RYSE Games

Fire Emblem Engage, Recensione di ChrisMuccio

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 8/3/2023, 21:48
Avatar

Leggendario Maestro del Forum

Group:
Administrator
Posts:
4,738
Location:
Roma

Status:


FIRE EMBLEM ENGAGE



81F73mXNf4L._AC_SY679_



CASA: NINTENDO
SVILUPPATORE: INTELLIGENT SYSTEMS
GENERE: RPG TATTICO
GIOCATORI: 1

UN RITORNO SEMPRE GRADITO


Da serie originariamente di nicchia, con il passare degli anni Fire Emblem si è ritagliato uno spazio sempre più importante nelle strategie Nintendo, fino a divenire uno dei brand di punta a livello globale della casa di Kyoto. Dopo grandi successi su Nintendo 3DS, l’iconica serie RPG Tattica si è ritagliata un ruolo di primo piano anche su Nintendo Switch. Fire Emblem: Three Houses è stato accolto come uno dei capitoli più complessi ed articolati del franchise, che nel frattempo sulla console ibrida ha goduto anche di un excursus tra i Musou grazie alla serie spin-off Fire Emblem Warriors, che buoni consensi di critica e pubblico ha ottenuto nelle sue due iterazioni finora pubblicate.
È chiaro che ormai Fire Emblem si è ben consolidato nell’immaginario collettivo dei fan Nintendo, che accolgono sempre con entusiasmo ogni nuovo esponente. Non è andata diversamente in occasione del Nintendo Direct di settembre 2022, teatro dell’annuncio di Fire Emblem Engage: il nuovo capitolo principale della serie viene subito fissato in uscita per l’inizio del 2023 e sembra avere tutte le carte in regola per far breccia nel cuore degli appassionati di lunga data. Oltre infatti a presentare un nuovo mondo e personaggi nuovi di zecca, Engage offre anche il ritorno dei protagonisti più iconici della serie, in un miscuglio di passato e presente che già basta per dare unicità al nuovo episodio.
E se da un lato è magari vero che Nintendo non pubblicizzerà in maniera massiccia il gioco, quantomeno non con l’intensità e la frequenza dei predecessori più illustri, questo non significa certo che la Grande N lo veda come un progetto minore. Al contrario, siamo davanti ad un Fire Emblem all’ennesima potenza, capace di rendere onore ad una serie che di rallentare non sembra volerne sapere.

