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Dead Space Remake, Recensione di ChrisMuccio

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view post Posted on 5/2/2023, 18:45
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DEAD SPACE REMAKE




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CASA: ELECTRONIC ARTS
SVILUPPATORE: EA MOTIVE
GENERE: ACTION/HORROR
GIOCATORI: 1

RITORNO SULL’ISHIMURA


5 febbraio 2013: in questa data Dead Space 3 faceva il suo esordio sul suolo americano, per poi arrivare pochi giorni dopo anche in Europa. In pochi però avrebbero immaginato che il terzo capitolo della serie sarebbe stato anche l’ultimo per tantissimo tempo, e questo nonostante la storia del gioco, ed il successivo DLC conclusivo, ponesse le basi per un quarto episodio. Ma le vendite sotto le aspettative ed un responso di critica e pubblico non all’altezza dei predecessori spingo Electronic Arts a mettere in pausa indeterminata la serie, che da quel momento sparisce completamente dai radar.
Un Dead Space 4 non vede dunque la luce negli anni successivi, e come se non bastasse l’autore del brand, Visceral Games, chiude i battenti nell’ottobre del 2017. Di fatto questo addio viene interpretato come la fine di Dead Space, lo stop ad una serie che tanto furore fece con il capostipite ed il successivo Dead Space 2, considerati tra i capisaldi dei Survival Horror nella HD Generation.
Ma il detto “mai dire mai” è sempre valido, specialmente in ambito videoludico. Ed in un’epoca in cui i remake stanno divenendo una certezza sempre più consolidata, c’è spazio anche per il ritorno di Dead Space. Convinta dal successo riscosso da Resident Evil 2 Remake di Capcom, ma anche dal proprio Star Wars: Jedi Fallen Order, EA si convince che nel suo palinsesto non solo c’è spazio per le esperienze single player, ma anche per dare una nuova chance alla sua iconica serie horror.
All’EA Play Live del 22 luglio 2021, Dead Space Remake diventa ufficialmente realtà con un teaser trailer che manda in estasi i fan, che per anni hanno atteso di poter rivestire ancora una volta i panni dell’ingegnere Isaack Clarke e andare a caccia di Necromorfi. Un remake del primo episodio è inoltre comprensibile per rilanciare nuovamente il brand sul mercato dopo così tanti anni di assenza, sebbene i dubbi sulla sua effettiva utilità non manchino: è necessario il rifacimento di un gioco che ancora adesso dimostra meccaniche attuali?
La risposta arriva infine il 27 gennaio 2023, giorno in cui l’opera, sviluppata da EA Motive, compie il suo esordio su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X/S. E la risposta è un enorme pollice in su, perché nonostante la fedeltà al classico originale, Dead Space Remake compie diversi piccoli ma significativi miglioramenti che lo rendono un prodotto di livello eccelso, imperdibile non solo per i neofiti ma meritevole di essere riscoperto anche dai veterani del franchise.

