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Fire Emblem: Three Houses, Recensione di ChrisMuccio

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view post Posted on 1/5/2023, 17:36
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FIRE EMBLEM: THREE HOUSES




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CASA: NINTENDO
SVILUPPATORE: INTELLIGENT SYSTEMS
GENERE: RPG TATTICO
GIOCATORI: 1

FIRE EMBLEM ALL’ENNESIMA POTENZA


Dopo aver lasciato un segno profondo su Nintendo 3DS grazie a diversi giochi di successo (Fire Emblem Awakening su tutti), per la serie di Fire Emblem è il momento di esordire su Nintendo Switch con un nuovo capitolo principale. Sebbene ne 2017 il celebre brand Nintendo fece già una prima comparsa sulla console ibrida attraverso uno spin-off in stile Musou (Fire Emblem Warriors), ciò che i fan volevano di più in assoluto fosse una nuova iterazione classica della serie, basata sulle meccaniche RPG Tattiche che ne hanno fatto la fortuna sin dal suo esordio nel lontano 1990.
Ci sarà da pazientare un po’, ma il grande ritorno del brand avviene infine nel 2019, pronto a ricordare ancora una volta a tutti perché si tratta di uno dei più importanti nomi di sempre nel suo genere di appartenenza. Con Fire Emblem: Three Houses, Nintendo vuole fare le cose davvero in grande e dimostrarsi più ambiziosa che mai: un gioco contenente ben quattro percorsi narrativi diversi, ciascuno con propri personaggi ben definiti, il tutto calato in un contesto accademico volto ad espandere ancora di più le componenti social e di esplorazione già intraviste nei giochi per 3DS ed ora potenziate all’ennesima potenza.
Perché questo è sostanzialmente Three Houses: un Fire Emblem all’ennesima potenza, pronto a confermarsi ancora una volta al vertice degli RPG Tattici con un’altra grande, imperdibile prova.



TRE CASATE

La vicenda di Three Houses si svolge nel continente del Fodlan, dove il territorio è diviso da tre grandi regni: l’Impero Adrestiano, il Sacro Regno di Faerghus e l’Alleanza dei Leicester. La situazione politica nel continente è fortemente in crisi, con le tre casate che potrebbero da un momento all’altro scontrarsi in guerra, nel frattempo che ogni territorio si ritrova ad affrontare importanti instabilità interne.
Protagonista dell’avventura è Byleth Eisner, figlio del mercenario Jeralt Eishner un tempo al servizio dei Cavalieri della Chiesa di Seiros. Le origini di Byleth sono misteriose, ed il guerriero vive tra l’altro in simbiosi con una misteriosa maga di nome Sothis, con la quale molto spesso si ritrova ad interagire attraverso visioni. Il personaggio principale controllato dal giocatori può essere personalizzato nel nome e nel sesso, ma a differenza di quanto visto nei capitoli per 3DS non sarà possibile modificarne l’aspetto.
Un giorno, Byleth e Jeralt salvano tre giovani studenti dell’Accademia Ufficiali del Garreg Mach dall’imboscata di un gruppo di banditi. Respinti gli assalitori, i due scoprono che i ragazzi salvati sono gli eredi dei rispettivi regni: l’adrestiana Edelgard von Hresvelg, il faerghusiano Dimitri Alexandre Blaiddyd e il leicesteriano Claude von Riegan. Byleth, Jeralt e la loro compagnia di mercenari si occupano dunque di riaccompagnare i giovani rampolli al Garreg Mach, dove vengono accolti e ringraziati dall’Arcivescova Rhea per aver protetto i tre ragazzi. Ma le sorprese non sono certo finite: Rhea chiede a Jeralt di rientrare tra le fila dei Cavalieri, mentre a Byleth viene offerto un posto come docente dell’Accademia. A questo punto, al protagonista non resta che scegliere di quale classe occuparsi: le Aquile Nere di Edelgard, i Leoni Blu di Dimitri o i Cervi Dorati di Claude. Fatta la sua scelta, ha inizio la sua nuova vita come docente, con lo scopo di istruire e far crescere i suoi studenti nelle arti belliche e nella conoscenza di ogni armamentario.
Ma quella che sembra partire come una semplice docenza diverrà ben presto qualcosa di molto più grande, importante e pericoloso, nel frattempo che l’ombra di un conflitto globale attraverso tutto il Fodlan diventa sempre più oscura.
La storia di Three Houses è divisa inoltre in due parti, con la prima fase che si sviluppa in ambito scolastico e la seconda parte che invece tiene maggiormente conto della scelta di casata effettuata a inizio partita: a seconda infatti di quale gruppo seguiremo non cambiano solo i membri del proprio party, ma anche l’evoluzione della trama stessa, che prenderà dunque sviluppi completamente diversi facendoci dunque vivere tre storie differenti (senza dimenticare la presenza di una quarta opzione segreta che darà vita ad ulteriori sviluppi inediti). In un certo senso Nintendo ha voluto dunque ricalcare quanto fatto su 3DS con Fire Emblem Fates, con la differenza però che in questo caso ogni storia è già inclusa nella cartuccia di gioco e, dunque, con il giocatore che ha la totale libertà di decidere come vivere la sua prima partita.
Ciò garantisce dunque un fattore rigiocabilità davvero consistente per chi volesse scoprire nel dettaglio tutte le “routes” ed i loro risvolti. Tra l’altro il racconto complessivo si rivela anche discretamente interessante e con alcuni colpi di scena ben orchestrati, pur ovviamente senza avere la pretesa di sconvolgere il giocatore o mostrare chissà quale profondità. Nel complesso i dialoghi sono scritti in maniera dignitosa, i personaggi sono accattivanti il giusto e c’è molta curiosità di scoprire come andrà a concludersi la vicenda scelta.
A Three Houses, tuttavia, manca l’epicità che ha caratterizzato alcuni dei migliori episodi della serie, e non tutte le “routes” si rivelano della stessa qualità: la storia di Dimitri, ad esempio, si rivela più scontata e meno accattivante rispetto a quella di Edelgard, mentre la vicenda che si vive seguendo Claude sta un po’ nel mezzo in quanto a qualità. Prendendo il pacchetto complessivo, comunque, Nintendo ha cercato d’impegnarsi il più possibile con l’episodio per Switch, ed il risultato finale alla fine si rivela positivo: seppur con qualche riserva, Fire Emblem: Three Houses sa come intrattenere in termini narrativi indipendentemente dal percorso scelto, e se non vi caricate di chissà quali aspettative saprà regalarvi sano intrattenimento e giuste soddisfazioni.

