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Resident Evil 4 Remake, Recensione di ChrisMuccio

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view post Posted on 9/4/2023, 11:00
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RESIDENT EVIL 4 REMAKE



3max



CASA: CAPCOM
SVILUPPATORE: CAPCOM
GENERE: ACTION/HORROR
GIOCATORI: 1

RINNOVARE UN CAPOLAVORO


Prima di addentrarci nel cuore di questa importante recensione, è utile fare un tuffo nel passato, così da comprendere ancora di più, ancora meglio, quanto il ritorno di Resident Evil 4 sia a suo modo un evento.
Torniamo indietro al 2002, per la precisione: in quell’anno su GameCube vide la luce il remake del primo Resident Evil. Noto anche con il nome di “Rebirth”, Capcom scrisse la storia con questo importante rifacimento: di fatto ha realizzato quello che ancora oggi si può considerare come il miglior remake della storia videoludica. Non solo Resident Evil per GameCube elevava all’ennesima potenza la storica formula di gioco dei classici originali della serie, ma ampliava, perfezionava e rendeva ancora più grande il leggendario Survival Horror del 1996. Quel Resident Evil è un paradigma del suo genere, nonché l’esempio per eccellenza su come va realizzato un Remake con la R maiuscola.
Ma fu anche una sorta di canto del cigno per la formula di gioco originale, fatta di atmosfere horror, scenari claustrofobici, poche risorse ed inquadrature fisse. La serie Capcom in quella forma aveva ormai detto tutto ciò che aveva da dire, come confermato in maniera definitiva dal successivo Resident Evil Zero uscito poco tempo dopo sempre sul Cubo di Nintendo. Shinji Mikami prese dunque coraggio, preparandosi a rivoluzionare per sempre la serie che lo ha reso famoso in tutto il mondo e consolidato il nome di Capcom nell’Olimpo delle più grandi software house di sempre.
Nel 2005 vide la luce Resident Evil 4, ed il franchise non sarebbe mai più stato lo stesso. Seppur proiettato verso un’impostazione più Action, il totale stravolgimento delle meccaniche di gioco, ora più fluide e moderne, unito alla telecamera posta sulle spalle del protagonista sdoganata proprio da questo gioco, hanno reso Resident Evil 4 uno dei giochi più grandi di ogni epoca, un capolavoro di stile, giocabilità, tecnica e idee che è poi divenuto un punto di riferimento per l’industria videoludica da quel momento in poi.
Tra alti e bassi, Resident Evil è andato avanti ed ha continuato a cambiare, trasformarsi, nel tentativo di restare al passo con i tempi. E se capitoli dalla forte impronta Action come Resident Evil 5 e Resident Evil 6 hanno diviso in due critica e pubblico, il parziale ritorno alle origini attuato con Resident Evil 7 Biohazard e Resident Evil Village hanno riportato Capcom di nuovo sui gradini più alti del podio.
Ma nel mezzo non ci sono stati solo capitoli principali, così come non sono stati pubblicati solo Spin-Off. Dopo anni di richieste e desideri dei fan, che ancora hanno ben saldo nel cuore i ricordi di Resident Evil Rebirth, Capcom decide che è finalmente giunto il momento di tornare a fare remake. Il rifacimento di Resident Evil 2 diventa realtà e viene osannato praticamente all’unanimità per via della sua riuscita reinterpretazione del classico originale. Con il remake di Resident Evil 3 la situazione sarà un po’ diversa, a causa di troppi stravolgimenti e grosse mancanze che hanno fatto storcere il naso ai fan di lunga data; ciò non toglie che, comune, il Resident Evil 3 del 2020 sia comunque di suo un prodotto di valore, segno di come Capcom sembra aver imboccato la strada giusta con questi rifacimenti moderni, non solo apprezzati, ma anche campioni d’incassi.
E se tutti speravano nel remake di Resident Evil Code Veronica come passo successivo, la compagnia nipponica stupisce tutti, annunciando Resident Evil 4 Remake. In un primo momento tale scelta lascia perplessi: con il gioco originale riproposto in tutte le salse e ancora oggi godibilissimo, serviva davvero una simile operazione?
Dubbi che si sono però sciolti come neve al sole quando i primi trailer del gioco hanno fatto capolino, mostrandoci come Capcom voglia fare le cose veramente in grande con questa riedizione modernizzata. Facendo tesoro dell’esperienza, degli elogi ma anche delle critiche ricevute con gli altri remake più recenti, il nuovo Resident Evil 4 diventa realtà ponendosi a metà strada tra la fedeltà al capolavoro originale ed il completo rinnovo. Tutto ciò che offriva l’opera del 2005 viene dunque plasmata, ritoccata, aggiornata e perfezionata, ricordandoci anche nel 2023 perché Resident Evil 4 è uno dei più importanti capolavori mai offerti dalla storia videoludica.
Ma ancora di più, Capcom riesce a sconvolgere chiunque con il suo ultimo lavoro.
Perché?
Perché a distanza di oltre 20 anni, siamo davanti ad un nuovo “Resident Evil Rebirth”.