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CLASSICO REINTERPRETATO

Siamo nel XXVI Secolo. La USG Ishimura, una gigantesca stazione spaziale mineraria, cessato tutte le comunicazioni ed è rimasta in avaria attorno al pianeta Aegis VII. Per indagare sull’accaduto e capire cosa è successo alla nave, viene inviata per una missione di soccorso la USG Kellion, il cui team comprende l’ingegnere Isaac Clarke, la specialista informatica Kendra Daniels, il capo della sicurezza Zach Hammond ed i piloti Aiden Chen ed Hailey Johnston. Clarke ha un altro motivo in particolare che lo spinge a raggiungere la Ishimura: la sua compagna, la dottoressa Nicole Brennan, era in servizio sulla stazione prima che le comunicazioni si interrompessero. L’uomo ha ricevuto da Nicole un messaggio di aiuto, in cui la donna appare provata e stremata dalla situazione che sta vivendo sulla nave in avaria.
Una volta giunti nei pressi dell’Ishimura, un malfunzionamento del faro gravitazionale costringerà la Kellion ad un atterraggio di emergenza, schiantandosi contro la stazione. Rimasti incolumi dall’incidente, Isaac, Hammond, Daniels e Chen salgono a bordo dell’Ishimura, stranamente deserta e con la maggior parte dei sistemi disattivati. Non passerà molto prima di scoprire l’atroce verità su quanto sta accadendo: pochi minuti dopo l’atterraggio, infatti, il gruppo viene aggredito da mostruosità aliene deformi e cadaveriche, i Necromorfi, che uccidono Chen e costringono il resto del gruppo a dividersi. Come se non bastasse, anche quel che rimane della Kellion viene attaccato dagli abomini, portando alla morte di Johnston e causando l’esplosione della nave.
Rimasti privi di una via di fuga, a Clarke ed i suoi compagni non resta che esplorare più a fondo l’Ishimura alla ricerca di una soluzione alternative per scappare da quell’incubo. Ma il loro cammino sarà costellato da morte, orrori e misteri che circondano quella stazione alla deriva, scoprendo un poco alla volta che quei mostri non sbucano dal nulla, ma sono originati da un qualcosa di ancora più grande e pericoloso di quanto potrebbero aver mai immaginato.
Chi conosce il gioco originale, conosce di conseguenza anche la storia: gli eventi di Dead Space resta i medesimi anche nel Remake, senza deviazioni, senza aggiunte ma anche senza rimozioni, per un’avventura suddivisa sempre in 12 capitoli che permetteranno ai giocatori di esplorare a fondo tutta l’Ishimura scoprendo un poco alla volta la verità su quanto accaduto. Ciò significa che l’avvincente trama vissuta nel 2008 è ancora lì, intatta, con i suoi sviluppi coinvolgenti e gli innumerevoli retroscena sotto forma di file audio e testuali, sparsi attraverso tutti gli scenari, che danno ancora più profondità agli eventi contribuendo ad intensificarne il mistero ed il macabro fascino che li circonda.
Dunque in termini di novità o aggiunte alla narrativa, è bene mettere in chiaro che non ci saranno sorprese in tal senso. Ciò però non significa che la trama e tutto ciò collegata ad essa sia stata completamente ignorata da Motive Studios. Al contrario, anche in questo ambito si notano quei diversi piccoli miglioramenti che, presi nel loro insieme, contribuiscono ad elevare tutto ciò che l’originale Dead Space rappresentava. Il rinnovo lo si nota già dai primissimi minuti dell’avventura, con dialoghi che si presentano del tutto nuovi rispetto al passato. Ebbene, la scrittura dei dialoghi è stata completamente rinnovata e perfezionata, mantenendosi in totale coerenza con la storia originale ma dandole in questo modo una cura ed una credibilità ancora più marcata. Anche i file audio e testuali godono dello stesso rinnovo, con diverse novità che si affiancano a qualche documento rimasto intatto nei suoi contenuti.
Tutti i personaggi godono ora di una caratterizzazione più marcata, personalità meglio definite e, soprattutto, reagiscono in maniera più realistica alla drammatica situazione che stanno vivendo. E ancora, è stato approfondito il background di alcuni personaggi secondari che permette di approfondire ancora di più l’intera narrativa, grazie a delle nuovissime missioni secondarie di stampo narrativo che consentono di fare luce su tanti enigmi della trama: dalla stessa Nicole a Jacob Temple, da Terrence Kyne a Challus Mercer, viene notevolmente ampliato persino il ruolo di Elizabeth Cross che diventa ora un personaggio vero e proprio, per non parlare dei retroscena sulle origini del Cacciatore, uno dei più temibili Necromorfi del gioco… Tutto gode ora di approfondimenti che permettono di valorizzare ulteriormente il cast di protagonisti, ed in questo modo anche molti eventi del gioco originale hanno molto più senso ed un impatto maggiore che permette di valorizzare una già avvincente narrativa di partenza.
Ma il cambiamento più drastico ed importante è legato ad Isaac Clarke, che questa volta è doppiato ed ha una precisa caratterizzazione sul modello di quanto visto nei due seguiti. Dimenticatevi il personaggio muto controllato nel 2008 e che affrontava in maniera completamente passiva l’evolversi degli eventi senza mai dire la sua e seguendo gli ordini senza mai fiatare: ora Isaac è un protagonista concreto, pensante, che reagisce alla realtà che lo circonda e si dimostra parte attiva del racconto, prendendo iniziative, confrontandosi con i compagni o suggerendo lui stesso soluzioni ai problemi che un poco alla volta si incontrano sull’Ishimura. Certo, non si tratta di un personaggio ancora impeccabile e certe reazioni (o “non-reazioni”) potrebbero far storcere un po’ il naso, ma senza dubbio adesso Isaac è un personaggio charo e tondo, con una caratterizzazione d un perché, che non si limita ad essere soltanto il tizio controllato dai giocatori.
Tutte queste piccole ma rilevanti aggiunte elevano il comparto narrativo portandolo ad un livello superiore, mostrando grande rispetto per la storia originale e rendendola un piacere non solo per i neofiti, ma anche per chi conosce a menadito il classico del 2008.

