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Stranger Of Paradise: Final Fantasy Origin, Recensione di ChrisMuccio

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view post Posted on 19/2/2023, 16:56
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STRANGER OF PARADISE: FINAL FANTASY ORIGIN



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CASA: SQUARE ENIX
SVILUPPATORE: TEAM NINJA
GENERE: ACTION/RPG
GIOCATORI: 1

IL “PREQUEL” CHE NON TI ASPETTI


Quando nella primavera del 2021 iniziarono a circolare le voci su un possibile prequel dell’originale Final Fantasy, bastò poco per catturare le attenzioni dei giocatori: uno spin-off in stile Soulslike sviluppato dal Team Ninja? Solo questa premessa era sufficiente per essere curiosi (ed anche un po’ dubbiosi) del progetto.
Ma è quando i rumor divennero realtà che qualcosa si inceppò. Stranger Of Paradise: Final Fantasy Origin venne annunciato ufficialmente all’E3 2021, ma la presentazione colpì per i motivi sbagliati: uno stile visivo arretrato, un character design al limite dell’anonimato ed un’impostazione dei dialoghi al limite del trash era tutto ciò che scatenò le reazioni dei fan, ignorando tutto ciò che riguarda il gameplay duro e puro. E con il protagonista Jack che ripete incessantemente il bisogno di uccidere Chaos in un trailer di pochi minuti, il danno era fatto: bastò soltanto il reveal trailer per trasformare Stranger Of Paradise in un meme, e quello che doveva essere un gioco dalle atmosfere serie divenne ben presto bersaglio preferito delle più goliardiche prese in giro sparse per il mondo. “Final Fantasy Chaos”, di fatto venne ribattezzato così dagli utenti.
L’opera di Square Enix e Team Ninja non partiva affatto sotto i migliori auspici, ed anche le successive presentazioni dell’opera non aiutarono a cambiare più di tanto le reazioni del pubblico. Ormai Stranger Of Paradise era già stato etichettato come una macchina da meme, un prodotto trash senza pretese destinato a non lasciare alcun segno al debutto sul mercato, avvenuto nel marzo del 2022 su PC e le piattaforme PlayStation e Xbox attualmente in commercio.
Tuttavia, da Stranger Of Paradise Final Fantasy Origin arriva un piccolo ma utile reminder: che è sempre bene non giudicare un libro (o un gioco, in questo caso) dalla copertina, perché all’atto pratico potrebbe invece avere più qualità di quanto si possa immaginare. E se da un lato è innegabile che il titolo sviluppato da Team Ninja mostri il fianco a numerose criticità, al tempo stesso dimostra di avere più frecce al suo arco che lo rendono meritevole quantomeno di essere tenuto in considerazione. Meme a parte.