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TRA BATTAGLIE E VITA “SCOLASTICA”

Se dunque, pur magari senza raggiungere l’eccellenza, Fire Emblem: Three Houses prova ad essere molto ambizioso in ambito narrativo, lo stesso discorso lo si può estendere anche al suo gameplay, che mescola la tradizionale impostazione RPG Tattica che ha fatto la fortuna dei predecessori con elementi “social” ancora più marcati rispetto a quelli visti negli episodi per 3DS. Per essere ancora più precisi, il nostro protagonista non è un docente solo di nome, ma lo è anche di fatto, e si ritroverà dunque ad interagire costantemente con i suoi studenti per istruirli e per venire incontro alle loro esigenze. Ma andiamo con ordine.
La scelta della casata non ha risvolti solo narrativi ma anche ludici, in quanto ci assegna di fatto il party di default della nostra avventura: ogni casa ha infatti i propri personaggi specifici, sebbene comunque tra le nostre fila avremo comunque unità specializzate in spade, asce, lance, archi, magia nera, magia bianca e così via, in modo da avere un gruppo quanto più possibile equilibrato. Rispetto ai vecchi Fire Emblem, in Three Houses il nostro party non diverrà mai troppo affollato e, anzi, i suoi numeri saranno sempre piuttosto contenuti nel tentativo di spingere il giocatore ad utilizzare ciascun membro della nostra casata così da potenziarlo e renderlo un elemento valido ed attivo delle nostre strategie.
In ogni caso con il passare dei capitoli sarà possibile reclutare tra le proprie fila ulteriori personaggi, tenendo conto delle nostre azioni e di come stiamo sviluppando il nostro personaggio nel corso dell’avventura; soddisfando specifiche condizioni si potrebbe addirittura “rubare” uno studente ad un’altra casata, ampliando sempre di più i guerrieri a nostra disposizione.
Scesi in combattimento, invece, i fan si sentiranno subito a casa: Three Houses è un Fire Emblem all’ennesima potenza e si rivela incredibilmente curato, profondo e ricco di opportunità, dimostrandosi anche piuttosto impegnativo e stimolante se giocato a difficoltà maggiori e con permadeath attivo. In ogni caso, come visto anche nei giochi su 3DS, anche questa iterazione strizza l’occhio ai neofiti o meno pratici, permettendo non solo di disattivare il permadeath dei compagni caduti, ma anche ulteriori semplificazioni come, ad esempio, la possibilità di riavvolgere il tempo in caso avessimo commesso delle mosse sbagliate, così da ritentare elaborando strategie e mosse differenti. I puristi potrebbero storcere il naso davanti a queste semplificazioni, in ogni caso è bene sottolineare che restano opzioni facoltative e, dunque, chi vuole godersi un’esperienza da Fire Emblem più classico può farlo senza particolari problemi, trovando pane per i propri denti in alcune battaglie della storia principale (ma anche alcuni incarichi secondari non scherzano in quanto a difficoltà).
Tutti i tecnicismi tipici della serie sono presenti, tra terreni da utilizzare a proprio vantaggio, forze e debolezze tra le varie armi da sfruttare a proprio vantaggio, una buona varietà di classi e temibili Boss o qualche creatura anormale da affrontare facendo ricorso al meglio del nostro arsenale. Non manca nemmeno qualche variazione sul tema, con sporadiche battaglie che coinvolgono tre diversi schieramenti, oppure qualche regola differente come missioni di scorta o di sopravvivenza per un tot di turni. Il tutto senza dimenticare che, questa volta, è possibile cimentarsi anche nell’esecuzione di vari attacchi speciali che possono arrecare ancora più danni ai nostri nemici, a scapito tuttavia della durabilità dei nostri equipaggiamenti (niente paura comunque, il fabbro è sempre pronto a riparare le armi danneggiate in cambio del giusto compenso), oltre alla possibilità di poter affiancare delle truppe a ciascuna unità che, se usate in combattimento, possono non solo ferire, ma anche stordire i nemici impedendo loro di muoversi durante il turno (attenzione però a non subire troppi danni, oppure le truppe si daranno alla fuga).
Insomma, tradizione e qualche piccola ma interessante novità si mescolano tra loro dando vita ad un connubio piuttosto interessante e da non ignorare, considerato che dona ulteriore profondità al gameplay tattico tipico della serie e va a beneficio della qualità dei combattimenti, delle mappe e delle sfide offerte, di assoluto spessore e che ci mettono tra le mani uno dei Fire Emblem più stimolanti del brand.