Fire-Emblem-Engage-1



IL DRAGO DIVINO

Le vicende di Fire Emblem Engage si svolgono nel continente di Elyos e vedono per protagonista Alear, erede del Dragon Divino del quale il giocatore può personalizzare il nome ed il sesso prima di iniziare la partita. Mille anni dopo una cruenta battaglia che ha permesso al Drago Divino Lumera di sigillare lontano dal mondo il Drago Maligno Sombron, Alear si risveglia dal suo sonno millenario, venendo accolto a braccia aperte dalla madre Lumera. Alear tuttavia ha perso gran parte dei suoi ricordi prima del suo sonno lungo un migliaio d’anni, e non ha dunque memorie chiare del Dragon Divino o della sua importante eredità. È tuttavia in grado di evocare gli Anelli Emblema con i suoi poteri unici, permettendogli in questo modo di fare la conoscenza dell’eroe Marth.
Il momento di gioia per il risveglio e la riunione con la madre è tuttavia molto breve: nell’Elyos iniziano a comparire gli Aberranti, creature maligne non-morte che segnano l’imminente ritorno di Sombron dopo essere stato confinato in un’altra dimensione nell’ultimo millennio. Il Castello di Lumera viene improvvisamente attaccato dalle armate del Regno di Elusia, servitori di Sombron con l’obiettivo di riportarlo in vita. Nell’attacco molti degli Anelli Emblema vengono rubati dall’invasore, e Lumera sacrifica la sua stessa vita per proteggere Alear dall’attacco mortale di un misterioso individuo incappucciato. Con la madre che spira tra le sue braccia, tocca ora al protagonista ereditare il titolo di Drago Divino, caricandosi sulle spalle il compito di proteggere l’Elyson dal ritorno di Sombron. Accompagnato da preziosi alleati incontrati lungo il cammino, Alear si mette alla ricerca dei 12 Anelli Emblema così da prepararsi a sconfiggere una volta per tutte il Dragon Maligno.
Rispetto a Three Houses, Engage torna ad avere una trama più asciutta e lineare, che segue un unico percorso senza particolari ramificazioni. Se da un lato ciò dovrebbe garantire una narrativa più concentrata sullo stile di quanto visto nei capitoli più vecchi, dall’altra emerge come, in verità, Engage sia forse uno dei Fire Emblem più deboli in termini di narrativa.
A non convincere non è solo l’impostazione della storia in sé, piuttosto classica e scontata senza grossi guizzi creativi, ma anche una scrittura dei dialoghi fortemente discutibile. Le conversazioni tra i personaggi, anche nei momenti più drammatici del racconto, appaiono troppo spesso banali ed infantili, se non addirittura al limite del “cringe” in più occasioni, e rendono difficile riuscire a prendere seriamente l’evolversi della storia che, teoricamente, momenti cruciali e qualche colpo di scena li avrebbe pure. Manca purtroppo il coinvolgimento e l’epicità che ha caratterizzato alcuni dei migliori esponenti del franchise, con Engage che invece poggia fin troppo su tematiche, sviluppi ed evoluzioni già ampiamente sperimentate in passato, con l’aggravante pure di qualche forzatura sparsa per giustificare il proseguo della storia.
Fire Emblem Engage non riesce dunque a convincere su questo preciso aspetto, e questo nonostante il cast di personaggi nel complesso riesca comunque a suscitare le simpatie del giocatore, che si ritrova davanti a personaggi variopinti e dalle personalità ben definite, che in qualche occasione possono pure strappare un sorriso. Peccato però che la struttura complessiva dei dialoghi e la storia in sé non riescono a valorizzare completamente Alear ed i suoi compagni. Sempre meglio comunque degli antagonisti, un concentrato di stereotipi al limite dell’accettabile.



L’UNIONE FA LA FORZA

Dispiace per una narrativa così debole, considerato che a conti fatti è l’unico aspetto non riuscito della produzione Nintendo. In tutto il resto, infatti, Fire Emblem Engage ha qualità da vendere e, pur magari senza stravolgere nulla o raggiungere l’eccellenza, ha tutte le carte in regola per dimostrarsi un’altra grande aggiunta all’iconico brand tattico della Grande N.
Sostanzialmente Engage resta fedele alla tradizione, riproponendo tutte le meccaniche base della serie: siamo sempre davanti ad un RPG strategico a turni dove ogni mossa deve essere studiata con attenzione e gli equipaggiamenti ben gestiti così da sfruttarne al massimo i vantaggi e ridurne al minimo le debolezze. Tante le Classi che andranno a caratterizzare il nostro vasto party, ciascuna con propri punti forti e deboli da studiare attentamente, così come decisamente vasto è l’armamentario a nostra disposizione tra spade, asce, lance, tomi magici, archi, coltelli e molto altro ancora. Con i consueti Sigilli, inoltre, è possibile evolvere una Classe base a quella successiva ed ancora più potente, oppure cambiare direttamente categoria ad un’unità per spostarla verso uno sviluppo completamente diverso, a seconda delle nostre esigenze. Da tenere inoltre a mente che tutte le Classi hanno un Level Cap fissato a 20, con l’esclusione dei Ladri che possono arrivare anche fino a 40 (non avendo loro una Classe Avanzata in cui “evolversi”).
E come ormai tradizione da Fire Emblem Awakening in poi, anche stavolta al giocatore viene data la possibilità di personalizzare la difficoltà a suo piacimento: può ad esempio impostare il permadeath delle unità cadute in battaglia oppure no, così come affrontare un grado di sfida molto impegnativo oppure più permissivo, sfruttando magari i vantaggi (comunque facoltativi) della Cronogemma, che permette di riavvolgere il tempo all’indietro ed in questo modo correggere eventuali errori strategici. Insomma, c’è tutto il necessario per venire incontro alle esigenze del più vasto pubblico possibile: i neofiti e i meno pratici di RPG tattici si potranno godere un’avventura coinvolgente e ben strutturata senza faticare in maniera eccessiva, mentre i puristi troveranno pane per i loro denti, considerato tra l’altro che molte delle battaglie di Engage (soprattutto giocando le Appendici secondarie) risultano anche decisamente impegnative e faranno pagare a caro prezzo anche l’errore più banale.
Fin qui siamo davanti al classico Fire Emblem, ed in effetti in termini di gameplay i fan della serie si sentiranno immediatamente a casa, avendo ben chiare le basi del gioco e potranno dunque iniziare subito al meglio la loro avventura. Ci sono tuttavia un paio di meccaniche inedite che offrono una profondità tattica ancora maggiore.
Anzitutto, viene introdotta la meccanica della Breccia: se mandata a segno consente al giocatore di disarmare l’avversario fino alla fine del suo turno, potendo dunque continuare ad attaccarlo liberamente senza correre il rischio di subire danni. Attenzione però, dato che anche i nemici possono causare una Breccia rendendo dunque inerme uno o più membri della nostra squadra, che a quel punto sono esposti a pericoli maggiori. In ogni caso il grado d’evasione non viene intaccato, dunque anche da disarmata un’unità può comunque schivare i colpi nemici evitando così di subire ingenti danni.
Ma la vera, grande novità di Engage è rappresentata appunto dagli Anelli Emblema, che possono essere equipaggiati da ciascuno dei nostri personaggi. Ci sono in tutto 12 Anelli Emblema, ognuno raffigurante i protagonisti di tutti i principali capitoli della serie: da Marth a Lucina, da Celica a Roy, passando per Ike, Sigurd, Corrin e Byleth, tutti i più importanti Fire Emblem vengono qui rappresentati, permettendo così ai giocatori di poter nuovamente impersonare, seppur in maniera indiretta, alcuni dei loro personaggi preferiti.