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ESTRANEI IN PARADISO

Anzitutto è bene specificare che, sebbene gli eventi alla base di Stranger Of Paradise siano ambientati prima dei fatti del primo Final Fantasy, il titolo Team Ninja è inteso come una sorta di prequel ambientato in una linea temporale differenti rispetto al classico Square, in un certo senso rendendolo una storia “non ufficiale” seppur chiaramente collegata ai personaggi, gli eventi e gli scenari dell’opera di riferimento. In un certo senso è come se avessero voluto mettere le mani avanti e non intaccare in alcun modo un gioco leggendario anche in termini narrativi, permettendo in questo modo agli autori di prendersi anche qualche libertà nel racconto senza per forza dare peso ad eventuali paradossi temporali o incongruenze (che, alla fine, non ci sono per davvero).
In ogni caso, la vicenda di Stranger Of Paradise ruota attorno alla figura di Jack, un giovane uomo consumato dal desidero di distruggere a tutti i costi Chaos, senza però conoscere il motivo di questa sua ossessione. Arrivato nel regno di Cornelia, Jack fa la conoscenza di altri due guerrieri, Jed e Ash, anch’essi alla disperata ricerca di Chaos per ucciderlo ma senza conoscere il motivo dietro tale scopo. I tre stringono dunque un’alleanza, chiedendo al re di Cornelia l’accesso al Tempio del Caos per scontrarsi con il loro nemico. Dopo un certo scetticismo, il sovrano permette al gruppo di raggiungere il luogo designato, così da scoprire se per davvero Jack, Jed e Ash sono i leggendari Guerrieri della Luce (che dovrebbero essere quattro, non tre) designati a debellare il mondo dalla minaccia di Chaos una volta per tutte.
Quando il gruppo sembra riuscire nella sua impresa sconfiggendo Chaos, si accorgono che l’essere da lui battuto non è in verità il loro obiettivo. Dalle spoglie del “finto” Chaos emerge così una ragazza, Neon, che proprio come Jack ed i suoi compagni ha il compito di eliminare il “vero” Chaos. Neon si unisce Jack, Ash e Jed, e di fatto sembra che i Guerrieri della Luce siano davvero riuniti. La situazione però si complica ulteriormente quando una quinta guerriera, Sophia, compare unendosi anch’essa al gruppo con lo stesso scopo. Di fatto, la profezia continua a non essere rispettata, con anche lo stesso regno di Cornelia che un poco alla volta comincia a dubitare delle reali intenzioni di Jack e dei suoi alleati.
Ma c’è poco spazio per i dubbi: il gruppo deve ripristinare i Cristalli di Terra, Fuoco, Aria e Luce per salvare il mondo. E un poco alla volta, battaglia dopo battaglia, i ricordi di quei smemorati guerrieri sembrano riaffiorare, gettando ancora più ombre e misteri sul loro reale scopo. Perché sono così ossessionati da Chaos? Chi sono veramente? Tanti dubbi e domande senza risposta, nel frattempo che la ricerca del temibile avversario continua senza sosta.
