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Final Fantasy IX, Recensione di ChrisMuccio

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view post Posted on 31/12/2023, 19:44
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FINAL FANTASY IX



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CASA: SQUARESOFT
SVILUPPATORE: SQUARESOFT
GENERE: JRPG
GIOCATORI: 1



FINAL FANTASY TORNA ALLE ORIGINI

Ormai è tradizione: ogni volta che un nuovo Final Fantasy viene annunciato è momento di gioia, attesa e forti emozioni per chiunque abbia vissuto anche solo un singolo episodio della leggendaria serie Squaresoft. L’arrivo di un Final Fantasy è sempre a suo modo un grande evento videoludico: sai già che la compagnia nipponica avrà escogitato nuovi metodi per regalarti ricordi indelebili, brividi lungo la schema, sensazioni emotive potenti come pochissimi altri giochi sono capaci di trasmettere. Che si tratti di una Boss Fight epica, di un momento della storia coinvolgente, di personaggi divinamente caratterizzati, di scenari mozzafiato o musiche da lacrime agli occhi, un Final Fantasy sa sempre come colpire dritto al cuore di chiunque gli si avvicini.
E del resto la serie lo ha già dimostrato tante volte nel corso della sua storia: opere come Final Fantasy IV, Final Fantasy VI e Final Fantasy VII, ma in realtà tutti gli altri capitoli pubblicati fino a quel momento, si sono imposte come paradigmi dei giochi di ruolo ed opere imprescindibili per un appassionato di videogiochi, perché sai che l’esperienza che un Final Fantasy può regalare non ha eguali nel panorama videoludico.
Final Fantasy IX non fa eccezione. Quando diventa realtà la prima PlayStation è ormai sul viale del tramonto, prossima a lasciare spazio alla PlayStation 2 che di lì a poco avrebbe fatto il suo esordio sul mercato nipponico e poi nel resto del mondo. L’Europa dovrà aspettare fino all’inizio del 2001 per vivere quello che sarà l’ultimo capitolo inedito della serie sulla console Sony.
Ma è proprio il caso di dirlo: Squaresoft ha chiuso con il botto la trilogia pensata per la PS1, regalando ai giocatori un altro viaggio di quelli che ti entrano nell’animo per non andarsene mai più. Lo fa ritornando alle origini, riprendendo quelle atmosfere fantasy medievali che caratterizzavano i primi giochi, mettendo dunque da parte il taglio più contemporaneo e realistico del settimo e ottavo episodio. Lo fa proponendo atmosfere più fiabesche ed evocative, con una caratterizzazione di storia e protagonisti e comprimari che a prima vista può sembrare fanciullesca ma invece è molto più profonda, drammatica e riflessiva di quanto si possa immaginare inizialmente. Lo fa attraverso tanti richiami ai Final Fantasy più vecchi, così da omaggiare continuamente il suo passato nel frattempo che guarda al futuro. Lo fa con uno dei più grandi capolavori che la PlayStation abbia mai offerto nell’arco della sua storia.