Ma a fare la differenza, come detto, è la componente “sociale” ed esplorativa incentrata sul Garreg Mach: la storia si evolve tenendo conto del passare delle settimane, con Byleth che dovrà programmare lezioni, doveri ed esercitazioni per i suoi studenti così da migliorarli sempre di più nell’utilizzo di ogni tipo di arma e talento. Spesso i ragazzi avranno anche delle richieste che potrebbero andare ad influire sulla loro utilità in battaglia, permettendoci, se lo vogliamo, di creare un gruppo ancora più variegato e versatile, pronto ad affrontare ogni tipo di sfida.
Il Garreg Mach è poi disponibile per essere liberamente esplorato, ed un poco alla volta diventano sempre più numerosi gli scenari e le attività con cui è possibile interagire: che si tratti di pescare, di cucinare o pranzare con i nostri amici, di intonare canti in chiesa, di iscrivere i nostri migliori studenti ai tornei di combattimento mensili, o di darsi alla botanica nella serra, le possibilità all’interno del monastero sono decisamente numerose. Ma soprattutto, è nel Garreg Mach che è possibile sbloccare diversi incarichi secondari ed appendici, utili per potenziare ulteriormente il nostro party ed accumulare ancora più risorse da spendere poi al mercato in cambio di nuove armi, oggetti curativi, potenziamenti e persino per arruolare gruppi di soldati sempre più forti da assegnare a ciascuna delle nostre unità.
Fare donazioni alla Chiesa presso le statue divine consente inoltre di avere accesso ad ulteriori bonus per gli scontri, mentre i pranzi possono dare benefici alle unità che abbiamo invitato al nostro tavolo, che saranno maggiormente prestanti per la battaglia successiva. Ma soprattutto, una volta raggiunto un determinato grado d’istruzione, le unità possono utilizzare i Sigilli Supremi per “evolversi” ad una nuova Classe personale avanzata e maggiormente prestante, divenendo in questo modo risorse ancora più preziose per il nostro gruppo.
Lo stesso Byleth, interagendo con i numerosi personaggi che popolano l’Accademia, può migliorare i suoi parametri nell’utilizzo di ciascuna arma, oltre a migliorare anche i suoi rapporti interpersonali: come visto anche nei giochi per 3DS, anche in Three Houses è possibile stringere legami un poco alla volta sempre più forti con ciascun membro del nostro gruppo, in modo così che la fiducia reciproca diventi più consistente e porti ad ulteriori preziosi vantaggi in combattimento facendo combattere le unità affiatate una di fianco all’altra. Anche per questo motivo è importante cimentarsi ogni mese con l’esplorazione del Garreg Mach, per fare appunto in modo che non si perda nessun dialogo volto a rafforzare i legami tra i nostri compagni. L’unica mancanza in rapporto ai giochi più recenti è giusto la rimozione delle romances ed il concept dei figli (che nei precedenti episodi però funzionavano tramite escamotage narrativi specifici che in Three Houses non avrebbero avuto senso): Byleth può legarsi sentimentalmente ad un personaggio, ma non ci sono altre tipologie di romance ed i membri del party non possono unirsi reciprocamente.
Il vero inconveniente, comunque, di questa specifica componente è che a lungo andare le attività e le interazioni tendono a farsi ripetitive, con il rischio dunque di essere messe in disparte (attraverso anche l’istruzione automatica e non manuale dei nostri ragazzi, molto più veloce ma anche generalizzata e di conseguenza potenzialmente meno efficace). Tuttavia l’introduzione di un sistema di esplorazione ed interazione mai così sofisticato in un Fire Emblem è ciò che permette a Three Houses di distinguersi e sviluppare così una propria forte personalità, capace di renderlo uno dei capitoli più interessanti dell’intera serie.