Sebbene gli spunti di partenza siano anche interessanti e curiosi, è inutile far finta di nulla: la trama è uno degli aspetti meno riusciti dell’intera produzione, non solo per un’evoluzione degli eventi che per buona parte del viaggio risulta confusionaria e poco approfondita, ma soprattutto per la caratterizzazione di dialoghi e personaggi. La qualità della scrittura è infatti davvero infima, con scambi di battute e conversazioni che sono un inno alla banalità e che contribuiscono ancora di più a conferire lo status di “meme” al gioco intero, che anche all’atto pratico non riesce a scrollarsi di dosso questa etichetta che gli è stata appiccicata sin dal reveal trailer, ma anzi contribuendo a consolidare ancora di più questa fama non esattamente onorevole.
Ma del resto, con Jack che ad ogni commento ed azione sembra quasi voler buttare tutto in caciara (la famigerata scena dei “Limp Bizkit”, vista in uno dei trailer e presente anche nel gioco completo, è solo la ciliegina sulla torta) nonostante la narrativa provi a prendersi continuamente sul serio, è difficile non scrollarsi di dosso l’idea che Stranger Of Paradise sia tutta una bella presa in giro dall’inizio alla fine. Il totale piattume dei personaggi, privi di qualunque sviluppo per almeno un buon 80% del gioco, non aiuta affatto a migliorare la situazione, rendendo al giocatore estremamente difficile riuscire a provare coinvolgimento ed empatia nei confronti dei suoi protagonisti.
Quando però tutto sembra ormai perduto e i pur interessanti spunti alla base continuano a restare sommersi da un mare di cringe e scene nonsense, ecco che Stranger Of Paradise stupisce oltre le aspettative proprio al momento del climax. È sul finale che improvvisamente tutto inizia ad avere un senso, con i nodi che vengono al pettine e dare così più chiarezza a tutti gli eventi vissuti fino a quel momento, recuperandoli meglio che si potesse fare e rendendo in questo modo meritevoli di essere seguite le ultimissime ore di gioco. E sebbene Jack continui a restare un protagonista difficile da prendere seriamente, ecco che anche lui stesso, tutta la sua caratterizzazione ed il suo percorso, acquisiscono una ragione di esistere, regalando in questo modo una fase conclusiva e, ancora di più, un epilogo che tengono incollati allo schermo. Forse è proprio questo il vero colpo di scena di Stranger Of Paradise: riuscire a coinvolgere ed entusiasmare sul finale nonostante tutto l’enorme piattume vissuto prima, che di sicuro non viene cancellato ma che quantomeno sopportare ha avuto una ricompensa.
E per quanto venga considerato un prequel legato ad un universo alternativo, gli eventi di Stranger Of Paradise riescono ad incastrarsi perfettamente all’originale Final Fantasy, donandogli in questo modo una profondità nel suo piccolo sorprendente 35 anni dopo il debutto sui Famicom nipponici. La fase finale riesce dunque a salvare in calcio d’angolo un comparto narrativo altrimenti caotico ed avarissimo di momenti da ricordare. Tutte problematiche che, comunque, rimangono come una macchia su tutta la produzione, senza andare via.