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SEI ANNI DOPO RACCOON CITY

Leon S. Kennedy è un uomo profondamente diverso dal giovane novellino che arrivò a Raccoon City, nel pieno dell’epidemia di T-Virus che porterà alla distruzione della città. La Umbrella Corporation non esiste più, le sue cospirazioni sono venute alla luce ed il mondo spera che un disastro come quello di Raccoon City possa non ripetersi mai più. Ma quella tragedia ha segnato per sempre la vita di Leon, che non riesce a dimenticare quanto ha vissuto in quei drammatici giorni.
Costretto ad accettare una proposta impossibile da rifiutare, Leon diventa un agente al servizio degli Stati Uniti, e viene sottoposto ad un addestramento massacrante sotto la guida del maggiore Jack Krauser. Un poco alla volta, da ragazzo senza esperienza ma con un istinto di sopravvivenza secondo a nessuno, Leon si trasforma in un agente a tutto tondo, capace di affrontare gli incarichi più pericolosi e divenendo una risorsa di inestimabile valore per il governo americano.
Ma è nell’autunno del 2004 che gli verrà assegnata la sua missione più importante: Ashley Graham, la figlia del Presidente degli Stati Uniti, è stata rapita da una spia ignota e portata fino nella più remota Spagna rurale. Con il supporto via radio fornito da Ingrid Hunnigan, nelle prime ore dell’alba Leon giunge nei pressi di uno sperduto villaggio, accompagnato via macchina dalla sua scorta locale. Uno dei poliziotti si allontana dall’auto, attirato da alcuni misteriosi suoni provenienti dalla foresta.
Quando Leon si mette alla ricerca dell’agente scomparso, ben presto si renderà conto che quel luogo sinistro è in verità molto più pericoloso di quanto potesse mai immaginare: gli abitanti del villaggio sembrano impazziti, come posseduti da un’entità maligna, ed attaccano con lo scopo di uccidere qualunque creatura incontrano, esseri umani compresi. Ma Leon trova anche la conferma che cercava: Ashley si trova effettivamente in quel villaggio.
Ha dunque inizio la missione più pericola di Leon Kennedy, che ben presto si scontrerà con la misteriosa setta dei Los Illuminados ed i devoti Ganadosi, ossia tutti gli abitanti del luogo caduti sotto il controllo del parassita Las Plagas.
Come accaduto nei precedenti remake, anche con Resident Evil 4 si assiste ad un importante rinnovo di tutto l’impianto narrativo, che viene qui ampliato in maniera importante e con una caratterizzazione dei personaggi molto più cruciale rispetto a quanto visto nel 2005.

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È bene anzitutto chiarire una questione: la narrativa nell’originale Resident Evil 4 non era esattamente l’aspetto migliore o più rilevante del gioco. La trama era infatti un contorno volto a contestualizzare gli eventi del gioco e la missione di Leon, e pure se ovviamente non mancavano sviluppi e colpi di scena, all’epoca il team di Mikami non puntò su questo elemento lasciandolo volutamente in disparte, mettendo in scena una storia piuttosto semplice e senza grossi guizzi creativi.
Trattandosi per l’appunto di un remake, il “nuovo” quarto capitolo di Resident Evil non stravolge certo quanto raccontato in passato, e dunque la storia rimane piuttosto classica e senza la pretesa di sconvolgere. Tuttavia, i ritocchi messi a punto da Capcom si rivelano fondamentali per dare ancora più senso alle vicende di Leon in terra spagnola. I filmati godono ora del taglio cinematografico già apprezzato nei remake di RE2 e RE3, non mancano cutscene approfondite o del tutto inedite che non solo rendono più coinvolgenti gli sviluppi del gioco, ma danno una caratterizzazione più consistente a tutti i personaggi coinvolti.
Già dall’introduzione si nota questo importante cambio di tono: se infatti il RE4 del 2005 iniziava raccontandoci la caduta dell’Umbrella, il RE4 del 2023 si sofferma invece su Leon stesso, sui traumi che lo accompagnano sin dalla distruzione di Raccoon City e sull’esperienza militare vissuta negli anni successivi, con la speranza che la sua nuova missione possa permettergli di lasciarsi per sempre alle spalle gli orrori vissuti nella sfortunata cittadina. Certo, RE4 Remake compie alcune volte un errore visto anche nel rifacimento di Resident Evil 2: dare troppo per scontato che ogni giocatore conosca a memoria l’intera storia di Resident Evil, rischiando in questo modo di lasciare straniti i neofiti che magari hanno scoperto la serie grazie ai remake ed ai giochi moderni. La fine dell’Umbrella viene quasi del tutto tralasciata, con i nuovi arrivati che restano all’oscuro di determinati sviluppi e conseguenze di quanto visto nei precedenti episodi.
A parte questo, comunque, per tutto il resto Capcom ha svolto un lavoro encomiabile, soprattutto per quanto riguarda i personaggi come diceva poche righe prima. Leon non ha perso i suoi “dad jokes” ed i suoi dialoghi spesso sono sopra le righe proprio come ai vecchi tempi, ma adesso appare ancora di più come una persona credibile, vera e propria, che reagisce ed osserva ciò che lo circonda e che mostra una maturità consistente rispetto al novellino che era nel secondo capitolo.
Ma chi davvero stupisce oltre ogni immaginazione è proprio Ashley. Quello che una volta era il personaggio più detestato dalla fanbase, irritante e fastidiosa anche a livello di gameplay, è diventato ora uno degli elementi più belli dell’intero Remake. Proprio come Leon, anche Ashley adesso appare realistica, reagisce in maniera credibile alla realtà che la circonda ed instaura un poco alla volta un rapporto di fiducia con il suo salvatore che si sviluppa in maniera naturale ed affascinante nel corso dell’avventura. Ashley non è più la “damigella in pericolo” vista in passato, ma sa rendersi utile, sa farsi apprezzare, e si finisce un poco alla volta con l’amare il suo rinnovato personaggio che ti spinge a volerla proteggere per davvero. Capcom ha letteralmente stravolto un personaggio detestato dai più fino a renderlo amabile e, soprattutto, sensato nel contesto in cui si svolge l’azione, e già solo per questo meriterebbe un sincero applauso.
Ma Capcom è andata ancora oltre,rinnovando persino i ruoli di Luis (che stavolta fa di cognome Serra Navarro, anziché il solo Sera) e Krauser: nei confronti di questi personaggi sono stati effettuati degli importanti “retcon” che, tuttavia, non solo non stravolgono la narrativa originale, ma anzi si rivelano studiati alla perfezione così da non creare nessuna possibile incongruenza. Lo stesso Luis, adesso, ha un ruolo molto più rilevante rispetto al vecchio RE4, con comparse più frequenti ed un ruolo meglio definito all’interno della storia. Stesso discorso per Krauser, le cui motivazioni sono adesso molto più chiare ed anche sensate. Azzeccata, infine, l’idea di tenere sostanzialmente all’oscuro l’antagonista principale, Osmund Saddler, per gran parte del gioco, lasciandolo solamente intravedere e creandogli attorno un’aura di mistero che rende ancora più epico il primo incontro con il temibile nemico.
Di fatto ogni singola comparsa nel gioco, da Ada Wong adesso ancora più misteriosa per poi passare ad altri nemici principali come Bitores Mendez e Ramon Salazar, sono stati arricchiti in questo remake, e la maggior cura riposta nella scrittura dei dialoghi riesce a valorizzare ciascuno di loro così come l’evolversi degli eventi, portando poi ad un finale esteso che si incastra alla perfezione con il resto della serie. La narrativa di Resident Evil 4 sicuramente non è diventata tutta d’un tratto memorabile o eccezionale, ma di sicuro adesso ha molto più senso, cura ed approfondimento, rendendo la vicenda maggiormente degna di essere vissuta.