UN VIAGGIO INASPETTATO

La storia di Final Fantasy IX si svolge sul pianeta Gaia, una realtà magica e piena di sfumature, abitata non solo da esseri umani ma anche da varie creature antropomorfe. Protagonista dell’avventura è Gidan Tribal (noto in lingua originale come Zidane Tribal), giovane ragazzo con la coda da scimmi ignaro del suo passato e membro di un gruppo di banditi conosciuto come Tantalus, che viaggiano in giro per il mondo mascherandosi da troupe teatrale. Il loro scopo è raggiungere Alexandria, una delle città più importanti di Gaia, e rapire la principessa Garnet Til Alexandros XVII, figlia della Regina Brahne, per ordine di Cid Fabool, granduca di Lindblum.
Alexandria è in fermento per i festeggiamenti per il sedicesimo compleanno della principessa, con la Regina che ha dunque convocato la troupe teatrale dei Tantalus (ignara delle loro reali intenzioni) per preparare un grande spettacolo teatrale in onore della ragazza. Gidan e i suoi compagni mettono in moto i loro piani, che si rivelano subito rocamboleschi alla luce di un evento imprevisto. La giovane Garnet, infatti, non ha alcuna intenzione di porre resistenza verso i suoi rapitori: lei stessi era infatti alla ricerca di un modo per fuggire da Alexandria per indagare su alcuni comportamenti sempre più strani e pericolosi che sua madre sta tenendo e che rischiano di mettere a rischio l’incolumità di tutti gli altri regno di Gaia.
Gidan, Garnet e i Tantalus fuggono dunque a fatica da Alexandria con la loro aeronave, che si schianta poco fuori i confini della città. Assieme a loro si sono uniti Vivi Ornitier, un piccolo e tenero mago nero dalle origini sconosciute e che si ritrovava per caso ad Alexandria, ed il capitano delle guardie di Alexandria, Adalberto Steiner, che insegue Gidan e i suoi compagni nel tentativo di salvare la principessa e riportarla a casa.
Il loro viaggio ha così inizio, e quello che doveva essere una semplice missione di rapimento darà invece inizio a una catena di eventi sconvolgenti, compresa una guerra che metterà in ginocchio il Continente della Nebbia per il volere della Regina Brahne, che mostra un’ambizione e una crudeltà senza limiti pur di raggiungere i suoi scopi. E a consigliarla c’è una figura ancora più oscura, Kuja, le cui mire sono poco chiare ma dall’indole ancora più spietata rispetto alla sovrana di Alexandria.
Gidan, Garnet e i loro amici esploreranno il mondo ed incontreranno lungo il cammino altri preziosi alleati: Freija Crescent, dragoon di Brumecia alla ricerca del suo amore perduto; Quina Quen, una Qu che per volere della sua maestra intraprende un viaggio per ampliare le proprie conoscenze culinarie; Amarant Coral, cinico cacciatore di taglie al quale viene ordinato di riportare a casa Garnet; ed Eiko Carol, una giovanissima evocatrice. Insieme il gruppo si ritroverà a proteggere Gaia da minacce incredibili, attraverso un’odissea piena di emozioni, colpi di scena e situazioni imprevedibili durante il quale ciascuno di loro si domanderà del proprio reale scopo nella vita, sul senso stesso della loro esistenza e sui valori che permettono loro di proseguire senza mai mollare, uniti in una missione molto più grande di quanto avessero mai potuto immaginare.