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BELLO DA GIOCARE?

Forse le vere sorprese di Stranger Of Paradise: Final Fantasy Origin provengono proprio dal gameplay e dal sistema di combattimento, ch si dimostrano di livello ben superiore rispetto a quanto si sarebbe immaginato alla vigilia. Il “forse” non è in ogni caso utilizzato a caso: dietro lo sviluppo del gioco c’è pur sempre il Team Ninja, non certo gli ultimi arrivati e che con il genere dei Soulslike hanno dimostrato di saperci fare con l’apprezzata serie di Nioh. Ora, Stranger Of Paradise non è comunque un Soulslike di quelli più netti: ricalca lo stile e l’impostazione del sotto-genere Action/RPG reso famoso da FromSoftware ma lo fa in maniera più edulcorata anche rispetto ai Nioh di Team Ninja, permettendo ad esempio ai giocatori di poter regolare il livello di difficoltà ed ambientando le varie missioni in scenari dallo stile sostanzialmente lineare e basato su livelli sconnessi tra loro.
Stranger Of Paradise si potrebbe in un certo senso considerare un “Soulslike Soft” per come è strutturato, ma attenzione, questo non significa certo che il titolo prodotto da Square Enix accompagni per mano il giocatore. Al contrario, ci saranno diversi momenti in cui bisognerà impegnarsi seriamente per buttare giù nemici ostici ed agguerriti boss, e per riuscirci è fondamentale non solo equipaggiarsi con armi ed armature sempre più potenti, ma anche raggiungere la massima affinità possibile tra l’equipaggiamento impostato e la Classe utilizzata, così da massimizzare ancora di più i risultati in battaglia.
Ecco dunque che Stranger Of Paradise dimostra più profondità del previsto, ed il merito va ricercato nell’elevatissimo grado di personalizzazione pensato dagli autori per i giocatori. Grazie alla presenza di un nutrito numero di Job in puro stile Final Fantasy (e con diversi nuovi che si sbloccheranno con il passare delle ore, potenziando le Classi di partenza), gli utenti possono plasmare il loro Jack in totale piacimento, dando così vita alle build più diversificate in modo così da essere sempre pronti ad affrontare ogni evenienza. Proprio perché il gioco punta così forte sulla personalizzazione, il loot abbonda in maniera straripante, lasciato da nemici sconfitti o recuperato attraverso i numerosi forzieri sparsi lungo gli scenari, permettendo così agli utenti di impostare i set e le armi che preferiscono andando ad influire su una lunga serie di parametri. Ma c’è ancora di più: l’opera permette di impostare non una, ma ben due build differenti (e possono essere anche drasticamente diverse tra loro) da intercambiare a totale piacimento in ogni momento durante il gameplay. Ciò dona così ancora più profondità e versatilità all’azione permettendo così ai giocatori di avere maggiore controllo della situazione e farsi così trovare pronti ad ogni evenienza. Le Classi sono tutte piuttosto diverse tra loro e dunque le sperimentazioni sono letteralmente infinite in Stranger Of Paradise, e se da un lato è vero che si dovrà interagire davvero spesso con i menù di gioco per liberarsi degli elementi superflui, per perfezionare ancora di più le build o per crearne completamente di nuove con le Classi e le risorse a disposizione, perdere un po’ di tempo con le opzioni ne vale sicuramente la pena così da massimizzare la resa ludica dell’opera.
E non bisogna dimenticare nemmeno la possibilità di personalizzare i nostri compagni di squadra: il giocatore avrà comunque il controllo del solo Jack, ma il protagonista è sempre accompagnato da due compagni che godono a loro volta di build specifiche preparate dagli utenti con la stessa libertà già, rivelandosi dunque un prezioso aiuto in più circostanze. Da tenere in conto, inoltre, che è possibile impartire ordini agli alleati di attaccare e distrarre i nemici, permettendoci in questo modo di ottenere alcuni vantaggi strategici e minimizzando il rischio di ingenti danni muovendosi con discrezione.