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VECCHIO, NUOVO RESIDENT EVIL 4

La rivoluzione non passa solo attraverso la storia, ma anche e soprattutto attraverso il gameplay, il level design, la struttura dell’avventura intera. Resident Evil 4 Remake si pone in perfetta armonia tra fedeltà al capolavoro originale e totale modernizzazione, ed il risultato che ne viene fuori è di quelli esplosivi che denotano come Capcom abbia voluto trattare con enorme rispetto non solo il materiale d’origine, ma anche i suoi fan e tutti coloro che hanno amato il classico visto per la prima volta su GameCube.
Già dalla leggendaria fase iniziale si nota bene quali sono state le intenzioni della compagnia con questo importante progetto. I primi 15 minuti del gioco sono familiari e dal forte sapore nostalgico, ma al tempo stesso sono riproposti in una veste del tutto nuova che ti danno la sensazione di essere davanti ad un gioco nuovo pure se già hai vissuto il titolo originale. I primi minuti servono per prendere confidenza con i controlli e l’impostazione generale di interfaccia e gameplay, che riprendono esattamente quanto fatto con i precedenti remake, ma anche con Resident Evil Village.
E quando si arriva all’iconico assedio nel villaggio, il quadro diventa perfettamente chiaro: passato e presente si fondono in maniera armoniosa in un’unica realtà, dove scene iconiche sono rimaste sostanzialmente fedeli ma comunque rinnovate, nel frattempo che gli interi scenari del Villaggio, del Castello e dell’Isola vengono realizzati completamente da zero così da offrire non solo luoghi familiari ampliati e perfezionati per l’occasione, ma anche zone del tutto nuove che arricchiscono ancora di più il mondo di gioco. Certo, alcune stanze e scenari sono andati persi, così come qualche enigma del vecchio RE4, ma non siamo assolutamente davanti ad un caso come quello di Resident Evil 3 Remake: oltre al fatto che ambientazioni e luoghi simbolici sono tutti presenti, se qualcosa è stato rimosso viene invece sostituito con altro di nuovo pensato per l’occasione, oppure con i vecchi scenari resi ancora più grandi e ricchi rispetto a prima. Capcom non ha voluto lasciare nulla al caso, ha voluto invece mettere in piedi un prodotto enorme e pieno di spunti interessanti proprio come fu all’epoca la prima versione.
Il vero passo in avanti è comunque sul sistema di combattimento in generale. Il RE4 del 2005 era considerato dai più come un prodotto estremamente godibile ancora oggi a distanza di quasi due decenni dalla sua uscita, motivo per cui non c’era forse bisogno di un rifacimento attuale rispetto ad altri episodi più vecchi della serie. Al netto di ciò, tuttavia, RE4 Remake ha di fatto smentito questo comunque legittimo pensiero, semplicemente perché è riuscito ad elevare all’ennesima potenza le meraviglie del capolavoro di partenza, dandogli per davvero nuova linfa vitale.
L’impianto di base riparte da quanto fatto per i remake di RE2 e 3, per poi esplodere attraverso una strada tutta sua che eleva ulteriormente le grandi cose già fatte con i due citati progetti. L’azione appare fluida, dinamica, dal ritmo indemoniato e studiato alla perfezione: non solo Leon riprende tutte le sue abilità ed equipaggiamenti ben noti, tra pistole, fucili, granate, calci rotanti e suplex per fare strage di Ganados, ma adesso può fabbricarsi da solo munizioni e risorse (esattamente come già visto nei Resident Evil più recenti) e soprattutto fa un sapiente utilizzo del coltello, che diventa di fatto un’arma vera e propria e mai così preziosa nella storia della serie.