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TRA FEDELTA’ E NOVITA’

Pur trattandosi del rifacimento di un gioco uscito 15 anni prima, Dead Space Remake in termini ludici, di scenari e di struttura dell’avventura non si discosta da quanto in visto in passato. In verità il gioco originale continua a rivelarsi ancora molto attuale in ambito videoludico, offrendo un’impostazione che ancora adesso è largamente diffusa nel genere dei survival horror.
Chi conosce la serie di EA, dunque, sa già cosa aspettarsi: un Action/Horror contro orde di Necromorfi, qualche occasionale enigma da risolvere, risorse da gestire con attenzione all’interno di un inventario limitato. L’essenza più pura di Dead Space rimane intatta nel Remake, che può in questo modo soddisfare i veterani della serie ma avvicinare i neofiti con un gameplay familiare che continua a funzionare egregiamente.
Isaac ha molte risorse, abilità ed equipaggiamenti con cui difendersi dall’assalto delle numerose varianti di Necromorfi che proveranno a farlo a pezzi. Dall’iconica Lama al Plasma passando per le numerose armi che potrà sbloccare durante il cammino (un arsenale molto variegato ed efficace, con ciascun’arma che si rivela molto utile nelle battaglie contro i nemici), lo scopo resta sempre lo stesso: tranciare gli arti dei mostri per renderli inermi e finirli più facilmente, magari con un potente pugno o un duro pestone mentre si trascinano a terra. Così facendo si risparmiano munizioni ed energie vitali, dettagli fondamentali che possono fare la differenza tra la vita e la morte: le risorse non mancano, sia di munizioni che curative, spesso lasciate a terra dai nemici abbattuti, ma i Necromorfi sono tanti e talvolta duri a morire, quindi il rischio di consumare velocemente l’inventario è sempre dietro l’angolo. Fortunatamente il potere della Stasi si rivela spesso un formidabile alleato, in quanto rallenta notevolmente i nemici consentendo al giocatore di poterli eliminare con meno fatica. Un’abilità simile, proprio come in passato, si rivela cruciale soprattutto negli scontri con orde numerosi o le creature più grosse, come i Bruti, permettendo di aggirarli velocemente per massimizzare i danni e senza grossi sprechi di energie vitali poi da recuperare consumando medikit. Le varianti dei Necromorfi restano in ogni caso le medesime del “vecchio” Dead Space: almeno nell’avventura base non sono state introdotte creature inedite, e le strategie per affrontare quelle già note restano le medesime di sempre.
Ad aiutarci ulteriormente c’è anche la possibilità di accumulare crediti e Nodi in gran numero: i primi sono preziosi per acquistare cure, munizioni, potenziamenti della tuta e nuove armi nei vari negozi sparsi per l’Ishimura, mentre i secondi sono necessari per migliorare non solo le caratteristiche del nostro RIG (come vita e stasi massima, oltre al serbatoio dell’ossigeno nelle fasi nel vuoto) ma anche le caratteristiche di ogni singola arma a nostra disposizione. Considerato che ciascun equipaggiamento ha numerosi punti per il potenziamento, è chiaro che una selezione su cosa migliorare andrà gestita in maniera oculata dato che una singola partita non sarà sufficiente per potenziare al massimo l’intero arsenale (i Nodi possono essere acquistati nei negozi, ma a caro prezzo), ma in ogni caso ci sarà tutto l’occorrente per divenire sempre più forti nel frattempo che ci si addentra a fondo nell’Ishimura.
Fin qui sembra di essere davanti allo stesso Dead Space già amato 15 anni prima, ed anche la struttura dell’avventura e dei suoi obiettivi principali segue la stessa successione già vissuta all’epoca. Ma per quanto molto fedele al classico di allora, è proprio a questo punto che il Remake stupisce il giocatore, mostrando anche qui alcuni piccoli ma fondamentali rinnovamenti in tutto ciò che compone l’impianto ludico del gioco, dalle meccaniche fino al level design.