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A tutto questo si aggiunge lo sviluppo del personaggio e delle relative Classi, che permettono di sbloccare non solo potenziamenti utili, ma apprendere anche nuove tecniche da impostare sempre nel menù di personalizzazione, per poi utilizzarle in combattimento quando necessario e tramite il consumo di PM. La barra degli attacchi speciali è strettamente collegata alle nostre prestazioni in combattimento: lunga solo due tacche, consumando i nemici storditi (bisogna ridurre a zero la loro stamina, per poi effettuare un attacco finale con la pressione del tasto B/Cerchio per finirli) sarà possibile aumentare un poco alla volta l’apposito indicatore con tacche aggiuntive, permettendo in questo modo un’esecuzione più semplice delle mosse più potenti a disposizione. Una volta sbloccate, alcune di queste mosse possono essere effettuate come colpi speciali, mentre altre si possono impostare ed effettuare al termine di una combo in battaglia, così da massimizzare in maniera sostanziosa i danni effettuati.
Il sistema di combattimento dunque offre numerose opportunità di approccio ed attacco, rivelandosi più sorprendente del previsto. Sebbene le varie Classi non abbiano grossa varietà in termini di combo eseguibili, il fatto che siano tutte ben differenziate tra loro garantiscono comunque profondità al combat system, incentrato sull’esecuzione attenta di combinazioni e colpi speciali. La giocabilità appare immediata così come lock-on e telecamera dimostrano di funzionare egregiamente garantendo in questo modo un controllo efficace dell’azione, che risulta coinvolgente e più divertente del previsto grazie alle su numerose possibilità. Sperimentare build, mettere in pratica le combo personalizzate ed interagire con i compagni per poderosi attacchi combinati sono soltanto alcune delle diverse caratteristiche che rendono Stranger Of Paradise un piacere da giocare, rivelandosi stimolante anche come grado di sfida.
Come detto in precedenza, infatti, il gioco non è certo una passeggiata di salute e richiede di farsi sempre trovare pronti ed attenti a combattere qualunque ostilità. Oltre a gruppi di nemici da affrontare costantemente, le tante Boss Fight (tutte nel complesso ben realizzate, molto varie e stimolanti) mettono a dura prova la resistenza di Jack, che di base può fare ricorso soltanto a 5 gemme curative per recuperare le forze; alcune di queste gemme vengono lasciate dai nemici sconfitti, ma è un’eventualità che non capita così di frequente e, in ogni caso, è possibile portarne appresso soltanto 9 in totale. L’unico modo per recuperare queste risorse una volta esaurite(partendo sempre comunque dal minimo di 5) è raggiungendo i prismi di salvataggio, che fungono anche da checkpoint. Qui è possibile recuperare forze e risorse per poi andare avanti, facendo però respawnare la maggior parte dei nemici abbattuti in precedenza. In caso di sconfitta si riparte sempre dall’ultimo prisma raggiunto, e bisogna in ogni caso dire che questi checkpoint sono nel complesso ben distribuiti lungo le mappe senza dunque il rischio di dover ripercorrere intere aree.
Nel complesso, dunque, Team Ninja ha studiato tutto con attenzione, permettendo al gioco di distinguersi in termini di gameplay mostrando indubbie qualità. Ciò detto, non mancano comunque dei limiti, collegati in particolare ad una certa ripetitività dell’azione che si avvertirebbe sul lungo termine. Ciò emerge a causa di un bestiario non troppo variegato: sebbene tra una missione e l’altra è possibile incontrare nuove tipologie di nemici, anche nelle fasi avanzate dell’avventura, il più delle volte i giocatori si ritrovano ad affrontare sempre gli stessi avversari senza grossa varietà, ed ecco dunque che le strategie e gli approcci da usare in combattimento per abbatterli facilmente vengano ripetuti continuamente togliendo un po’ di magia ad un combat system altrimenti notevole.
Ben poco brillante anche la struttura degli incarichi secondari, che consistono semplicemente nel ripetere a ritroso i livelli principali e sconfiggere una o più creature specifiche. Le missioni collaterali risultano dunque piuttosto generiche e prive di creatività, sebbene sia comunque prezioso affrontarle per potenziare il party ed ottenere equipaggiamenti sempre migliori. Il rischio però è che le attività secondarie stufino velocemente, spingendo dunque i giocatori a concentrarsi sulle più lunghe ed elaborate missioni principali.
In termini di longevità siamo su buoni livelli, con Stranger Of Paradise che richiede almeno una ventina di ore per arrivare ai titoli di coda. Una durata destinata in ogni caso ad aumentare per chi vuole comunque buttarsi a capofitto nelle missioni minori e potenziare al massimo ogni Job a disposizione.
C’è qualche imperfezione, senza dubbio, ma bisogna riconoscerlo: Team Ninja ha svolto un lavoro degno di rispetto in termini di puro gameplay, che funziona al punto da poter convincere anche i più scettici, anche coloro che hanno schernito e deriso Stranger Of Paradise dal reveal trailer in poi. Tutto il contorno narrativo e visivo non regala grosse soddisfazioni e questo è innegabile, ma se ci si sofferma solo sulla superficie il rischio è di perdersi un gioco che, seppur imperfetto, ha molto da dire pad alla mano, capace anche di regalare qualche sorpresa inaspettata. Appunto per questo, Stranger Of Paradise: Final Fantasy Origin deve essere quantomeno provato mettendo da parte tutti i pur legittimi dubbi sulla sua resa. E così facendo, ci si potrebbe rendere conto che, lato gameplay, questo gioco ha senso eccome.