E se in un primo momento la storia può sembrare “fanciullesca”, vuoi anche per le atmosfere più fiabesche rispetto agli standard degli ultimi episodi e per la particolare caratterizzazione di personaggi e mondo di gioco, questa sensazione svanisce velocemente una volta che si scava più a fondo nell’opera. E ad un certo punto ci si rende conto che no, Final Fantasy IX è tutto tranne che fanciullesco. Ha stile ed atmosfere uniche che gli permettono di distinguersi rispetto ai più recenti predecessori e soprattutto fa continui richiami ai Final Fantasy del passato attraverso innumerevoli tematiche (come i Cristalli) e citazioni che solo i più sinceri appassionati della storica serie Square sono in grado di cogliere.
Ma a brillare di luce intensa è l’intera intelaiatura narrativa messa in piedi dagli sceneggiatori in quest’occasione. Basta davvero un attimo per innamorarsi non solo della storia, ma anche di ogni singolo personaggio che dà vita al racconto, non solo Gidan e Garnet: ogni singolo protagonista ha una sua precisa caratterizzazione che dà vita a un cast estremamente variegato e dalle personalità più disparate e piene di sfumature, presentandoci così uno dei party più affiatati che un Final Fantasy abbia mai offerto nel corso della sua storia. Ogni singolo personaggio ha una sua precisa personalità e moralità, dimostra infinite sfumature tali da renderli memorabili ciascuno di loro, dando vita a scene, dialoghi e situazioni spesso di una profondità disarmante che non ti aspetteresti di trovare da un Final Fantasy che a prima vista sembra “fanciullesco”.
Quando ci si sofferma sul rapporto tra Gidan e Garnet, quando si riflette sulle parole di Vivi e dei Maghi Neri, così come sulla devozione assoluta di Steiner o sulla personalità imprevedibile della piccola Eiko, e senza dimenticare l’esuberanza di Quina, il cinismo di Amaranth e il coraggio di Freija, ci si rende conto di quanto stavolta Square abbia letteralmente messo anima, corpo e cuore nel voler creare personaggi impossibili da dimenticare, andando in tal senso ben oltre altri blasonati episodi come l’immediato predecessore Final Fantasy VIII.
E tutto questo senza dimenticare antagonisti che, seppur dalla caratterizzazione piuttosto classica, riescono comunque a bucare lo schermo con il loro modo di fare impossibile da ignorare: Kuja trasmette una freddezza e spietatezza che quasi fanno ricordare il mai dimenticato Kefka di Final Fantasy VI, ed anche la stessa Regina Brahne sa come farsi odiare dal giocatore con i suoi modi di fare davvero poco ortodossi. E cosa dire invece di Beatrix? La valorosa guerriera al servizio di Alexandria è un altro di quei personaggi che non ti aspetti possano spingerti a riflettere così tanto, mai banale ad ogni sua singola comparsa in scena e con una personalità decisa che conquista subito il cuore degli appassionati.
Il vasto cast, comprensivo anche di tante comparse minori ma comunque perfettamente incastrate nel contesto narrativo (dal granduca Cid fino alla troupe del Tantalus), è uno degli aspetti che permette a Final Fantasy IX di rivelarsi così incredibile. Ma di certo la storia in sé non è affatto da meno: parte un poco in sordina ma ingrana con potenza sempre di più con il trascorrere delle ore, nel frattempo che l’evoluzione degli eventi e le tematiche trattate si fanno sempre più profonde ed articolate. Vita e Morte, il voler trovare il proprio posto nel mondo e la comprensione di ciò che muove ciascun individuo a vivere la propria esistenza come ritiene più giusto per la propria visione, sono i temi attorno al quale ruota l’intera essenza narrativa dell’opera rendendola in questo modo ancora più profonda e sentita rispetto a tanti altri pur eccezionali Final Fantasy. Forse, considerare quanto raccontato da Final Fantasy IX un vero e proprio inno alla vita è il modo migliore per descrivere ciò che il nono capitolo è davvero, in un tripudio di emozioni e riflessioni che soltanto un’opera scritta con passione e devozione può trasmettere, attraverso sviluppi sempre più intensi ed imprevedibili che tengono incollati allo schermo ogni singolo minuto, fino a quelle fasi finali struggenti e da pelle d’oca destinate infine a restare per sempre immortalate nella mente di chi le ha vissute.
In Final Fantasy IX c’è tutto: c’è amore, c’è dramma, c’è intrigo e mistero. C’è anche una sana dose di leggerezza che si incastra alla perfezione con le tematiche dell’opera intera: il nono Final Fantasy non disdegna momenti più spensierati dove c’è spazio anche per l’ironia e qualche sana risata grazie anche alle dinamiche che si vengono a creare tra i nostri eroi o la stramba caratterizzazione di qualche personaggio (Cid su tutti). I dialetti utilizzati nella traduzione italiana contribuiscono a dare ancora più personalità al gioco e a sottolineare ulteriormente questi toni talvolta più spensierati che contribuiscono a rendere sempre più speciale il kolossal di Square, che nonostante tutto è impossibile non prendere sul serio grazie al modo profondamente sentito con il quale tratta i suoi eventi e le sue tematiche.
Non siamo davanti soltanto a un inno alla vita. Final Fantasy IX è un inno alla passione, a tutti coloro che vogliono vivere storie indimenticabili in compagnia di personaggi ancora più memorabili. A tutti coloro che cercano emozioni da ricordare fino a quando non si esala l’ultimo respiro.