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Parti degli scenari sono stati riorganizzati per garantire una maggiore fluidità e connessione tra i vari settori dell’Ishimura, garantendo in questo modo un ritmo ancora più sostenuto all’avventura. Si tratta di cambiamenti in questo caso molto sottili, più facili da notare se si conosce in maniera approfondita il primo Dead Space. Ma nondimeno funzionano e si rivelano azzeccati nel loro piccolo. Molto più incisivo, invece, l’aver aggiornato gli enigmi del classico originale, divenuti ora un po’ più sofisticati da risolvere (seppur comunque mai particolarmente complessi, oggi come allora), così come l’aver completamente rivoluzionato le sezioni a gravità zero: nel gioco del 2008, infatti, Isaac poteva solamente saltare da una parte all’altra , ma in ogni caso i suoi movimenti erano piuttosto limitati; stavolta, invece, EA Motive ha integrato in Dead Space Remake la stessa impostazione vista in Dead Space 2 e 3, con il protagonista che muoversi in totale libertà in queste zone grazie ai propulsori della sua tuta. Ciò comporta non solo che queste fasi risultano ora più dinamiche e fluide avendo abbandonato la macchinosità passata, ma gli sviluppatori ne hanno approfittato per aggiungere qualche ulteriore fase a gravità zero che in alcuni casi va a coprire anche qualche momento ridondante che affliggeva il classico di un tempo. Ecco dunque maggiori possibilità di esplorazione e qualche nuovo segreto da scoprire, grazie proprio a questo cambiamento.
L’implementazione delle missioni secondarie di stampo narrativo garantisce inoltre una libertà di esplorazione ancora più incisiva in questo Remake, con i giocatori che si possono muovere a loro piacimento attraverso l’Ishimura senza dover essere necessariamente ancorati all’evoluzione della missione principale. In qualunque momento si può tornare sui propri passi anche solo per accedere ad aree precedentemente bloccate, ora a disposizione dopo aver ottenuto i permessi necessari per sbloccare le relative porte e trovare in questo modo tanti altri file e risorse utili, oltre a completare gli incarichi collaterali.
E ancora, sono state completamente ridisegnate alcune fasi di gioco e persino lo scontro con i boss. Si pensi ad esempio al Leviatano, ora trasformato in una boss fight a gravità zero libera, cosa che garantisce un approccio al combattimento completamente diverso rispetto a quanto visto nel 2008. Anche quel paio di fasi con i cannoni da sincronizzare sono state eliminate per lasciare spazio ad fasi di gioco completamente nuove: sebbene si trattasse solo di un paio di occasioni, EA Motive ha eliminato una delle parti più legnose e meno riuscite dell’originale Dead Space per lasciare spazio a nuove aree e meccaniche di gioco che dimostrano di funzionare in maniera molto più convincente, consentendo in questo modo di godersi ancora di più l’intero gioco senza quei momenti meno riusciti che spezzavano il ritmo qualitativo di un gioco comunque già all’epoca di grandissimo livello.
È proprio qui che sta il grande merito di EA Motive: non l’aver stravolto nulla mantenendosi in grande fedeltà con il classico di riferimento, ma l’aver preso e perfezionato (o completamente rinnovato) le sue parti meno riuscite per dare così vita ad un prodotto che riesce a rivelarsi esplosivo dai primi momenti e fino alla fase finale. Tutto ciò che non funzionava in Dead Space (comunque poche cose a fronte di numerosi pregi già allora), qui non c’è più, sostituito con soluzioni che consentono all’opera della fu EA Redwood Shores/Visceral Games di raggiungere in questo modo la sua piena espressione.
Dunque sì, forse non siamo ai livelli di remake come quelli di Resident Evil 2 o 3 che stravolgevano i giochi originali prendendosi anche molte più “licenze poetiche” dimostrando coraggio di osare, ma in fondo Dead Space Remake non necessitava di quegli stravolgimenti visti nelle produzioni Capcom. L’originale Dead Space era splendido allora e le sue meccaniche funzionerebbero bene ancora oggi, ma nel momento in cui EA ha deciso di rilanciare il brand attraverso un remake, serviva allora svecchiare e perfezionare l’amato survival horror proprio nei punti dove andava sistemato. EA Motive ha centrato totalmente l’obiettivo, riuscendo veramente a risolvere tutte quelle piccole cose che allora non funzionavano per confezionare in questo modo il Dead Space definitivo, capace non solo di rendere onore all’opera di partenza, ma di elevarla ulteriormente sul piano ludico.
Ed il bello è che ci sono ancora tante altre sorprese. La dozzina di ore (se non qualcosa in più) necessaria per giungere ai titoli di coda non chiude i giochi, ma si prepara ad ampliarli ulteriormente con il New Game Plus ed i suoi contenuti, che non riguardano solo una nuova tuta e qualche extra aggiuntivo, ma anche affrontare nuove varianti dei Necromorfi già noti, trovare file e audio segreti pensati appositamente per questa modalità, e sbloccare persino un finale alternativo (seppur comunque nulla di sconvolgente). L’esperienza offerta da Dead Space Remake è longeva, rigiocabile e capace di regalare grandi soddisfazioni, confermando che la serie horror è tornata in scena in grande stile, come avrebbe sempre meritato.