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TRA GRANDI MUSICHE E POVERTA’ STILISTICA

Uno degli aspetti più contestati di Stranger Of Paradise sin dai trailer è stata la sua direzione artistica e la qualità grafica generale, che hanno subito fatto storcere il naso ai giocatori. Il titolo Tean Ninja sembrava soffrire lo sviluppo cross-gen e, in generale, mancava d’ispirazione nella direzione artistica e nel character design, entrambi fin troppo generici e senza guizzi creativi.
La situazione nel gioco completo non cambia più di tanto. Sebbene qualche ritocco in meglio sia stato compiuto dagli sviluppatori, Stranger Of Paradise non lascia certo il segno in termini estetici. Il design base dei personaggi è probabilmente l’aspetto meno ispirato in assoluto, quasi da risultare anonimo e senza grossi tratti distintivi, mentre la caratterizzazione dei nemici si salva solamente perché basata su creature iconiche riprese dai Final Fantasy principali, con il Team Ninja che si è mantenuto quanto più fedele possibile agli artwork del primo episodio. In ogni caso le textures ed il conteggio poligonale non fa certo gridare al miracolo, e pure la cura nei dettaglio non è esattamente stellare, brillando ben poco sulle piattaforme di attuale generazione ma senza nemmeno spingere al massimo le capacità delle vecchie PS4 e Xbox One. Quantomeno su PS5 e Xbox Series X/S è possibile giocare in modalità performance a 60fps, garantendo così un ritmo ed una fluidità dell’azione più marcata e in grado quantomeno di rendere più godibile l’impatto sia visivo che ludico della produzione.
Nemmeno la caratterizzazione estetica degli scenari riesce a convincere più di tanto. Sicuramente da un lato fa piacere vedere reinterpretate in chiave moderna molte delle location viste nel primo Final Fantasy ed una certa varietà scenica è comunque garantita, ma lo stile generale appare anche in questo caso generico e senza grossa inventiva; il level design il più delle volte lineare e dal concept fin troppo semplice non aiuta certo a risollevare la situazione. In positivo bisogna però dire che il design di armature e vestiari gode di una certa creatività piuttosto apprezzabile, risultando splendidi da indossare e vedere e con un’attenta cura nei particolari che sarebbe stato bello vedere anche sul resto della produzione in termini visivi.
Viceversa, l’accompagnamento musicale si rivela essere di pregevole fattura, ed in linea con lo stile tipico dei Final Fantasy più celebri. La colonna sonora è un piacere da ascoltare e contribuisce a regalare ancora più atmosfera e coinvolgimento nell’azione, mentre i fan più attenti noteranno anche la presenza di alcuni remix presi dalla saga principale perfettamente incastrati negli scenari di Stranger Of Paradise, segno di come i ragazzi di Team Ninja abbiano voluto nel loro piccolo omaggiare il leggendario franchise nella loro reinterpretazione. Nel complesso è ben fatto anche il doppiaggio, non solo quello in lingua nipponica ma anche in inglese. Da tenere tuttavia presente che, come successo anche con Final Fantasy VII Remake, anche stavolta la localizzazione dei testi in italiano si basa sul parlato giapponese, pertanto impostare il doppiaggio inglese potrebbe portare a varie incongruenze testuali che potrebbero far storcere il naso.

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ASPETTANDO I GUERRIERI DELLA LUCE