Ma non si tratta di una semplice meccanica di Fan Service dato che, al contrario, il loro abbinamento a specifici personaggi consente di avere accesso ad una moltitudine di vantaggi, armi e poteri aggiuntivi da utilizzare in combattimento. Una volta che la sincronizzazione con un Anello raggiunge il suo massimo, sarà possibile evocare i personaggi storici e modificare drasticamente l’aspetto dell’evocatore, che potrà quindi sfruttare nuove abilità ed alcuni poderosi attacchi finali per massimizzare la propria efficacia in battaglia ed aumentare le proprie chance di vittoria. L’Unione durerà per qualche turno, e sarà poi necessario attendere che l’apposito indicatore si riempia nuovamente (a meno di non raggiungere specifiche caselle sparse lungo gli scenari, caratterizzate da auree blu che velocizzano la ricarica). Ogni personaggio può essere combinato con ogni Anello Emblema, sebbene comunque la selezione andrebbe fatta con criterio: devono esserci compatibilità d’armi ed una forte affinità affinché l’Unione venga sfruttata al massimo del suo potenziale, massimizzando totalmente l’efficacia delle nostre unità.
Tramite la spesa di Frammenti speciali è inoltre possibile anche apprendere le abilità specifiche degli Anelli, sia attive che passive, per permettere alle singole unità di poterle continuare ad utilizzare anche una volta rimosso dall’equipaggiamento lo specifico Anello Emblema, magari perché assegnato ad un altro dei nostri eroi. E sempre partendo dagli Anelli Emblema è possibile addirittura creare e fondere tra loro Anelli di entità minore raffiguranti tutti i più noti comprimari di ogni episodio della serie: questi anelli possono essere assegnati come equipaggiamento a ciascuna delle nostre truppe, che ottengono in questo modo un boost ai singoli parametri divenendo in questo modo ancora più prestanti. Vale dunque la pena spendere un po’ di tempo nella creazione e combinazione di Anelli, così da utilizzarli come preziosi equipaggiamenti aggiuntivi.
Il concetto degli Anelli su cui poggia le sue basi Fire Emblem Engage si rivela a conti fatti un’idea piuttosto intrigante che mescola sapientemente Fan Service e meccaniche inedite che riescono a regalare un tocco di profondità in più al lato strategico dell’opera. Imparare a sfruttarli al meglio, così come studiare attentamente ogni combinazione, si rivela fondamentale per chi vuole uscire vittorioso anche dalle sfide sulla carta più ostiche, ad ulteriore prova di quanto il gameplay, seppur fortemente tradizionale, appaia ancora più profondo che in passato. Gli Emblemi godo tra l’altro di un proprio livello d’esperienza, direttamente collegato al legame stretto con il personaggio a cui sono assegnati: maggiore diverrà il legame, maggiori saranno i poteri ed i vantaggi a disposizione, pertanto portare ogni rapporto al livello 20 è estremamente prezioso per rendere ancora più devastanti i membri del nostro gruppo.
Il Sostegno chiaramente non riguarda solo gli Emblemi, ma anche i rapporti tra i singoli personaggi: come visto in tanti altri Fire Emblem passati, far combattere fianco a fianco specifiche unità consente loro di instaurare un legame un poco alla volta sempre più forte, sbloccando dunque non solo dialoghi inediti ma anche un supporto attivo sul campo di battaglia che aiuta non solo a massimizzare i danni, ma anche a godere di difese ancora più sostanziose.
E che dire poi dell’avventura in sé, della struttura delle mappe e dei tanti contenuti a disposizione? Fire Emblem Engage dimostra in tal senso di essere uno degli esponenti più ricchi della serie. Il design delle mappe appare davvero ben fatto e lascia spazio a tanti approcci e tattiche diverse, intrattenendo a lungo nel corso dei 25 e passa capitoli che compongono la storia principale. Lo scopo principale è solitamente quello di eliminare il boss di turno o sconfiggere tutti i nemici presenti su schermo, ma in alcuni casi non mancano prove di resistenza fino ad un determinato turno oppure fughe verso una meta per completare il capitolo in corso. Nel mezzo, però, ci sono tantissimi ostacoli e nemici da affrontare che non vanno sottovalutati, pronti come sono a metterci i bastoni tra le ruote. Il posizionamento di trappole ed avversari è generalmente ben impostato, con il giocatore che ha a disposizione tutto il tempo necessario per capire quale approccio, arma e quale unità è meglio utilizzare a seconda delle situazioni.