UN’AVVENTURA CHE SCALDA IL CUORE

Se i Final Fantasy hanno un merito è quello di rinnovarsi sempre, capitolo dopo capitolo. Ripartendo dalla base JRPG che li caratterizza sin dalle lontane origini su NES nel 1987, ogni nuovo episodio ha aggiunto sempre qualcosa di diverso alla sua formula ludica, che si tratti di una nuova idea o di vere e proprie rivoluzioni in ambito gameplay. Final Fantasy IX non fa eccezione, presentandosi agli occhi dei fan con alcune scelte ludiche volte a sperimentare ancora dopo le idee più o meno complesse dei suoi predecessori. Ma il modo in cui vengono gestite le meccaniche di gioco, così come l’esplorazione del vasto mondo di Gaia, consentono al nono capitolo di raggiungere una fluidità e un’armonia ludica che forse si è vista pochissime volte con tale intensità all’interno della serie, e questo nonostante la storia di Final Fantasy conosciuta fino a quel momento era già costellata di capolavori immortali o in generale di eccellente prese come esempio su come creare un brillante gioco di ruolo giapponese. Ecco, basta tenere presente questi dettagli per rendersi conto di quanto sia grande Final Fantasy IX, fedele alla sua struttura ludica storica ma arricchita in una maniera tale da renderlo ancora oggi una sorpresa mozzafiato anche per i veterani del brand.
Final Fantasy IX continua ad offrire meccaniche ormai leggendarie come l’Active Time Battle, sempre dinamico e fonte di combattimenti che mescolano sapientemente ritmo, strategia ed un pizzico di imprevedibilità che rendono sempre avvincenti gli scontri con l’ampio bestiario messo a disposizione per questo episodio. Ogni singolo personaggio gode di una propria specifica caratterizzazione in battaglia, offrendoci così uno dei party più variegati mai proposti dalla serie: Gidan ad esempio può rubare oggetti agli avversari (anche rarissimi ed estremamente utili per il proseguo dell’avventura) grazie alle sue abilità di ladro, Garnet ed Eiko sono maghe bianche perfette per il sostegno del gruppo con la possibilità di evocare summon in battaglia, Steiner è il tipico “tank” dall’offensiva devastante laddove invece Vivi è un abile mago nero capace di apprendere incantesimi sempre più potenti lungo il cammino, Quina può “divorare” diversi nemici e in alcuni casi persino apprendere le loro abilità specifiche, Freija è un’altra abile combattente che ricorre a tecniche sofisticate grazie alla sua attività di dragoon, e infine Amaranth è un altro personaggio dalla forte prestanza fisica ma con la caratteristica di lanciare all’indirizzo dei nemici le armi e oggetti superflui del nostro inventario massimizzando così i danni.