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ORRORI NELLO SPAZIO

E dopo narrativa e gameplay, non potevano certo mancare perfezionamenti in termini di atmosfera e di impatto audiovisivo. Su questi aspetti il Dead Space del 2008 stupì all’epoca imponendosi come uno dei migliori esponenti del suo genere, ma si può affermare con certezza che EA Motive è riuscita a mantenere intatta questa essenza anche nel Remake, facendo anche in questo caso alcuni piccoli ma decisivi ritocchi.
Ora l’Ishimura appare ancora più inquietante rispetto alla prima volta che i giocatori l’hanno esplorata. Non è solo per le atmosfere più cupe ed oscure, a cui si unisce il ridimensionamento delle fonti di luce rese più deboli, ma è merito soprattutto dei ritocchi in termini di audio svolti dagli autori che Dead Space riesce ora a dimostrarsi un horror ancora più coinvolgente ed emozionante. Ogni rumore, ogni suono, ogni verso dei Necromorfi contribuisce a rendere l’esplorazione della nave un’autentica esperienza da brividi, immergendo totalmente il giocatore negli orrori dell’Ishimura, respirando in ogni momento la tensione che permea quella stazione alla deriva nello spazio, confermandosi in questo modo al vertice del suo genere sulle piattaforme di nuova generazione. La cura molto più attenti in ogni dettaglio valorizza ancora di più tutto ciò che Dead Space rappresenta, dando una caratterizzazione ancora più marcata ad ogni scenario e rendendo ancora più spettacolare l’esplorazione della nave, mentre i Necromorfi continuano ad essere raccapriccianti e disgustosi come un tempo, se non ancora di più grazie alla potenza tecnica messa in campo da EA Motive, che confeziona un prodotto graficamente di grande livello.
Certo, la modellazione dei volti a dire il vero non convince del tutto (così come il redesign di alcuni personaggi, Isaac in primis) dato che risultano spesso poco espressivi, ma per tutto il resto il lavoro svolto tecnicamente è di prestigio. Giocando in modalità Performance tutto scorre a meraviglia su schermo e con 60fps sostanzialmente stabili, mentre qualche incertezza maggiore si nota giocando in modalità Qualità, dove bug e glitch fanno comparsa su schermo con frequenza sensibilmente maggiore. A parte alcuni fenomeni di stuttering, comunque, nulla di troppo grave che possa compromettere la qualità visiva del gioco, un altro dei tanti aspetti riusciti del gioco.
E se in termini audio abbiamo detto che è stato svolto un grande lavoro, grazie anche a sottofondi musicali che contribuiscono ad intensificare ulteriormente tensione e coinvolgimento, qualche riserva arriva dal doppiaggio in lingua italiana: non sempre, infatti, risulta ben recitato (in particolare per quanto riguarda il personaggio di Hammond), e la sensazione è che forse si poteva fare qualche sforzo in più per renderlo di livello ancora maggiore. Se non altro stavolta non c’è Dario Argento ad improvvisarsi doppiatore. Meglio di niente, anche se la lingua inglese resta comunque l’opzione migliore.