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I coltelli non servono solo come manovra evasiva o per stordire i nemici, ma consentono di scatenare un’abilità nuova di zecca per il franchise: il Parry. Ebbene sì, i pugnali questa volta possono essere utilizzati per deviare con un tempismo perfetto gli assalti nemici ed avere così spazio per un efficace contrattacco che può mettere in difficoltà anche l’avversario più coriaceo. Con i giusti riflessi, i coltelli possono essere utilizzati anche per respingere attacchi da distanza, che si tratti di un’ascia, una freccia o un proiettile, rivelandosi dunque una delle risorse più preziose in assoluto del nostro arsenale. Ma per quanto fondamentali, bisogna anche fare attenzione a non abusarne: i coltelli infatti hanno una resistenza limitata, e basta poco affinché si rompano divenendo inutilizzabili. Fortunatamente la nostra lama bianca in dotazione standard può essere potenziata, permettendole non solo di diventare più efficace, ma anche più resistente. Ma di questo ne parleremo dopo.
Prima, infatti, c’è da sottolineare quanto i nemici siano diventati ben più aggressivi rispetto a come li ricordavamo. I Ganados si dimostrano una pericolosa minaccia quando attaccano in gruppo, accerchiando Leon e mettendolo alle strette con la loro implacabile ferocia: possono colpirci in massa prosciugando velocemente le nostre energie vitali, e ricorrono anche a più tattiche rispetto al vecchio RE4, facendo ricorso ad armi ed oggetti contundenti di vario tipo. Il discorso vale anche per tutte le altre fameliche creature che si incontreranno lungo il cammino: dai cani mutanti ai Garrador, questi mostri risultano ancora più temibili e lasciano spazio ad un grado di sfida stimolante ed in diversi casi anche piuttosto impegnativo, a tratti anche di più rispetto all’opera originale. Il tutto senza dimenticare la presenza di qualche nemico inedito (come contadini di grosse dimensioni armati di martellone), oltre a vecchi avversari completamente reinterpretati in questo Remake, con nuove routine comportamentali che danno vita a situazioni di gioco completamente nuove da affrontare.
E se da un lato bisognerà gestire con attenzione munizioni, cure e risorse, dall’altro per fortuna se ne troveranno in sufficiente abbondanza così da non correre il rischio di ritrovarsi a secco nei momenti più gravi. Dalla nostra parte, ancora una volta, abbiamo infatti la mitica valigetta/inventario da gestire, permettendoci di incastrare quanti più strumenti possibili e di potenziarla per renderla più capiente; stavolta, tra l’altro, sarà pure possibile cambiarne il colore, che fornirà in questo modo effetti diversi a seconda dello stile adottato permettendo di trovare più facilmente un determinato tipo di oggetto (più munizioni per la pistola, più erbe rosse, più strumenti per la creazione di munizioni e così via).
Ma la ricerca di importanti risorse, denaro compreso, passa anche attraverso l’esplorazione degli scenari che ci circondano, pieni di tesori e segreti da scoprire. Alternando tradizione e novità, le mappe sono state del tutto ridisegnate per favorire anche i momenti esplorativi, così da trovare quanti più strumenti possibili che possono andare a nostro totale vantaggio. Tesori e cimeli preziosi sono questa volta molto più numerosi e vari, e tra l’altro anche il sistema di crafting di queste risorse è stato potenziato, con i giocatori che possono dare vita alle più svariate combinazioni per creare tesori di inestimabile valore che possono essere rivenduti a caro prezzo così da arricchirsi molto velocemente.
Ed è qui che entra in gioco il nostro migliore amico: il Mercante fa il suo trionfale ritorno in Resident Evil 4 Remake e, oltre ad essere divenuto molto più chiacchierone, offre un servizio ancora più vasto al nostro Leon, a patto ovviamente di avere in tasca ingenti quantità di Pesetas, ovviamente!
Non solo il Mercante ci venderà un poco alla volta nuove armi (le stesse del gioco originale, ma non manca qualche gradita novità) , valigette più ampie e preziose risorse curative, ma sarà come di consueto l’addetto al potenziamento delle nostre bocche da fuoco e del coltello, rendendole sempre più potenti, capienti e rapide. La spesa per i power-up risulta essere la più onerosa, motivo per cui si rende indispensabile mettere da parte quanti più soldi possibili così da essere pronti ad affrontare le sfide più ardue in piena avventura. E non solo, il nostro amico ci mette nuovamente a disposizione il suo Poligono di Tiro: l’amato minigioco fa il suo ritorno in una veste aggiornata e con ricompense ancora più utili: a seconda dei punteggi raggiunti verremo ricompensati con una serie di gettoni da utilizzare poi nell’apposita slot machine posta all’ingresso del poligono, così da ottenere in cambio ciondoli di diverso valore che, una volta equipaggiati (tre al massimo), doneranno a Leon ulteriori vantaggi passivi (come una maggior quantità di munizioni fabbricate, oppure una maggior quantità di salute ripristinata con le erbe verdi).
E per finire, il Mercante ci assegnerà pure qualche missione secondaria. Ricordate i medaglioni blu che si incontravano nelle prime fasi del gioco originale? Ecco, ora sono al centro di una serie di incarichi minori che, se portati a termine, ci donano come ricompensa un tot di Spinelli che possono essere scambiati sempre con il Mercante in cambio di altri oggetti o tesori speciali. Che si tratti di medaglioni blu, di fare disinfestazione di ratti o di sconfiggere un temibile mini-boss segreto, queste attività minori si rivelano molto utili, sebbene a lungo andare riproposte più volte e senza particolari differenze tra loro.
E che fine ha fatto Ashley? C’è anche lei ovviamente, un personaggio radicalmente migliorato non solo in chiave narrativa, ma anche lato gameplay. E se da un lato è vero che dovremo sempre continuare a proteggerla, anche in momenti estremamente movimentati, dall’altro Capcom ha cambiato le sue routine comportamentali, con la ragazza che resterà sempre al nostro fianco ed alla quale potremo ordinare di starci attaccati oppure leggermente distanti, a seconda di quanto grossi sono i pericoli che ci circondano. È stata in ogni caso rimossa la sua barra vitale: se Ashley viene colpita si accascerà a terra, ed in questo stato un ulteriore attacco le risulterebbe fatale. In questo caso a Leon basta avvicinarsi per rianimarla, magari dopo averla liberata dai suoi assalitori. Quest’ultimi, del resto, proveranno anche a portarsela via, proprio come nell’originale RE4: Leon dovrà dunque essere velocissimo a salvarla dai suoi aguzzini, prima che siano troppo lontani per essere acciuffati. Sebbene il suo ruolo in termini di gameplay non sai variato più di tanto, nel complesso la nuova Ashley riesce in un certo senso a non rivelarsi una presenza troppo ingombrante come certe volte era in passato, ed il fatto di non aver più una barra vitale autonoma in tal senso aiuta.