FE-Engage-All-New-Class



In ogni caso i livelli della trama principale godono di un grado di sfida nel complesso equilibrato, ma è dalle Appendici che arrivano le soddisfazioni maggiori. Questi incarichi secondari, in larga parte collegati agli Anelli Emblema, permettono addirittura di rivivere alcune delle battaglie più iconiche dei vecchi Fire Emblem, per un ulteriore tocco di Fan Service comunque implementato alla grande considerato che sono proprio questi livelli a regalare le sfide più ardue ma anche le più gratificanti una volta completate. Non mancano infine scaramucce minori con cui intrattenersi, utili in particolare per potenziare i vari membri del nostro party prima di avanzare nella storia, e che cambiano continuamente a rotazione capitolo dopo capitolo.
E tra una battaglia e l’altra, c’è spazio anche per i momenti di svago. In questo caso entra dunque in gioco il Somniel, di fatto il nostro rifugio e base operativa dove si svolgono la maggior parte delle interazioni sociali del gioco (un po’ come la scuola di Three Houses, per intenderci, seppur non articolata fino a quel punto). Qui sarà possibile intraprendere alcune attività di svago per aumentare l’affinità con i compagni d’armi, oltre a gestire gli Anelli, l’inventario e l’equipaggiamento delle nostre truppe. Nella piazza centrale sono tra l’altro presenti diversi negozi con cui interagire, come l’Emporio o l’Armaiolo per riempirsi di nuove armi e strumenti (tutto ad un prezzo ovviamente, pertanto è bene gestire al meglio le risorse economiche a nostra disposizione), oltre a poter sfruttare i servizi del Fabbro per potenziare le armi (che anche stavolta non si usurano mai, ad eccezione dei Bastoni) oppure il Sarto per acquistare nuovi abiti per ogni membro del nostro esercito (che tuttavia hanno valenza solo estetica ed indossabili solo nel Somniel).
Non mancano inoltre alcuni minigiochi con cui intrattenersi, sebbene a lungo andare tendano a perdere tutto il loro mordente, mentre è presente persino un’Arena in cui far combattere le nostre unità così da potenziare ulteriormente i loro parametri prima di tornare a seguire la storia principale.
Nel complesso, comunque, il Somniel non si rivela particolarmente elaborato o profondo e, anzi, la maggior parte delle sue attrattive non sono in verità così fondamentali. Un poco alla volta tutto il contorno verrà tralasciato per concentrarsi solo sugli aspetti più centrali, ed ecco quindi che questi aspetti “sociali” sono in fondo ridotti al minimo indispensabile, risultando nel complesso meno brillanti rispetto magari a quanto visto in Three Houses o nei giochi della serie ancora più indietro.
Ciò comunque non toglie che l’offerta contenutistica di Engage sia comunque considerevole, anche senza magari offrire storie alternative come fatto da Three Houses. C’è quanto basta per intrattenersi per decine di ore con l’opera Nintendo: chi vorrà concentrarsi soltanto sulla trama principale potrebbe arrivare ai titoli di coda in una ventina di ore, viceversa ci sono così tante attrattive che il timer potrebbe anche superare abbondantemente le 30 ore, confermando in questo modo una longevità di tutto rispetto per questo RPG tattico.
C’è qualche sbavatura e nel complesso la formula ludica resta molto fedele alla tradizione del franchise nonostante le gradite aggiunte, ma la verità è che si tratta di problematiche minori e che vengono letteralmente sommerse da un mare di pregi, confermando ancora una volta la serie di Fire Emblem tra i gioielli di Nintendo che sembrano non sbiadire mai.

