo capaci di eliminare la protagonista in un colpo solo; qualora dovessero afferrarla, Samus avrebbe una sola occasione per riuscire a divincolarsi dalla loro presa mortale, ma le tempistiche per riuscire in questo contrattacco sono talmente sottili da renderle un’impresa titanica da azzeccare.
Se non altro questi robot pattugliano solo specifiche zone delle varie aree di ZDR, e non inseguono la nostra eroina una volta usciti da tali confini. Ma quando bisogna attraversare le loro zone, la situazione può sempre precipitare da un momento all’altro. Gli E.M.M.I. infatti girovagano in queste specifiche zone con un radar attivo: se Samus viene individuato dal loro cono visivo inizia un inseguimento che avrà fine con la fuga oppure con la sua morte. Seminare questi esseri non è semplice, ma neanche impossibile, e spesso basta soltanto allontanarsi a sufficienza e raggiungere piattaforme inferiori o superiori e ripararsi dietro qualche muro o infiltrarsi in cunicoli per far cessare l’allerta nemica. Estremamente utile anche l’abilità di mimetizzazione, che impedisce al mostro robotico di riconoscerci; il suo utilizzo, però, deve essere ben ragionato, in quanto un poco alla volta inizierà a consumare le energie fisiche di Samus facendole rischiare una brutta fine. Tutto ciò in nostro possesso va dunque sfruttato con attenzione per evitare di incappare nel Game Over con conseguente ripartenza dall’ultimo punto di salvataggio o il più recente checkpoint raggiunto.
In ogni caso non si possono affrontare, nemmeno con tutto l’equipaggiamento sbloccato. Il solo modo per avere la meglio su un E.M.M.I. è di ottenere il potenziamento per il nostro cannone, l’Omega Blaster, la sola arma in grado di distruggerli in un singolo colpo. Dopo aver indebolito gli scudi del nemico, l’attacco con il Blaster va poi caricato per una manciata di secondi, motivo per cui è bene farlo su di un corridoio sufficientemente lungo da impedire all’E.M.M.I. di raggiungerci nel mentre. Una volta pronto il colpo, basta mirare per bene alla testa e porre fine all’esistenza del robot ribelle e ottenere così un nuovo potenziamento.
Sebbene si tratti di uno degli elementi originali di Metroid Dread, forse le parti con gli E.M.M.I. risultano essere meno riuscite rispetto alla caratterizzazione generale dell’opera, semplicemente perché si seguono in fondo sempre gli stessi schemi ludici che rendono a lungo andare ripetitivi gli incontri con queste creature. Forse si poteva elaborare qualche idea in più per rendere ancora più iconici i confronti con gli E.M.M.I., nonostante ciascuno di essi abbia un dote un potere esclusivo (chi è velocissimo, chi è in grado di paralizzarci, chi è dotato di un radar che attraversa anche le pareti e così via). A lungo andare, invece, dopo l’iniziale meraviglia, queste fasi rischiano di divenire più un fastidio che un valore aggiunto.
Sia però chiaro che si tratta di una piccola sbavatura all’interno di una produzione che di sbavature ne mostra veramente poche nel corso della decina di ore necessarie per arrivare ai titoli di coda, ad ulteriore testimonianza della grandezza di Metroid Dread che fa tesoro di tutto ciò che è stato fatto nella storia del franchise e ci costruisce sopra una produzione eccezionale. Stellare anche la rigiocabilità, che si tratti di arrivare al 100% oppure di testare la modalità Difficile, il desiderio di ritornare su ZDR è sempre forte. Forse non sconvolgente come Super Metroid o dalle atmosfere magistrali come Metroid Fusion, ma sicuramente capace di tenere testa al suo grandissimo passato.