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Come si può evincere dopo questo approfondito discorso, Resident Evil 4 Remake si presenta a tutti gli effetti come un prodotto completamente rinnovato nel suo essere comunque fedele alla tradizione. Un compromesso che dimostra di funzionare in maniera incredibile e che non solo mantiene intatta l’essenza del capolavoro originale, ma la eleva ulteriormente toccando ancora una volta vette qualitative da mascella a terra. Ma è comunque vero che, per raggiungere questa perfetta armonia qualitativa, qualcosa è stato lasciato indietro: manca qualche area, è stata persino rimossa una boss fight ed in generale tutti quegli aspetti un po’ datati sono stati tolti o sostituiti così da garantire un ritmo perfetto anche alla versione moderna di RE4.
In tal senso, comunque, l’assenza più evidente è quella dei Quick Time Events: iconici nel 2005, nel 2023 sono ormai considerati in larga parte superati nell’industria videoludica e, di conseguenza, il Remake ha detto addio alla quasi totalità di questi momenti (ne restano pochissimi e legati principalmente ad alcune schivate). Scene simbolo del gioco originale, come la fuga dal masso, dalla statua gigante di Salazar e persino dal primo combattimento con Krauser, all’epoca totalmente incentrato sui QTE, sono dunque assenti in questo remake. Da un lato i fan più affezionati di Resident Evil 4 potrebbero restare delusi da una simile mancanza, dall’altra però ci si rende conto che la rimozione dei QTE è in verità molto meno pesante di quanto si possa immaginare. Si apprezza infatti molto di più la presenza di meccaniche sostitutive come l’aggiunta di piccole meccaniche stealth (che in alcuni casi possono fare davvero la differenza, come negli scontri con i Garrador), così come il rinnovato confronto con Krauser tutto incentrato sui parry, che da in questo modo vita ad uno dei combattimenti più spettacolari e coinvolgenti dell’intera serie.
È qui che risiede la grandezza di Resident Evil 4 Remake: aver studiato in maniera perfetta cosa togliere, cosa migliorare e cosa aggiungere, in una maniera così armoniosa che forse soltanto con il remake del primo Resident Evil si era raggiunta. Il rinnovo anche degli enigmi, ora presenti in maggiori quantità (sebbene comunque ancora piuttosto semplici), di praticamente ogni singolo elemento presente nel classico del 2005, permettono al capolavoro del 2023 di presentarsi fresco e nuovo pur nella sua natura di rifacimento, garantendo 15 ed oltre ore di puro coinvolgimento. E se da un lato è vero che al lancio sono mancati alcuni contenuti probabilmente in arrivo successivamente (come la modalità Mercenari, aggiunta poi gratis due settimane dopo il debutto sul mercato), dall’altro c’è così tanta carne al fuoco e così tanto spazio per la rigiocabilità che l’esperienza Capcom terrà incollati allo schermo per tanto, tantissimo tempo, fosse anche solo per tentare un’epica Speedrun con gli equipaggiamenti migliori.