A furia di accumulare punti esperienza, come di consueto, ciascun personaggio perfeziona i propri parametri divenendo sempre più prestante un poco alla volta, e la grande differenziazione che coinvolge tutto il cast consente al giocatore di dare vita a combinazioni di guerrieri ben diversificate e adatte a ogni tipo di combattimento e situazione. Il tutto senza dimenticare il potere Trance, che si attiva non appena i nostri eroi hanno accumulato un tot di danni: oltre a cambiare sensibilmente la loro apparenza fisica, la Trance consente di accedere ad ulteriori poteri e tecniche speciali (che spesso richiedono il consumo di MP proprio come se fossero normali magie) che molto spesso possono fare la differenza in uno scontro, persino contro un Boss. Tenere sotto controllo la barra della Trance è dunque molto prezioso in certe circostanze per capire come massimizzare l’efficacia della nostra azione, riuscendo non solo ad arrecare danni paurosi agli avversari ma anche a proteggere adeguatamente i quattro personaggi schierati in battaglia.
La novità più importante e, soprattutto, più gradita è tuttavia data dagli Equipaggiamenti, che stavolta hanno un ruolo ben chiaro e spesso cruciale per lo sviluppo dei nostri eroi: le armi, armature ed accessori che possiamo equipaggiare loro permettono infatti di accedere a tutta una serie di poteri sia offensivi che difensivi e passivi, che verranno poi sbloccati in modo definitivo una volta accumulato un tot di AP, punti che si ricevono al termine di ogni combattimento assieme ai tradizionali EXP e che un poco alla volta permettono di apprendere ciascuna tecnica in modo permanente. Così facendo, infatti, sarà possibile sostituire gli equipaggiamenti in possesso di un personaggio con altri nuovi raccolti durante l’avventura, utili non solo per aumentare le singole statistiche ma appunto per apprendere altre abilità ancora.
Non ci sarà tuttavia modo di usare senza limiti ciascuna tecnica appresa: bisognerà infatti attivarle attraverso un apposito menù utilizzando parte dei Punti Abilità a disposizione (che aumentano a loro volta facendo salire di livello ciascun personaggio). I Punti Abilità possono essere assegnati e rimossi a piacimento a seconda delle circostanze, permettendo così una personalizzazione ancora più profonda di ciascun protagonista. Da tenere presente che rimuovere un equipaggiamento ad un personaggio senza aver sbloccato in modo definitivo le corrispondenti abilità impediranno a tale guerriero di poter usare nuovamente tali poteri, a meno ovviamente di non riassegnargli l’oggetto fino a quando lo sblocco delle abilità non avviene in modo definitivo. Da tenere infine presente che le abilità che è possibile ottenere devono essere coerenti con la caratterizzazione dei singoli personaggi stessi: per esempio, un ladro come Gidan o un cavaliere come Steiner non possono usare o apprendere le magie nere di Vivi anche se l’equipaggiamento loro assegnato consentirebbe di sbloccarle, così come viceversa Vivi non può certo apprendere tecniche di combattimento diretto come quelle usate da Steiner o Freija.