fire-emblem-engage-emblems-5_jpg_800x0_crop_upscale_q85



PROGRESSO TECNICO

Che Nintendo Switch sia una console che tecnicamente non può fare miracoli è un fatto ormai ben noto, ciò tuttavia non significa che i suoi giochi di punta non possono risultare ugualmente belli da vedere. Ed in tal senso, Fire Emblem Engage è davvero splendido in termini visivi, capace anche di compiere un notevole passo in avanti rispetto a quanto mostrato quattro anni prima da Fire Emblem: Three Houses. Tutto appare infatti molto più curato e dettagliato rispetto al predecessore, con Engage che dimostra anche una risoluzione maggiore scorrendo che è un piacere su Switch, che si giochi in portabilità oppure sullo schermo di una TV.
Gli scenari godono di una splendida caratterizzazione, risultando ben variegati e ricchi di particolari in grado di dare loro unicità, ed anche i modelli poligonali di ciascun personaggio sono degni di lode: se da un lato è vero che il character design in alcuni casi tenda ad andare un po’ sopra le righe, ciò non toglie che in termini estetici siamo davanti ad uno dei cast più sgargianti e riconoscibili mai proposti dalla serie, con eroi e nemici valorizzati da dettagli peculiari (il doppio colore di Alear ha tra l’altro un significato cruciale in termini narrativi e non è solo una stravagante scelta di design) che permettono loro di non passare mai inosservati.
E se le animazioni in battaglia si confermano ancora una volta ben curate e splendide da vedere, convince anche l’ottima impostazione visiva dei momenti d’esplorazione e l’eccellente regia dei filmati d’intermezzo, che sembrano per davvero un’anime in azione. Il tutto scorre poi senza incertezze tecniche, ad ulteriore riprova del grande lavoro svolto da Intelligent Systems per ottimizzare al meglio il gioco, riuscendoci in maniera molto più convincente rispetto a quanto visto in Three Houses.
Lato sonoro siamo davanti al classico Fire Emblem, quello che riesce a conquistare con brani sempre azzeccati a seconda delle circostanze: che si tratti di una semplice scaramuccia, di una battaglia principale o di uno scontro epico e cruciale, il sottofondo musicale saprà sempre valorizzarlo, senza incertezza alcuna e con brani immediatamente orecchiabili. Ciliegina sulla torta, un doppiaggio ben recitato sia in giapponese, sia in lingua inglese.