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SENTIRSI A CASA

Il RE Engine ormai non ha più bisogno di presentazioni. Il motore grafico proprietario di Capcom ha già dimostrato negli ultimi anni la sua elevata qualità, dimostrandosi non solo estremamente versatile, ma anche perfetto per raggiungere eccellenti risultati tecnici su ogni piattaforma e con ogni tipo di gioco, che si tratti di un Action dai ritmi indemoniati come un Devil May Cry 5 oppure, per l’appunto, un Surival Horror d’azione come Resident Evil 4 Remake ed i più recenti episodi della serie.
Ancora una volta, Capcom realizza un gioiello tecnico e visivo degno di applausi. E sebbene ancora non siamo davanti ad un progetto al 100% next-gen, con questo remake la compagnia nipponica ha dimostrato che il suo RE Engine ha ancora tanto da dire e promette un futuro radioso per i giochi Capcom. RE4 Remake non è solo un splendore da vedere su PS5, ma funziona in maniera quasi ineccepibile sul fronte tecnico, senza l’ombra di un problema grave o particolarmente evidente. C’è giusto qualche sbavatura sparsa, come una resa non ottimale della pioggia e qualche calo di dettaglio ambientale, senza dimenticare sporadici e minori bug visivi, ma nel complesso il lavoro svolto è encomiabile, soprattutto nella modellazione dei volti, dei capelli e delle animazioni di qualunque personaggio presente su schermo.
Ciò è importante perché riesce in questo modo a valorizzare un mondo di gioco che all’epoca della sua uscita originale lasciò a bocca aperta critica e pubblico, davanti ad un prodigio audiovisivo allora senza precedenti. Ora, magari RE4 Remake non è comunque il gioco visivamente più bello sulla piazza in senso stretto, ma in ogni caso rende giustizia a tutti quegli scenari ormai ben incastonati nella mente e nel cuore dei giocatori.
Il Villaggio, il Castello e l’Isola sono ancora più belli, evocativi, coinvolgenti ed inquietanti. I loro scenari, modernizzati per l’occasione, vengono impreziositi da un’atmosfera ancora più coinvolgente ed immersiva, che punta un po’ di più sull’horror pur senza tradire le origini Action di Resident Evil 4, ed il risultato è un’esperienza capace di coinvolgere totalmente già dai primi minuti dell’avventura. Dettagli macabri, sensazione di mistero, incontri inquietanti e minacce inattese sono all’ordine del giorno, con ogni area ed ogni stanza impreziosita da tantissimi particolari che donano una personalità ancora più marcata a questo rifacimento moderno di un classico senza tempo.
Il tutto poi scorre a meraviglia su schermo, specie giocando in modalità framerate con 60fps sostanzialmente stabili che sanno fare la differenza, rendendo in questo modo l’azione totalmente immersiva come mai visto prima d’ora in un Resident Evil. Ma se il Villaggio resta la stessa meraviglia già vissuta 18 anni prima, e l’Isola in parte ridimensionata in ampiezza riesce a mantenere maggiormente intatte le atmosfere horror rispetto a quanto faceva l’opera GameCube, lo scenario che davvero ne esce incredibilmente valorizzato è il Castello, ancora più bello e da brividi di quanto non fosse nel vecchio RE4. Se è vero che alcune sue stanze non sono state riproposte, in termini di level design appare ancora più compatto, valorizzato poi dall’aggiunta di alcune nuove aree che danno vita a spettacolari momenti del tutto inediti e perfettamente incastrati nel ritmo dell’avventura. È proprio guardando il Castello che ci si rende conto di quanto sia stato importante il lavoro di rinnovo svolto da Capcom: le rimozioni del gioco non sono mai fatte a caso, ma hanno un senso ed hanno permesso agli autori di concentrare i propri sforzi per valorizzare altre parti iconiche così come le novità, e per questo motivo, alla fine, si sopporta volentieri mancanza di qualche stanza dal passato grazie a come è stato ampliato e perfezionato tutto il resto. È così che Resident Evil 4 Remake fa sentire a casa i suoi fan, nel frattempo che li intrattiene con un prodotto del tutto rinnovato e in grado di stupire anche chi ha già consumato ogni versione del classico originale.
A tutto questo non bisogna poi dimenticare di aggiungere un sonoro semplicemente da inchino. Anche la colonna sonora è stata del tutto riarrangiata per l’occasione, confermandosi uno splendore proprio come in passato. Tra remix di brani classici ad altri del tutto inediti, le musiche di Resident Evil 4 Remake sono un’autentica sinfonia capace di valorizzare non solo le atmosfere horror, ma anche quelle d’azione ed ogni singolo combattimento offerto dall’avventura. I brani di sottofondo nelle Boss Fight, in particolare, risultano ancora più evocativi ed orchestrali, coinvolgendo i giocatori in maniera totale.
Ma anche tutto il resto di contorno si difende alla perfezione: ascoltare nel minigioco del poligono di tiro un remix dell’iconica theme d’apertura dell’originale Resident Evil 4, così come le struggenti musiche nei titoli di coda (il brano “The Bullet or the Blade” è da pelle d’oca), sono un’ulteriore testimonianza di quanto sia stato immenso il lavoro svolto dagli artisti Capcom anche in ambito sonoro. E lo stesso discorso vale anche per il doppiaggio in lingua inglese, di livello assoluto per recitazione e tonalità; in tal senso l’unica nota negativa proviene da Lily Gao, nuova interprete di Ada Wong, la cui interpretazione appare robotica e poco curata, sicuramente non con lo stesso impegno dimostrato dagli altri attori coinvolti nel progetto.
Poco male comunque, dato che ciò non va ad intaccare il superbo lavoro audiovisivo realizzato da Capcom, che ha davvero superato sé stessa con questa riedizione.

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LA SOPRAVVIVENZA E' SOLO L'INIZIO

Capcom l’ha rifatto.
L’ha rifatto ancora una volta.
A oltre 20 anni di distanza dall’immenso Resident Evil Rebirth, e non contenta della grande prova già dimostrata con Resident Evil 2 pochi anni fa, la compagnia giapponese ha dimostrato ancora una volta al mondo intero come si realizza un Remake con la R maiuscola. Ha dimostrato ancora una volta come si realizza un Capolavoro Assoluto capace di ergersi a paradigma del suo genere e di una generazione videoludica. Perché Resident Evil 4 Remake è questo, è uno dei più grandi giochi che si può trovare attualmente sul mercato. Perché è riuscito ancora una volta ad ergersi ad esempio da seguire esattamente come 18 anni prima fece l’originale Resident Evil 4: nel 2005 rivoluzionò il modo di intendere i giochi Action/Horror divenendo un esempio da seguire per gli sviluppatori di tutto il mondo, nel 2023 è ancora una volta tale esempio per chi vuole imbarcarsi sulla strada oggi tanto in voga del remake, reinterpretando in chiave moderna tutto ciò che rese grande l’opera di riferimento.
E se da un lato è vero che il remake ha perso qualcosa per strada, che siano i QTE, che sia qualche area o che sia persino un boss, il rovescio della medaglia dimostra che Resident Evil 4 è immenso ancora oggi, proprio perché non si è limitato a togliere qualcosa, ma anche a sostituire, ad aggiungere, ad ampliare, a rinnovare. A far rinascere un gioco intramontabile ancora oggi amato da schiere di appassionati.
Resident Evil 4 Remake è di fatto una perfetta armonia tra fedeltà al passato e totale rinnovo, un connubio che si sposa in maniera sorprendente offrendo in questo modo un prodotto non solo familiare ma anche nuovo, capace dunque di stupire e lasciare senza fiato anche coloro che il classico originale lo hanno consumato in tutte le salse. Perché vedere quanto il gameplay è stato rinnovato e perfezionato, grazie soprattutto alla magistrale implementazione del Parry, vedere quanto la narrativa è stata ampliata ed arricchita (pur comunque restando una storia che non ha la pretesa di sparare fuochi d’artificio) valorizzando ogni singolo personaggio presente (Ashley su tutti: da odiosa damigella in pericolo è diventata una ragazza che vorresti amare in maniera incondizionata), vedere quanta giustizia è stata resa agli iconici scenari del classico per GameCube, con il Villaggio, il Castello e l’Isola che non sono mai stati così belli come oggi, lascia meravigliati oggi come 18 anni prima. Ti lascia con la sensazione di essere nuovamente davanti ad un titolo sconvolgente come pochi, pochissimi ne esistono.