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UN REMAKE DI ALTISSIMO LIVELLO

“Serviva davvero un remake di Dead Space?”
È questa la domanda che diversi giocatori si sono posti all’annuncio del gioco, ripetendola anche una volta pubblicati in rete i primi video del gioco targato EA Motive. In fondo il gioco originale, seppur datato 2008, aveva meccaniche di gioco ancora attuali ed ampiamente utilizzate in ambito Survival Horror/Action Horror e dunque, a parte i discorsi in merito al rilanciare sul mercato una serie ferma da almeno un decennio, forse non c’era una reale ragione per imbarcarsi in un progetto simile.
Forse no, forse Dead Space non aveva necessariamente bisogno di un rifacimento in chiave moderna. Ma alla fine, il fatto che Dead Space Remake sia divenuto realtà è stata solo ed unicamente una grande cosa. Perché pur mantenendo grande fedeltà con il classico originale, EA Motive ha apportato tanti piccoli ma significativi perfezionamenti in praticamente ogni suo ambito (ludico, narrativo o di atmosfera che sia) che di fatto ha permesso all’opera della fu EA Redwood Shores/Visceral Games di poter raggiungere la sua massima e definitiva espressione.
Dead Space Remake è ancora quel grandissimo horror conosciuto 15 anni prima, ma è ancora più grande adesso. Perdersi nuovamente nei claustrofobici meandri dell’Ishimura è un’esperienza appassionante oggi come allora, in quella incessante lotta per la sopravvivenza contro orde di Necromorfi che non ha perso nulla del suo smalto. La storia e le meccaniche di base restano le medesime, tra risorse da gestire con attenzione, mostruosità da smembrare e un’intera stazione spaziale da esplorare, tutti elementi che ancora adesso funzionano in maniera convincente. A fare la differenza è però tutto il contorno, quegli aspetti rinnovati dagli sviluppatori che consentono al gioco di apparire fresco e nuovo anche agli occhi di chi il titolo originale lo ha vissuto appieno.
Già dalla narrativa si notano gli effetti benefici di questi ritocchi: l’aver dato voce ad Isaac pone una prospettiva del tutto diversa all’evolversi degli eventi, che risultano ora più credibili e realistici nella loro evoluzione, ed anche il rinnovo quasi totale di personaggi, dialoghi e collezionabili quali file audio e testuali contribuisce a dare ancora più profondità all’avvincente storia originale, qui ancora più coinvolgente da vivere e seguire nelle sue evoluzioni.
Ma pure in termini di gameplay i cambiamenti, apparentemente marginali, fanno sentire il loro peso: oltre ad alcuni ritocchi al level design che donano maggior ritmo all’evoluzione dell’avventura, EA Motive ha di fatto tolto tutti quei momenti e situazioni più macchinosi (ricordate le fasi a bordo delle cannoniere?) per sostituirli con situazioni di gioco completamente nuove che dimostrano di funzionare decisamente meglio. Anche alcuni obiettivi, enigmi e Boss Fight sono stati del tutto ritoccati, mentre il completo rinnovo delle fasi a gravità zero, ora impostate sul modello visto in Dead Space 2 e 3, contribuisce a dare ancora più senso a questi momenti spogliandoli dei limiti dell’epoca.
E lo stesso discorso si applica anche all’atmosfera, ancora più oscura ed immersiva grazie soprattutto ad un magistrale utilizzo del sonoro, che fanno sentire il giocatore come se davvero fosse a bordo dell’Ishimura. Uno splendido accompagnamento visivo (al netto di qualche problema tecnico occasionale, in particolare giocando a modalità Qualità) eleva ulteriormente l’essenza di Dead Space, che si conferma in questo modo un prodotto eccezionale e capace di intrattenere a lungo anche grazie alla ricca offerta del New Game Plus.
Il Dead Space del 2023 va dunque ad annoverarsi nell’elenco dei migliori Remake mai realizzati. Se da un lato è indubbiamente molto fedele al classico passato (pure le animazioni sono riprese interamente dal gioco del 2008), dall’altro i tanti aggiustamenti e perfezionamenti messi in campo da EA Motive contribuiscono ad elevare tutto ciò che rese grande ed amata l’opera originale, ricordando sia ai veterani che alle nuove generazione perché siamo davanti ad uno dei migliori esponenti del suo genere. Dopo 10 anni di assenza, non poteva esserci ritorno in scena migliore per Dead Space.