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Questo tipo di meccaniche impostate in tale maniera garantiscono un armonioso equilibrio al gameplay, che non viene mai troppo semplificato così come mai troppo ostico garantendo così un senso di sfida e di avventura che si mantiene perfettamente stabile per l’intera partita, dai primi attimi fino allo scontro finale. Si tratta di meccaniche ed impostazioni tra l’altro facilissimi da comprendere ed estremamente intuitive, ma che lasciano comunque spazio a una profondità di personalizzazione notevole una volta sfruttate al massimo del loro potenziale. La meccanica degli equipaggiamenti (in un certo senso non troppo dissimile dall’assegnazione degli Esper vista in Final Fantasy VI o delle Materie in Final Fantasy VII) viene gestita in maniera così riuscita ed originale da offrire una fluidità dell’avventura e dei combattimenti ancora più marcata rispetto al passato: se siete tra coloro che, ad esempio, hanno trovato complesso e macchinoso il sistema Junction di Final Fantasy VIII o vi siete ritrovati a fare confusione tra gli innumerevoli Job di Final Fantasy V, l’impostazione di Final Fantasy IX viene incontro alle vostre esigenze senza però sacrificare la complessità del gameplay che da sempre caratterizza il brand. Tutto scorre in maniera più veloce e naturale, senza richiedere troppi sforzi o troppo tempo per riuscire a padroneggiare le singole meccaniche e garantendo in questo modo un ritmo ben sostenuto per praticamente tutta la durata della storia.
Final Fantasy IX funziona talmente bene che non è nemmeno così cruciale il concetto di “grinding”, di costante livellamento del nostro gruppo magari anche per qualche ora di fila. Un’attenta gestione di abilità, equipaggiamenti e poteri, magari senza saltare nessuno dei combattimenti casuali che si incontrano lungo il cammino, garantisce uno sviluppo armonioso e da manuale di ciascun eroe, nel frattempo che ci si gode tutte le meraviglie, le sfide e le spettacolari Boss Fight sempre più tattiche che il pianeta Gaia ha da offrire a Gidan e i suoi amici.
Che poi le meraviglie di Final Fantasy IX non si esauriscono certo nel suo combat system, perfettamente collaudato ed arricchito con idee azzeccate che lo rendono un estremo piacere per tutto il viaggio. Il nuovo mondo di gioco pensato da Squareosft è l’ennesima meraviglia che tiene incollati allo schermo con le sue città, il suo overworld e i suoi dungeon spesso pieni di sorprese e di curiosità che attendono soltanto di essere riscoperte, magari anche rivisitando scenari già scoperti in precedenza ma che hanno ancora molto da offrire.
Girovagare per città e scenari non serve soltanto per proseguire con la storia o per fare scorte di oggetti ed equipaggiamenti presso i negozi in cambio di guil in massa, ma anche per scoprire attività secondarie, minigiochi intriganti (il Tetra Master è un nuovo gioco di carte avvincente e pure semplice da apprendere) e conoscere sempre più a fondo il mondo di Gaia e dei suoi abitanti.
Tornano i chocobo con i quali scorrazzare più velocemente attraverso la mappa, così come le immancabili aeronavi, così come tornano i Moguri che stavolta fungono da “punto di salvataggio” permettendoci anche di allestire tende con le quali curare all’istante tutto il parti e di accedere al Mogu-Net, un intricato scambio di lettere tra un Moguri e l’altro che ci permette di conoscere ancora più a fondo i nostri piccoli amici tenendo nel frattempo traccia dell’evoluzione degli eventi più importanti della storia.
E non finisce certo qui visto che Final Fantasy IX ha così tanti segreti che aspettano soltanto di essere scoperti: che si tratti di trovare Boss segreti, di soddisfare le richieste delle buffe creaturine amichevoli che si incontrano casualmente nelle foreste, di portare avanti le Chocografie o più semplicemente di approfondire ancora di più il background di ogni personaggio, l’opera Squaresoft è un concentrato continuo di sorprese che tiene compagnia per diverse decine di ore. Una quarantina di ore circa potrebbero essere sufficienti per finire la storia principale, ma chi vorrà scoprire nel dettaglio tutto ciò che questo mastodontico JRPG ha da offrire potete stare certi che il timer si arricchirà di altre decine di ore ancora, utili anche per esplorare in ogni minimo particolare la mappa e scoprire anche città e dungeon opzionali che rischierebbero di restare sconosciuti senza il desiderio di vivere l’avventura fino in fondo in ogni sua minima sfumatura.
Final Fantasy IX si può sostanzialmente considerare una summa di quanto fatto da Squaresoft con la trilogia pensata per PlayStation: la compagnia nipponica ha fatto tesoro dell’esperienza accumulata con il settimo ed ottavo capitolo prendendo però anche forte spunto dalle idee, le atmosfere e lo stile dei Final Fantasy bidimensionali per confezionare così un prodotto completo e capace di soddisfare anche il palato più esigente. Così facendo ha messo il punto esclamativo su un percorso costellato di eccellenze ed emozioni: dopo l’immenso Final Fantasy VII e un Final Fantasy VIII che non è comunque stato da meno per contenuti e idee, Final Fantasy IX è il degno coronamento di uno stato di grazia che Squaresoft ha dimostrato incessantemente negli anni della prima PlayStation, contribuendo con i suoi giochi e soprattutto con Final Fantasy a renderla ancora più immortale.