divine_dragon_battle_2



L’ENNESIMO, GRANDE FIRE EMBLEM

Capitolo dopo capitolo, Fire Emblem sembra una serie infallibile, una di quelle che Nintendo sembra non sbagliare mai e che riescono sempre a coinvolgerti, a lasciarti qualcosa, a regalarti grande intrattenimento e battaglie memorabili. Fire Emblem Engage non fa eccezione, ma anzi consolida ancora di più la già grande fama dell’iconica serie RPG Tattica nata su Famicom in quell’ormai lontanissimo 1990.
A vederlo sembrava essere un episodio di passaggio, uno che la stessa casa di Kyoto alla fine non stava pubblicizzando in maniera chissà quanto massiccia e che sembrava puntare più sul Fan Service che sull’evoluzione di un concept ormai perfettamente collaudato: del resto la presenza dei protagonisti storici di tutti i vecchi episodi come parte attiva del gameplay sembrava far pensare questo, ma la verità è che la loro inclusione si rivela molto più azzeccata di quanto si possa immaginare.
Perché se da un lato è vero che questo capitolo resti molto fedele alla tradizione abbandonando alcune delle ramificazioni e complessità viste in Fire Emblem: Three Houses, le aggiunte effettuate da Engage si rivelano davvero azzeccate. Sia la gestione degli Anelli Emblema che dell’inedita meccanica della Breccia donano infatti al gioco una profondità strategica ancora più marcata rispetto al passato, evidente soprattutto giocando a difficoltà maggiori. Engage risulta essere forse l’episodio più impegnativo tra quelli realizzati nell’ultimo decennio, ed i puristi della serie troveranno tante profonde sfide con cui mettere alla prova le loro capacità tattiche, ma al tempo stesso lascia spazio ad ampie personalizzazioni che permettono di renderlo pienamente godibile anche ad un neofita o ai meno esperti di strategici a turni, rivelandosi così un prodotto indicato ad ogni tipo di pubblico.
Dall’avvincente avventura principale fino alle impegnative e spettacolari Appendici che strizzano tra l’altro l’occhio alla nostalgia, Engage ha tutto l’occorrente per confermarsi un’altra brillante aggiunta ad una serie di successo, capace di tenere incollati allo schermo per svariate decine di ore. E di fronte alle sue diverse meraviglie gli si perdonano anche le sue sbavature e le sue ingenuità, a partire da una componente social, rappresentata dal Somniel, davvero poco sviluppata e che perde velocemente di mordente a causa di interazioni e minigiochi non particolarmente intriganti. Pollice verso invece per il comparto narrativo: in tal senso, al contrario di tutto il resto, siamo davanti ad uno dei Fire Emblem meno convincenti. Non che la serie abbia mai spiccato chissà quanto in termini di caratterizzazione narrativa, ma indubbiamente in Engage si è fatto poco per dare vita ad una storia che convincesse per scrittura dei dialoghi ed evoluzione dell’intreccio, che scadono più volte nel banale, nello scontato e nel già visto.
Ma di fronte a tutto il resto, compreso un comparto audiovisivo di tutto rispetto e davvero splendido sia da vedere che da ascoltare (in tal senso sono stati compiuti diversi apprezzabili passi avanti rispetto a Three Houses), l’ultimo esponente dell’iconico franchise si rivela un prodotto imperdibile per tutti gli amanti del genere. Non avrà magari la complessità e le ramificazioni del suo predecessore, ma Fire Emblem Engage si conferma un prodotto di altissimo livello, che ha fatto iniziare il 2023 di Nintendo nel migliore dei modi.

VOTO FINALE : 8.5

 
Web  Top
view post Posted on 9/3/2023, 22:06
Avatar

Spammatore folle

Group:
Member
Posts:
3,016
Location:
Genesis

Status:


Un'altra volta pubblichi la recensione di un Fire Emblem con un voto alto, e un'altra volta mi ricordo che non ne ho mai finito manco mezzo. Mi sento sporco XD

Comunque grande recensione come sempre Chris ;) :cheers:
 
Top
view post Posted on 12/3/2023, 19:30
Avatar

Leggendario Maestro del Forum

Group:
Administrator
Posts:
4,738
Location:
Roma

Status:


CITAZIONE (The Warden Eternal @ 9/3/2023, 22:06) 
Un'altra volta pubblichi la recensione di un Fire Emblem con un voto alto, e un'altra volta mi ricordo che non ne ho mai finito manco mezzo. Mi sento sporco XD

Comunque grande recensione come sempre Chris ;) :cheers:

Grazie mille! E come diciamo sempre, non è mai troppo tardi per recuperare una grande serie, come Fire Emblem appunto ;)
 
Web  Top
2 replies since 8/3/2023, 21:48   61 views
  Share