PREGI

- Fedele alle origini, ma rinnovato in praticamente ogni aspetto
- La coinvolgente narrativa di allora è adesso ancora più credibile e coinvolgente grazie al completo ritocco di dialoghi, personaggi e file…
- …ed Isaac che parla e reagisce alla realtà che lo circonda contribuisce a dare maggior realismo all’evolversi della storia
- Gli aggiustamenti effettuati in ambito gameplay (boss, enigmi, fasi a gravità zero, molto altro ancora) si rivelano tutti pienamente azzeccati
- Atmosfera da brividi grazie ad un comparto sonoro di altissimo livello
- Splendido da vedere
- Buona longevità ed ampiamente rigiocabile grazie alle sorprese del New Game Plus

DIFETTI

- Alcune reazioni di Isaac in specifiche situazioni continuano a non essere particolarmente credibili
- Modellazione dei volti migliorabile, qualche inconveniente tecnico in particolare in Quality Mode
- Rimane un Remake molto fedele all’originale che in alcune circostanze poteva osare un po’ di più (ma qui si tratta di trovare davvero il pelo nell’uovo)

VOTO FINALE : 9

 
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view post Posted on 6/2/2023, 20:50
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Letta tutta. Fantastica recensione come al solito per un titolo per cui inizialmente non avevo nessuna aspettativa e che poi è diventato uno dei miei most wanted appena visto il primo vero video di gameplay :lol:

Che dire? Sono al capitolo 10 e posso dire che questo è il miglior Dead Space di sempre perché non solo hanno rifatto il primo capitolo, ma hanno preso il meglio da ogni capitolo per farlo "convergere" (XD) qui, con un risultato eccezionale.
 
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view post Posted on 7/2/2023, 20:09
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Bella recensione. Devo dire che anch'io pensavo e tuttora penso che questo remake non servisse di per sé, considerando quanto è ancora oggi godibile l'originale (al netto di qualche elemento di gameplay un po' legnosetto qua e là), ma se non altro è un'opportunità per rilanciare la serie, ovviamente tornando a creare giochi con atmosfere principalmente horror e che non sconfinino troppo nell'action, soprattutto se il remake venderà bene.

Però un po' sono contento che non sia così diverso da sostituire quasi del tutto l'originale (come invece è successo col remake del primo Resident Evil), perché vuol dire che non mi sto perdendo nulla di così fondamentale, considerando poi che non ho una console per giocarmelo (si lo so, è un po' un cope, ma va beh :lol:).
 
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view post Posted on 11/2/2023, 21:25
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Grazie ragazzi, sono contento che vi sia piaciuta!

E mi sento di concordare con Warden quando dice che siamo davanti al miglior Dead Space mai realizzato finora. Hanno davvero preso l'originale, che era già un grande gioco di suo, e sono riusciti ad elevarlo ulteriormente con tanti piccoli ma significativi aggiustamenti. Non poteva esserci modo migliore per rilanciare il brand.
Al tempo stesso ha comunque un fondo di verità anche ciò che dice Zapan, ossia che comunque Dead Space Remake non va a sostituire in toto l'originale. In ogni caso Zapan, quando un domani ne avrai modo, ti consiglio caldamente di recuperarlo il remake, specie se hai amato il gioco del 2008! ;)
 
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3 replies since 5/2/2023, 18:45   85 views
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