LA PLAYSTATION PORTATA AL LIMITE

No, Final Fantasy IX non ha ancora finito di sconvolgere il giocatore. Ci riesce anche con la sua direzione audiovisiva semplicemente fuori parametro, degno coronamento della storia della prima PlayStation che con l’opera magna Squaresoft tocca forse il suo apice tecnico. Perché, non si sa come, la software house giapponese è riuscita nel miracolo di creare un qualcosa che visivamente va oltre al già clamoroso Final Fantasy VIII: in pochi si sarebbero immaginati che il nono capitolo avrebbe superato la realizzazione grafica del suo diretto predecessore, e invece è andata proprio così. Final Fantasy IX è una autentica, assoluta meraviglia che esplode dinnanzi agli occhi del giocatore, che resta a bocca aperta davanti alla cura maniacale dimostrata nella caratterizzazione di personaggi e bestiario e delle relative animazioni così fluide e precise da sembrare già un prodotto della generazione successiva.
La caratterizzazione di ogni scenario, dalle città fino ai luoghi più fantasiosi e magici, se possibile è ancora più clamorosa per via della cura folle riposta in ogni dettaglio, che ci consegnano un mondo tra i più poetici e preziosi che Squaresoft abbia mai concepito. L’aver abbandonato lo stile dei due giochi precedenti a favore di un ritorno al fantasy più classico si è rivelata una scelta perfettamente azzeccata, come se i Final Fantasy originali stessero prendendo vita in tre dimensioni toccando vette estetiche e creative mai sfiorate prima. Final Fantasy IX trasmette proprio queste sensazioni, le migliori che potesse mai suscitare nell’animo di chi con la serie ci è cresciuto e ne ha vissuto l’evoluzione.
Ogni nuova area, ogni singola ambientazione, racconta praticamente una storia a sé soltanto per il modo con il quale compare davanti a noi, assicurandoci che non ci dimenticheremo nemmeno del più piccolo dei villaggi che esploreremo durante il nostro lungo cammino.
E se già questo non è sufficiente per restare sbalorditi dalla totale eccellenza estetica di Final Fantasy IX, praticamente perfetto sul lato tecnico senza nemmeno l’ombra di una mezza sbavatura visiva, arriva poi la colonna sonora a suscitare brividi ancora più forti.
Nobuo Uematsu ormai è una garanzia, non ha bisogno di nessuna presentazione dato che parlano forte e chiaro tutti i suoi lavori precedenti, eppure ogni volta riesce a superarsi ancora, confermandosi uno dei più grandi compositori che l’industria videoludica abbia mai avuto fortuna di possedere. Perché basta semplicemente ascoltare il brando di apertura nel menù principale, The Place I’ll Return To Someday, per provare emozioni così potenti da far commuovere. Ed è solo l’inizio di una colonna sonora da pelle d’oca, forse tra le migliori mai viste in un JRPG, che testimonia per l’ennesima volta quanto un accompagnamento musicale realizzato con immensa passione può fare seriamente la differenza nel ritrovarsi tra le mani un grande gioco e un capolavoro. Final Fantasy IX rientra nella seconda categoria, e ci viene spinto con ancora più forza da una colonna sonora destinata a rimanere per sempre nella storia con le sue tonalità coinvolgenti che sanno come rendere speciale ogni singolo momento della storia, ogni combattimento ed ogni nuovo scenario appena scoperto. Il tutto condito con i tipici effetti sonori che ti aspetti da un Final Fantasy, magici anch’essi nella loro semplicità.
Non c’è che dire, il nono capitolo è totale, nel senso più letterale della parola.