Il merito di Resident Evil 4 Remake è quello di voler essere ancora oggi un videogioco duro e puro, che vuole ricordarti ogni secondo il motivo per cui ti sei appassionato a questa straordinaria forma d’intrattenimento. Il suo ritmo impeccabile, le battaglie impegnative e coinvolgenti, le Boss Fight ancora più spettacolari grazie al profondo rinnovo a cui sono andate incontro, e la gioia che si prova ad ogni incontro con il Mercante sono soltanto alcuni degli esempi che rendono ancora una volta infinita l’icona Capcom.
Il tutto senza dimenticare un’atmosfera ancora più immersiva, una realizzazione visiva di sicuro impatto grazie alle meraviglie del RE Engine, un accompagnamento sonoro elevato all’ennesima potenza, una cura nei dettagli maniacale. Tutti aspetti che ti fanno digerire con piacere quelle poche sbavature tecniche che ogni tanto fanno capolino su schermo, senza comunque mai compromettere il quadro artistico messo in piedi dalla compagnia nipponica.
E non era una cosa necessariamente ovvia: realizzare un remake non è mai un compito semplice, soprattutto se vuole essere ambiziosi come ha sempre provato a fare Capcom con passati lavori analoghi. Resident Evil 2 Remake era già un prodotto incredibile di suo, ma nel passaggio dal passato al presente la sensazione era che qualcosina si fosse persa per strada; con il pur interessante Resident Evil 3 Remake non è andata altrettanto bene, tra pesanti rimozioni e stravolgimenti che ancora oggi fanno discutere i fan. Capcom ha fatto pieno tesoro delle esperienze accumulate con questi due titoli, ed ha così potuto raggiungere la sua massima espressione creativa con Resident Evil 4, il remake più importante in assoluto tra quelli da lei realizzati in epoca moderna, non solo per l’importanza storica del gioco originale, ma anche perché è la prova di come l’azienda nipponica abbia ormai trovato la sua perfetta dimensione con questi progetti.
Se, come sembra, vorrà continuare su questa strada, quanto fatto con Resident Evil 4 Remake deve essere per Capcom il suo punto di ripartenza, perché al giorno d’oggi un equilibrio così importante tra passato e presente non era mai più stato raggiunto dopo l’incredibile remake dell’originale Resident Evil visto su GameCube. Ma questo discorso non vale solo per Capcom: vale per ogni singola software house attiva nell’attuale panorama videoludico, che si tratti di un colosso dell’industria o di una piccola realtà. Resident Evil 4 Remake è il nuovo paradigma di come va realizzato un Remake con la R maiuscola. E basta questo per renderlo uno dei giochi più importanti mai realizzati.

VOTO FINALE : 10

 
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view post Posted on 9/4/2023, 16:25
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Bravo Chris. Come dicevo a Warden, l'impressione è che il titolo si sia almeno in parte avvicinato ai vecchi RE, vuoi per l'atmosfera (a proposito, come li hanno fatti i Regeneradores?), vuoi per gli enigmi (resi più difficili ad Hardcore se non ricordo male), vuoi per la gestione delle risorse, in sostanza che ci sia un maggiore equilibrio tra azione e orrore. Personalmente, da quello che ho visto, credo che lo amerei decisamente di più dell'originale (che resta un titolo fondamentale, ci mancherebbe).

Peccato per il boss tagliato, era una delle parti horror più riuscite dell'originale secondo me, anche se l'assenza dei QTE è un'ottima cosa. Ora manca solo Separate Ways, vediamo che cosa combineranno.
 
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view post Posted on 9/4/2023, 17:58
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Una grandissima recensione piena di amore Chris! :cheers: :cheers:

Che dire? Ho amato come poche cose l'originale RE4 nonostante l'abbia giocato solamente l'anno scorso, e in qualche modo quei mostri di Capcom sono riusciti a fare un remake che non solo ho apprezzato alla stessa maniera ma è riuscito a darmi anche la sensazione di star giocando qualcosa di diverso nonostante il ricordo così fresco.
Resident Evil 4 Remake è semplicemente un capolavoro supremo, un gioco che mostra a tutti come dev'essere realizzato sia un remake che un vero videogioco: una produzione in cui non c'è un solo minuto sprecato, ritmo di una perfezione senza pari, boss fights straordinarie, atmosfera possente e tanto tanto altro. Sto metà della mia seconda run e ho in programma di farne altre!
 
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view post Posted on 9/4/2023, 18:51

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Chris secondo te questo remake sostituisce di fatto l'originale come Rebirth o è a esso complementare?
 
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view post Posted on 9/4/2023, 21:35
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CITAZIONE (Hero of Sky @ 9/4/2023, 19:51) 
Chris secondo te questo remake sostituisce di fatto l'originale come Rebirth o è a esso complementare?

E' complementare: ha proprio un'altra direzione rispetto al RE4 originale, tant'è vero che se provi a sfruttare i suoi exploit (che hanno lasciato proprio come bait), il gioco ti punisce.
 
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view post Posted on 10/4/2023, 00:38
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CITAZIONE (The Warden Eternal @ 9/4/2023, 22:35) 
CITAZIONE (Hero of Sky @ 9/4/2023, 19:51) 
Chris secondo te questo remake sostituisce di fatto l'originale come Rebirth o è a esso complementare?

E' complementare: ha proprio un'altra direzione rispetto al RE4 originale, tant'è vero che se provi a sfruttare i suoi exploit (che hanno lasciato proprio come bait), il gioco ti punisce.

In effetti ho sentito dire che qui hanno rimosso molti colli di bottiglia, ovvero spazi ristretti in cui controllare le ondate nemiche, costringendole così ad attaccarti da un solo lato, che nell'originale semplificavano molto certi scontri. Qui invece sembra che ci siano più opportunità per farti la pelle.
 