In pochi avevano fiducia in Stranger Of Paradise: Final Fantasy Origin, un progetto che sembrava già condannato solo dal reveal trailer. Indubbiamente Square Enix con quel primo filmato ha sbagliato tutto in sede di montaggio, facendo emergere alcune delle problematiche più grosse del gioco: character design anonimo, dialoghi imbarazzanti, e questa ossessione per “Chaos” che anziché dare un tono drammatico alla presentazione finisce con il trasformarla in un meme di cui ridere e da deridere. Sicuramente la partenza dell’opera sviluppata da Team Ninja è stata estremamente burrascosa, e sembrava destinare a segnare definitivamente le sorti dell’opera, al centro di prese in giro sempre più esilaranti presentazione dopo presentazione.
Alla resa dei conti, il gioco definitivo non si è discostato troppo da alcuni dei problemi che molti avevano già intuito dai filmati. Storia e dialoghi restano di scarso livello, la caratterizzazione dei personaggi è di un piattume più unico che raro, e il protagonista Jack proprio non ce la fa a non nominare “Chaos” ogni due secondi, finendo con il frantumare l’apparato riproduttivo del giocatore già solo dopo qualche ora dall’inizio dell’avventura. A questo si aggiunge una direzione artistica fin troppo classica e senza grossi guizzi creativi, non sorretta da un comparto tecnico di livello e che sembra al contrario sentire tutto il peso del suo sviluppo cross-gen.
Eppure, nonostante siano innegabili i difetti che lo caratterizzano (volendo si potrebbe aggiungere pure un level design che non dimostra mai voglia di osare), Stranger Of Paradise è in verità un’opera decisamente migliore di quanto ci si poteva immaginare alla vigilia. E scavando sopra quello strato di meme e cringe che ne riveste la superficie, si può trovare una piccola ma piacevole gemma di giocabilità, sfide e idee che meritano quantomeno una chance, quel tanto che basta per poter forse restarne anche piacevolmente sorpresi.
“Personalizzazione” è la parola che potrebbe riassumere alla perfezione il combat system del titolo Team Ninja: tra classi, loot, build, combo e poteri speciali come se piovesse, di fatto al giocatore viene data l’opportunità di plasmare a suo totale piacimento l’esperienza di gioco dando vita ad infinite sperimentazioni che mettono in risalto una profondità più marcata del previsto che conferisce grande valore al sistema di combattimento una volta compreso in ogni sua componente.
Un grado di sfida nel complesso soddisfacente, mai frustrante ed al tempo stesso mai troppo semplice, regala ulteriore valore all’opera, che intrattiene anche con un nutrito numero di riuscite Boss Fight che richiedono una certa dose di impegno e concentrazione per essere affrontate con successo. E se da un lato è vero che a lungo andare gli scontri standard tendono a farsi ripetitivi (complice un bestiario non troppo variegato), e che le missioni secondarie non godono di particolare creatività, ludicamente il gioco dimostra di funzionare bene, ricordandoci ancora una volta che quelli del Team Ninja non sono dei fessi qualunque, ma che al contrario sanno quello che fanno anche con un progetto che partiva da premesse tutt’altro che esaltanti.
E se l’accompagnamento sonoro si dimostra di pregevole fattura per musiche e doppiaggio, una piccola ma inaspettata sorpresa arriva persino dalla narrativa, sicuramente confusionaria, priva di mordente e con personaggi piatti per la larga maggioranza del tempo ma che riesce miracolosamente a risollevarsi proprio sul finale. Non solo l’epilogo della vicenda va infine ad incastrarsi armoniosamente ed in maniera intrigante con le vicende dell’originale Final Fantasy (con tutto che Stranger Of Paradise viene inteso come prequel di una realtà alternativa a quella immaginata da Square nel lontano 1987), ma riesce a dare senso ad un racconto confusionario fino a quel momento, al punto che in quelle ultimissime fasi dell’avventura ci si sente stranamente coinvolti anche in tale ottica, cosa che fino a pochi momenti prima uno mai si sarebbe aspettato di provare.
Che insegnamento viene lasciato da Stranger Of Paradise: Final Fantasy Origin? Che è bene non dare mai nulla per scontato. Che anche un progetto apparentemente senza speranze già dal reveal trailer potrebbe invece nascondere più frecce al suo arco di quante si possano immaginare, e che dunque non merita di essere dato per finito prematuramente.
E sebbene Stranger Of Paradise mostri comunque il fianco a diverse critiche ed abbia limiti evidenti, c’è comunque cuore a sufficienza per andare oltre le prese in giro e scoprire che, forse, darlo subito per spacciato non era esattamente l’idea giusta, almeno in questo caso. Chapeau a Square Enix e Team Ninja per essere riusciti a stupire con un prodotto comunque imperfetto.

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PREGI

- Sistema di combattimento più profondo del previsto, anche grazie all’elevatissimo grado di personalizzazione
- Boss Fight il più delle volte avvincenti
- Grado di sfida impegnativo ma mai eccessivo o disonesto
- Accompagnamento musicale di pregevole livello, doppiaggio ben recitato
- La storia riesce anche a coinvolgente sul finale…

DIFETTI

- …ma resta in ogni caso caotica, piatta e priva di personaggi di spessore per la larga maggioranza della sua durata
- Character e Level Design migliorabili
- Le missioni secondarie non sono particolarmente varie od originali
- Alla lunga si avverte una certa ripetitività
- Tecnicamente non proprio all’avanguardia

VOTO FINALE : 7.5

 
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view post Posted on 24/2/2023, 19:45

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Ottima recensione. Sinceramente non lo conoscevo!
 
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view post Posted on 25/2/2023, 12:17

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Chiedo scusa per non avere commentato prima ma ho poco tempo ultimamente.
 
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view post Posted on 26/2/2023, 20:30
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Leggendario Maestro del Forum

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Tranquillo Hero, devi commentare liberamente, come e quando vuoi, qualunque recensione ti interessi. In questo caso comunque mi fa piacere averti fatto scoprire un nuovo gioco, seppur magari non impeccabile ;)
 
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3 replies since 19/2/2023, 16:56   62 views
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