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INNO ALLA VITA

Sei seduto sul divano, in silenzio, con il pad PlayStation in mano. Scorrono davanti a te i titoli di coda, dopo aver assistito a un monologo dall’impatto devastante e un finale che ti ha lasciato svuotato di ogni parola. E mentre davanti a te scorrono i nomi di tutti coloro che hanno dato vita all’avventura che hai appena finito di vivere, un sorriso si stampa sul tuo volto. Quello sorriso ha tanti significati: è intriso di gioia e di soddisfazione, ma è anche un po’ triste e malinconico. È tutto questo perché sai di aver appena vissuto una delle avventure più incredibili che un videogioco ti potesse mai offrire, di quelle che vorresti non finissero mai.
Final Fantasy IX è tutto questo. Per l’ennesima volta, Squaresoft ti ha sconvolto con un qualcosa che è andato oltre ogni tua aspettativa, ogni tua sensazione, ogni speranza ed ogni certezza. Quando credevi che Hironobu Sakaguchi e tutti i suoi collaboratori non potessero andare oltre le meraviglie create con pietre miliari quali Final Fantasy IV, Final Fantasy VI o Final Fantasy VII, ecco che proprio in quel momento ciò che credevi impossibile diventa possibile. Final Fantasy IX ci è riuscito. E si è elevato fino a divenire capolavoro assoluto.
Perché quanto Squaresoft ha fatto con il nono capitolo si può considerare la summa di ciò che Final Fantasy è stato fino a quel momento. È tornato alle origini ed ha ripreso lo stile, le atmosfere e le tematiche alla base dei primi giochi della serie, ma non ha rinnegato i progressi ludici, scenici e narrativi raggiunti dai suoi diretti predecessori tridimensionali. Ha preso il meglio da ogni singolo Final Fantasy esistente e lo ha amalgamato assieme dando vita ad un connubio che esplode davanti agli occhi del giocatore, impossibilitato a mollare il controller e senza parole di ogni ad ogni singola nuova meraviglia che l’avventura che sta vivendo gli pone davanti.
Ha spinto letteralmente ai limiti le capacità della prima PlayStation facendogli toccare vette tecniche che sembravano impossibili da raggiungere. Ed ha saputo dimostrare una profondità narrativa ed emotiva che mai ti saresti aspettato con una simile intensità, così forte da farti riflettere sul significato stesso di vita e morte nel frattempo che Gidan e tutti i suoi compagni cercano il loro posto nel mondo, il perché della loro esistenza. Quell’aria fanciullesca ed apparentemente leggera è, appunto, solo apparenza, destinata a lasciar spazio ad un qualcosa che ti spinge a pensare, a trovare il significato dietro tutto ciò che stai vivendo nel frattempo che su schermo scorrono scenari mozzafiato, combattimenti epici e un gameplay pieno di idee azzeccate e ricco di sfumature, sintesi perfetta di tutte le sperimentazioni fatte dagli autori in tanti anni di Final Fantasy.
Per capire quanto potente è l’essenza di Final Fantasy IX è sufficiente già la schermata iniziale, il filmato introduttivo del primo disco che ti accompagna con uno dei sottofondi musicali più poetici che la mente umana abbia mai pensato per un videogioco. È solo l’inizio di un viaggio che non potrai mai più dimenticare dopo averlo vissuto.



Quando si parla dei più grandi JRPG che la storia videoludica abbia mai offerto ai suoi appassionati, Final Fantasy IX è lì a meritarsi un posto speciale in quello specifico Monte Olimpo, affiancato da altri “fratelli” della sua stessa serie di appartenenza che hanno segnato la vita di chi ha avuto la fortuna di viverli in ogni singola sfumatura, nel pieno della loro essenza. Quelle decine e decine di ore passate a scoprire le sue meraviglie, che si trattasse di un dungeon segreto, di una missione secondaria o di un boss inaspettato, ti restano sotto la pelle per non andarsene mai più, pronte a riemergere ogni volta che il pensiero sfiora anche solo per un attimo i ricordi di quel viaggio che hai intrapreso.
Ti rendi conto che non potrai mai più dimenticarlo. Non potrai dimenticare Gidan, Garnet, Vivi, Steiner, Freija, Quina, Eiko ed Amaranth. Non potrai dimenticare il cammino che hanno intrapreso che, senza nemmeno accorgersene, era in realtà volto a fare un senso alla loro esistenza. Quel senso che sconvolge l’appassionato che è stato così tanto privilegiato da vivere fino dal profondo del suo animo ciò che Squaresoft ha voluto regalare a tutti coloro che l’hanno sempre sostenuta ed hanno sostenuto quella serie che ha cambiato per sempre il volto del panorama videoludico. Perché se ogni volta che viene citato “Final Fantasy” a tantissimi appassionati di lunga data viene un brivido lungo la schiena ed il loro corpo viene rivestito dalla pelle d’oca, è proprio perché basta per far riaffiorare ricordi magici ed incancellabili di un’esperienza di vita che ti ricorderai per sempre.
I titoli di coda sono conclusi. La parola “The End” è davanti ai tuoi occhi. Ma non riesci a spegnere la console, non riesci a posare il controller. C’è il “Prelude” di Final Fantasy che suona in sottofondo. Non è ancora il momento di chiudere. Perché in verità vorresti che quel momento non finisse mai. Immobile per sempre nel tempo e nello spazio, a ricordo di un’esperienza che ti ha segnato come giocatore, come persona, come essere umano.

VOTO FINALE : 10

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