Ci sono così tanti contenuti e così tante sorprese in Three Houses che per davvero servono run multiple per riuscire a vedere tutto, e non solo per un discorso di routes narrative alternative. Di conseguenza il gioco potrebbe essere destinato a tenere compagnia ai giocatori davvero a lungo, forse più di qualunque altro Fire Emblem pubblicato fino a quel momento. Già la prima run potrebbe tenere incollati allo schermo per almeno una trentina di ore (destinate comunque ad aumentare cimentandosi con la maggior parte delle attività secondarie), se poi c’è interesse a voler scoprire i risvolti di ogni singola storia allora si va veramente ben oltre il centinaio di ore. Ed il bello è che la larga maggioranza di queste ore sono di assoluta qualità ludica, per uno dei migliori Fire Emblem in circolazione.

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LA POTENZA DI SWITCH (?)

Dopo tanti anni Fire Emblem è tornato su una console casalinga (seppur di natura ibrida) e c’era dunque molta curiosità di vedere quale impatto avrebbe avuto in termini audiovisivi. In termini di atmosfere si ricalca lo stile fantasy medievale tipico del brand, e non mancano alcuni scenari caratterizzati in maniera intrigante, su tutti il Garreg Mach: girovagare per l’accademia è un piacere e si resta colpiti dalla grande cura con cui ogni stanza, ogni area ed ogni piazza è stata caratterizzata. A rendere il tutto ancora più affascinante ci pensa inoltre una pregevole direzione artistica per i personaggi, dai look ispirati e mossi da animazioni ben curate non solo nelle fasi esplorative dell’accademia, ma anche in combattimento (spettacolari in tal senso i Colpi Tripli ed i loro effetti visivi).
Tuttavia, è proprio sul fronte grafico che Three Houses registra i suoi problemi maggiori. Il gioco, infatti, non sfrutta al meglio le possibilità offerte da Nintendo Switch e, soprattutto in battaglia, appare piuttosto povero di dettagli, con textures poco convincenti ed un forte effetto aliasing. Non aiutano a risollevare la situazione i cali di frame-rate, leggeri ma piuttosto frequenti (soprattutto giocando in portabilità), ed in generale la sensazione è che si poteva e doveva fare molto di più per rendere giustizia ad una serie di spessore come Fire Emblem.
In ogni caso non siamo davanti ad un completo disastro, ed il titolo alla fine si lascia giocare senza troppi problemi, e l’ispirata caratterizzazione di ogni personaggio permette quantomeno di chiudere un occhio sulle comunque innegabili magagne tecniche. Dove invece l’opera convince appieno è l’accompagnamento sonoro: le musiche sono ancora una volta splendide da ascoltare, con i giusti toni epici per le battaglie più importanti, e sottofondi più leggeri per i momenti di svago ed esplorazione. Presa nel suo insieme, la colonna sonora è una delizia per l’udito, e l’altrettanto convincente doppiaggio in lingua inglese permette di elevare ulteriormente l’ambito sonoro, confermandosi così di alto livello. A maggior ragione è quindi un peccato che in termini di performance Three Houses zoppichi, considerato come tutto il resto della produzione si sia dimostrato di elevata caratura.