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SAMUS DUE DECENNI DOPO

Constatata la magnificenza ludica di Metroid Dread e quanto le sue atmosfere siano fedeli alla tradizione della serie, come se la cava l’opera sul fronte puramente tecnico? Assai bene, pur senza magari sconvolgere o toccare l’apice delle capacità di Nintendo Switch. A colpire è comunque la grande fluidità del gioco, impeccabile sia giocando in portatile che sullo schermo di una TV, con il gioco che scorre bene senza nessuna incertezza, bug o cali di frame rate eventuali.
Pregevole la caratterizzazione visiva della nuova tuta di Samus così come delle varie creature che popolano ZDR, tutti graziati da una notevole cura nei movimenti e nelle animazioni, mentre gli scenari godono di sufficiente varietà scenica alternando anche le tematiche di sfondo: da basi nascoste in laghi di lava a zone subacquee o congelate, passando per una fitta area vegetale e le fortezze Chozo, si respira aria di Metroid ad ogni passo con uno stile visivo e scenico fedele alla tradizione.
Pertanto, pur senza sconvolgere, Metroid Dread è una piccola gioia per gli occhi grazie all’ottima realizzazione generale di ambientazioni e modelli poligonali, oltre a una fluidità di tutto rispetto. A rendere il tutto ancora più immersivo ci pensano sottofondi musicali densi d’atmosfera, un sonoro “ambient” perfettamente appropriato al contesto in cui si svolge l’ultima avventura. Mancano però brani che siano veramente capaci di lasciare il segno e divenire memorabili come alcune delle più celebri tracce ascoltate in passato, sebbene comunque i brandi in sottofondo durante le Boss Fight riescono a dare la giusta carica. Infine, è presente il doppiaggio italiano per l’I.A. Adam, realizzato anche con molta cura, mentre altri personaggi si esprimono invece con lingue aliene. Samus invece resterà muta per tutta la durata della sua missione, una scelta che magari potrebbe risultare curiosa ma che è stata presa per mantenere intatta l’atmosfera oscura che permea la produzione.

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UN RITORNO INDIMENTICABILE

19 anni sono un’eternità in ambito videoludico. Cambia tutto, si provano nuove strade, nascono nuovi generi e i sistemi di gioco progrediscono sempre di più in ambito tecnico. 19 anni è il tempo trascorso dall’uscita di Metroid Fusion, ultimo capitolo bidimensionale (remake esclusi) della storica serie Nintendo, che da quel momento si è spostata su altri ambiti sperimentando più volte un approccio 3D.
Il “vecchio” Metroid sembrava ormai una reliquia del passato, fino a quando Nintendo non ha cacciato fuori la grande sorpresa durante il Nintendo Direct dell’E3 2021: come a volersi scusare del totale silenzio che da anni aleggia attorno a Metroid Prime 4, la casa di Kyoto getta nella mischia “Metroid 5” mandando in visibilio tutti quei fan che attendevano di vederlo molto tempo prima già su DS, dove il progetto non si concretizzò mai.
Metroid Dread è un autentico tributo a tutto ciò che la serie ha rappresentato in passato, ricordandoci ancora una volta perché è il simbolo dei Metroidvania da cui tutto ha avuto inizio. Non sconvolge nulla della sua essenza, ma la perfeziona e la amplia ulteriormente dimostrandosi un perfetto manuale di level design, di sfida e di creatività nella caratterizzazione di ostacoli, nemici e Boss Fight. Il tutto condito con una fluidità invidiabile e un ritmo di gioco adrenalinico e coinvolgente, esattamente come le atmosfere claustrofobiche ed oscure che si respirano nel corso di una delle più ardue missioni di Samus.
Difetti? Ci sono, ma trovarli non è certo un compito semplice. A parte la mancanza di qualche brano in grado di farsi veramente ricordare (ma i sottofondi musicali svolgono adeguatamente il loro compito di creare un’atmosfera sempre più coinvolgente), si poteva forse fare qualcosa di più per rendere più memorabili gli incontri con gli E.M.M.I.: i temibili robot assassini sono un fulcro del gameplay di Metroid Dread, ma a lungo andare perdono parte della loro carica ludica per via di idee e situazioni di gioco poco varie, rischiando a lungo andare di divenire più un fastidio che avversari davvero iconici.
Si tratta però di piccole sbavature in un prodotto che raggiunge comodamente l’eccellenza in tutti gli altri aspetti, che si tratti del sistema di combattimento o dell’esplorazione, entrambi in stato di grazia per merito delle tante abilità da sbloccare e dei numerosi segreti da scoprire. E quando si arriva ai titoli di coda se ne vuole ancora di più, sempre di più: fortuna che la rigiocabilità è degna di nota, che si tratti di raggiungere il 100% o di sperimentare le difficoltà maggiori.
Metroid Dread è una delle opere più brillanti disponibili su Nintendo Switch, un prodotto che ci ricorda quanto era indimenticabile questa serie nelle sue prime incarnazioni e quanto è stato pesante attendere quasi un ventennio prima di poterla vivere nuovamente in tale veste. Ed a sua volta, adesso, è destinato a divenire anch’egli indimenticabile.