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view post Posted on 10/4/2023, 06:38
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CITAZIONE (Zapan @ 10/4/2023, 01:38) 
CITAZIONE (The Warden Eternal @ 9/4/2023, 22:35) 
E' complementare: ha proprio un'altra direzione rispetto al RE4 originale, tant'è vero che se provi a sfruttare i suoi exploit (che hanno lasciato proprio come bait), il gioco ti punisce.

In effetti ho sentito dire che qui hanno rimosso molti colli di bottiglia, ovvero spazi ristretti in cui controllare le ondate nemiche, costringendole così ad attaccarti da un solo lato, che nell'originale semplificavano molto certi scontri. Qui invece sembra che ci siano più opportunità per farti la pelle.

Beh, considera che nell'originale non solo non potevi muoverti, ma quel gameplay che era una novità che volevano sbandierare, quindi quelle sezioni ci stavano. Nel Remake invece ogni cosa è basata sul fatto che puoi muoverti e sparare contemporaneamente.
 
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view post Posted on 22/4/2023, 11:36
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Grazie mille ragazzi per i vostri commenti e complimenti, scusatemi se vi rispondo così tardi, ma ci sono! :D

Allora Nihilus/Zapan, per come è strutturato e basandomi su ciò che hai scritto, sono piuttosto fiducioso sul fatto che potrebbe piacerti più dell'originale, pertanto non appena avrai modo buttati così da verificare che sensazioni ti trasmette!

CITAZIONE
In effetti ho sentito dire che qui hanno rimosso molti colli di bottiglia, ovvero spazi ristretti in cui controllare le ondate nemiche, costringendole così ad attaccarti da un solo lato, che nell'originale semplificavano molto certi scontri. Qui invece sembra che ci siano più opportunità per farti la pelle.

Sì confermo. Chiaramente nell'originale quel tipo di design aveva pienamente senso per come era strutturato il gioco, come ha giustamente detto anche Warden nel RE4 originale non era possibile muoversi e sparare contemporaneamente, cosa che invece in RE4 Remake è chiaramente possibile e cambia dunque certe dinamiche nei combattimenti per adattarle allo stile più moderno della serie.

CITAZIONE
Resident Evil 4 Remake è semplicemente un capolavoro supremo, un gioco che mostra a tutti come dev'essere realizzato sia un remake che un vero videogioco: una produzione in cui non c'è un solo minuto sprecato, ritmo di una perfezione senza pari, boss fights straordinarie, atmosfera possente e tanto tanto altro. Sto metà della mia seconda run e ho in programma di farne altre!

Totalmente d'accordo, al 100%!!!

CITAZIONE
Chris secondo te questo remake sostituisce di fatto l'originale come Rebirth o è a esso complementare?

Eh è una domanda piuttosto complessa. A livello ludico, come già ha detto Warden, si potrebbe considerare pienamente complementare, a livello narrativo invece sono stati fatti alcuni cambiamenti piuttosto netti che, considerata la direzione che Capcom ha preso oggi con la serie ed i suoi remake, mi fa pensare che il Remake sostituisca l'originale. Però ecco, non siamo davanti ad un caso netto come quello di Rebirth che per davvero sostituiva in tutto il classico originale.
 
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view post Posted on 30/4/2023, 12:34
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CITAZIONE (~ChrisMuccio @ 22/4/2023, 12:36) 
Eh è una domanda piuttosto complessa. A livello ludico, come già ha detto Warden, si potrebbe considerare pienamente complementare, a livello narrativo invece sono stati fatti alcuni cambiamenti piuttosto netti che, considerata la direzione che Capcom ha preso oggi con la serie ed i suoi remake, mi fa pensare che il Remake sostituisca l'originale. Però ecco, non siamo davanti ad un caso netto come quello di Rebirth che per davvero sostituiva in tutto il classico originale.

Beh, oddio dipende a chi chiedi, la fuori c'è gente che preferisce l'originale per cose come l'art direction più colorata, la corsa più veloce (in effetti nel remake i protagonisti sono più lenti, soprattutto se armati), l'atmosfera più da B movie, e addirittura i dialoghi trash ("Jill Sandwich :XD:).

Io mi ricordo ancora l'intro con le introduzioni dei protagonisti interpretati da attori, con tanto di voce cattiva e sfondo infuocato, che faceva abbastanza sorridere per quanto era scema. Bei tempi.

Detto questo, la mia impressione dopo aver visto qualche è che nel remake del 4 abbiano migliorato almeno un po' l'atmosfera dell'isola.
 
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view post Posted on 1/5/2023, 17:29
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Beh, oddio dipende a chi chiedi, la fuori c'è gente che preferisce l'originale per cose come l'art direction più colorata, la corsa più veloce (in effetti nel remake i protagonisti sono più lenti, soprattutto se armati), l'atmosfera più da B movie, e addirittura i dialoghi trash ("Jill Sandwich :XD:).

Io mi ricordo ancora l'intro con le introduzioni dei protagonisti interpretati da attori, con tanto di voce cattiva e sfondo infuocato, che faceva abbastanza sorridere per quanto era scema. Bei tempi.

Ah ma quindi esistono ancora quelli che preferiscono l'originale? Credevo fossero delle semplici creature mitologiche!! :P
Comunque l'intro dell'originale, per quanto trash e recitata in maniera esilarante, era e resta iconica... A suo modo ha contribuito al mito di Resident Evil.

CITAZIONE
Detto questo, la mia impressione dopo aver visto qualche è che nel remake del 4 abbiano migliorato almeno un po' l'atmosfera dell'isola.

Sì te lo confermo, in termini di atmosfera hanno cercato di adeguare l'Isola alle atmosfere degli altri scenari. Resta sempre la sezione maggiormente improntata sull'azione, ma alcuni cambiamenti e modifiche specifiche ne hanno aggiustato i toni. Per quanto mi riguarda, nel Remake l'Isola è eccezionale, ma comunque ho sempre adorato anche la spesso bistrattata controparte dell'originale!
 
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