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DISCIPLINA, TALENTO, ONORE

Il primo episodio principale della serie a sbarcare su Nintendo Switch è anche uno dei più grandi ed ambiziosi della sua iconica serie di appartenenza.
Fire Emblem: Three Houses riprende quanto fatto dai suoi predecessori e prova ad elevarlo ancora di più: non solo la componente RPG Tattica qui si presenta al massimo della forma e pronta a regalare grandi soddisfazioni ai fan di lungo corso della serie in termini di sfide e strategie (ma senza disdegnare qualche aiuto ai neofiti ed i meno avvezzi al genere, in modo così da rendere il gioco appetibile per tutti), ma ancora di più che in passato si è puntato forte anche su esplorazione ed elementi “social” che danno ancora più caratterizzazione al prodotto intero.
L’idea di includere un piccolo simulatore di “vita scolastica” in chiave militare si rivela brillante e, pur rischiando di diventare ripetitivo sul lungo termine, dona ancora più profondità al gameplay ed all’approccio scelto dal giocatore per affrontare la sua avventura, con ancora più personalizzazioni rispetto a quanto mostrato in precedenza dalla serie. Il cuore pulsante dell’opera restano comunque le battaglie a turni, che si confermano anche stavolta un concentrato di creatività e difficoltà capace di regalare grandi stimoli e soddisfazioni capitolo dopo capitolo.
Anche sul piano narrativo si notano maggiori ambiziosi, con la presenza di più storie alternative dai risvolti ben diversi l’una dall’altra. Se da un lato la qualità della narrazione non è magari di quelle travolgenti, il giusto dosaggio di colpi di scena ed eventi chiave, unita ad una dignitosa scrittura dei dialoghi ed una buona caratterizzazione dei personaggi, permettono a Three Houses di intrattenere a dovere tramite una storia senza chissà quali pretese ma che centra in pieno il suo obiettivo, quello di intrattenere.
Peccato solo per un comparto tecnico che mostra il fianco a più problematiche, tra cali di frame-rate (soprattutto in modalità portatile) ed un evidente aliasing, oltre alla poca cura generale delle textures; i modelli dei personaggi sono comunque realizzati con impegno e ben animati, così come anche la caratterizzazione del Garreg Mach è un altro pollice alto. Assolutamente apprezzabile invece l’accompagnamento sonoro, tra musiche coinvolgenti ed un pregevole doppiaggio.
A conti fatti, Fire Emblem: Three House rende grande onore alla sua serie di appartenenza e si rivela un prodotto imperdibile per i fan del brand e del genere, ma anche chi si avvicina per la prima volta ad un Fire Emblem Nintendo potrebbe restarne piacevolmente colpito e perdersi così in decine e decine di ore di battaglie memorabili. Se ancora non lo avete fatto, giocatelo: ne vale totalmente la pena.

VOTO FINALE : 9

 
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view post Posted on 1/5/2023, 19:33

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Miglior Fire Emblem dai tempi di Radiant Dawn, Chris?
 
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view post Posted on 8/5/2023, 11:59
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CITAZIONE (Hero of Sky @ 1/5/2023, 20:33) 
Miglior Fire Emblem dai tempi di Radiant Dawn, Chris?

Senza andare così indietro, direi dai tempi di Awakening. Il migliore senza dubbio, ho parecchio apprezzato anche Engage, ma rigiocando Three Houses devo dire che quest'ultimo fosse ancora più ambizioso e coinvolgente. In generale, comunque, una grande serie.
 
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