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PREGI

- Metroid è tornato e ci ricorda perché i Metroidvania sono divenuti grandi: eccellente level design, grado di sfida stimolante, tantissimi segreti da scoprire
- Gameplay calcolato in maniera eccellente, sia nell’esplorazione che nei combattimenti
- Boss Fight d’alto livello
- Atmosfera coinvolgente
- Buona longevità ed altamente rigiocabile
- Grande fluidità e buona varietà scenica

DIFETTI

- Le fasi con gli E.M.M.I. a lungo andare diventano ripetitive e perdono il loro mordente
- Mancano brani davvero capaci di farsi ricordare nel tempo

VOTO FINALE : 9

 
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view post Posted on 2/11/2021, 13:48
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Spammatore folle

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Una super recensione per un super gioco!

Non si può esprimere a parole quanto questo gioco mi sia piaciuto, credo sia meglio lasciar parlare le 5 run che ho fatto in appena un paio di settimane XD
All'annuncio ero in estasi, ma avevo anche paura che con titoli come Ori e Hollow Knight avrebbe potuto essere fuori tempo e risultare quindi anacronistico, invece paradossalmente è proprio quest'ultima cosa a renderlo il signore del genere che porta il suo nome.
Penso che questa sia la miglior definizione possibile: "Metroid Dread non è un Metroidvania, Metroid Dread è Metroid".
 
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view post Posted on 3/11/2021, 21:37

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la vedo adesso, appena posso lascerò un commento più approfondito, per intanto complimenti. (piccola precisazione da pignolo patologico, ma Samus in una scena effettivamente parla, scusa la pedanteria). Dread mi è piaciuto molto più di quanto io stesso avessi previsto. Penso lo rigiocherò a breve, infatti. A livello di controlli il miglior Metroid 2D, senza dubbio. Il mio unico cruccio è che il finale poteva essere sviluppato meglio e che la colonna sonora non abbia brani memorabili, eccettuato forse quello di Burenia
 
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view post Posted on 14/11/2021, 15:18
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Super gattone felpato alfiere di OUYA

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Lo sto giocando in questo periodo, lo trovo veramente ottimo. La sensazione di claustrofobia che mi sta dando non l’ho provata ne con Ori (di cui ho adorato il entambi gli episodi) ne con Hollow Knight (che stranamente non mi ha “preso”). Un gran titolo, superiore alle attese anche per me.
 
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view post Posted on 15/11/2021, 11:16
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Leggendario Maestro del Forum

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CITAZIONE (Hero of Sky @ 3/11/2021, 21:37) 
la vedo adesso, appena posso lascerò un commento più approfondito, per intanto complimenti. (piccola precisazione da pignolo patologico, ma Samus in una scena effettivamente parla, scusa la pedanteria). Dread mi è piaciuto molto più di quanto io stesso avessi previsto. Penso lo rigiocherò a breve, infatti. A livello di controlli il miglior Metroid 2D, senza dubbio. Il mio unico cruccio è che il finale poteva essere sviluppato meglio e che la colonna sonora non abbia brani memorabili, eccettuato forse quello di Burenia

Sisi è vero, in una singola scena parla, ma è appunto una sola e brevissima, dunque alla fine resta il discorso che il personaggio è muto per praticamente tutta l'avventura. Concordo sul fatto che la colonna sonora non sia delle più brillanti, fa atmosfera però mancano dei brani effettivamente iconici come ascoltati in tutti gli altri Metroid. Grazie mille per i complimenti ;)

CITAZIONE (AstroMaSSi @ 14/11/2021, 15:18) 
Lo sto giocando in questo periodo, lo trovo veramente ottimo. La sensazione di claustrofobia che mi sta dando non l’ho provata ne con Ori (di cui ho adorato il entambi gli episodi) ne con Hollow Knight (che stranamente non mi ha “preso”). Un gran titolo, superiore alle attese anche per me.

Veramente un peccato che Hollow Knight non ti abbia preso, per quanto mi riguarda uno dei massimi capolavori dell'ultima generazione a mani basse ;)
 
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4 replies since 1/11/2021, 19:57   133 views
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